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Bill Gates: “Mettere in pausa l’AI non è la soluzione”

Bill Gates
Gilead

Il fondatore di Microsoft e filantropo Bill Gates si è espresso contro i recenti appelli a sospendere gli sviluppi dell’intelligenza artificiale per i prossimi sei mesi al fine di ottenere migliori parametri di pianificazione e gestione.

Facciamo un passo indietro. Qualche giorno fa Elon Musk, Ceo di Tesla e Twitter, insieme ad altri Ceo come quello di Stability AI Emad Mostaqu, il cofondatore di Apple Steve Wozniak e più di 1.100 altri tecnologi di alto profilo e ricercatori di intelligenza artificiale hanno firmato una lettera aperta chiedendo una pausa per lo sviluppo dell’AI.

Nella lettera c’è scritto di sospendere lo studio di qualsiasi nuovo sistema di intelligenza artificiale che potrebbe essere “più potente di GPT-4“: l’ultima iterazione del modello di linguaggio di grandi dimensioni lanciato da OpenAI, l’organizzazione con sede a San Francisco. Nonostante anche Musk abbia firmato la lettera, non è chiaro però se Tesla metterà in pausa il proprio lavoro per la progettazione di Bot e chip per la guida autonoma.

Gates ha sottolineato che ci sarebbero grossi buchi nell’applicazione di tale divieto, aggiungendo che richiederebbe il buy-in da parte di aziende di tutto il mondo. “Non credo che chiedere a un gruppo in particolare di mettere in pausa lo studio dell’intelligenza artificiale risolva le sfide”, ha dichiarato il Ceo di Microsoft. “Chiaramente ci sono enormi vantaggi dall’AI. Quello che dobbiamo fare è identificare le aree difficili”.

Una lunga faida

La risposta di Gates alla proposta di interruzione dello sviluppo di AI arriva dopo che Musk lo ha provocato online, sostenendo che il fondatore della Bill e Melinda Gates Foundation aveva solo una comprensione “limitata” dell’intelligenza artificiale. Scrivendo su Twitter, il fondatore di SpaceX ha infatti dichiarato: “Ricordo i primi incontri con Gates. La sua comprensione di AI era limitata. Lo è ancora.”

La critica di Musk era in risposta a un saggio di Gates intitolato “The Age of AI Has Begun”, in cui sono evidenziati non solo i modi in cui la tecnologia potrebbe migliorare la qualità della vita di vaste fasce della popolazione globale, ma anche i suoi pericoli.

Quando ha testato la tecnologia di OpenAI, ha scritto Gates, si è reso conto di essere davanti a una rivoluzione come quando sono arrivati i primi computer. Tuttavia ha prontamente avvertito: “Il mondo ha bisogno di stabilire una sorta di codice della strada in modo che eventuali svantaggi dell’intelligenza artificiale siano di gran lunga superati dai suoi benefici”.

Gates non crede che un divieto di sviluppo dell’AI sia un modo efficace per assicurarsi che questo equilibrio oscilli nel modo giusto. “Non capisco davvero perché dovremmo fermarci proprio adesso”, ha detto. Ma riconosce che ci siano molte opinioni diverse in merito.

Perché proporre un divieto adesso?

La lettera dei grandi capi, in effetti, che chiede di rendere la tecnologia all’avanguardia “più accurata, sicura, interpretabile, trasparente, robusta, allineata, affidabile e leale”, arriva dopo una corsa per entrare nel gioco dei ‘Large Language Model’.  ChatGPT di OpenAI è stato un punto di svolta quando è stato lanciato lo scorso anno: ha funzionato così bene da suscitare nei dipendenti la paura che i loro posti di lavoro sarebbero stati sostituiti da bot.

Microsoft si è rapidamente mossa per lanciare Bing, alimentato dalla tecnologia di OpenAI, in cui ha investito altri 10 mld di dollari a gennaio 2023. Bing ha avuto meno successo, e soprattutto ha esordito dicendo di voler essere “umano”, forse confermando le paure nutrite di capi come Musk terrorizzati all’idea che l’AI si stia dirigendo verso un’apocalisse simile a Terminator.

Allo stesso modo, Bard di Google ha commesso errori nel rispondere alle domande al suo lancio: una situazione che ha temporaneamente cancellato miliardi dalla capitalizzazione di mercato dell’azienda. Anche Fortune ha testato la tecnologia con domande SAT (Scholastic Aptitude Test) e ne ha bocciato la stragrande maggioranza. La curiosità? Bard mostrava una bizzarra attitudine per le domande relative a Harry Potter.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com 

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