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Mose, Brunetta: “Insieme a Fortune Italia per divulgare una storia di successo”

Immaginate il mare, l’acqua alta, la bufera, il freddo. Immaginate tutto questo in un luogo unico al mondo come la laguna di Venezia. Poi, un’infrastruttura di chilometri immersa nel mare che si alza e blocca l’acqua, blocca il pericolo. È un racconto ‘plastico’ quello del Mose fatto da Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, durante l’evento “Il paradosso dell’acqua: dalla crisi idrica all’esempio del Mose”, organizzato da Fortune Italia, il 18 aprile all’Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati. Obiettivo: riaccendere i riflettori sulla Just Transition, al centro del V Forum Sostenibilità che si è svolto a Venezia nello scorso mese di febbraio. Un dibattito sulla crisi idrica e sull’esempio eccezionale del Mose di Venezia che, in apertura di evento, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé, ha definito “un’opera consegnata alla storia”.

Convegno Fortune Italia Il Paradosso dell' Acqua dalla crisi idrica all' esempio del mose brunetta
18/04/2023 Convegno Fortune Italia Il Paradosso dell’ Acqua dalla crisi idrica all’ esempio del Mose

Al panel “L’esempio del Mose”, coordinato dal direttore responsabile della testata Paolo Chiariello, il sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro e l’arch. Elisabetta Spitz, Commissario straordinario del Mose. Tutti hanno condiviso, con senso di orgoglio e soddisfazione, la necessità di comunicare al mondo un esempio importante di ingegneria ambientale come quella del Mose. E in effetti dell’opera se ne parla internazionalmente, ma a volte poco (e poco bene) nel nostro Paese: “Siamo dei masochisti – ha chiosato Brunetta -. Abbiamo realizzato la più grande opera di ingegneria idraulica mobile della storia dell’umanità, in 30 anni, con una spesa di 6 miliardi e con infinite difficoltà, ma non ce ne rendiamo conto. Abbiamo bisogno che gli stranieri ce lo ricordino, come spesso avviene. Non ce n’è una al mondo di queste opere. È unica”. Motivo per il quale “va raccontata. A tutti”. Ed è per questo che il presidente ha annunciato, insieme al direttore di Fortune Italia, la prossima pubblicazione di un numero speciale della rivista, realizzato in collaborazione con la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità. Un numero speciale, in uscita a luglio, in lingua italiana e inglese, che racconterà “questa storia di resilienza, di intelligenza, di collaborazioni istituzionali, una storia di successo”.

Il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha sottolineato con grande convinzione l’importanza del fatto che le istituzioni facciano squadra, lasciando da parte i personalismi. In tal senso, ha citato la Fondazione, di cui è vicepresidente insieme al presidente della regione Veneto Luca Zaia, come caso virtuoso dove si assiste alla partecipazione e alla fattiva collaborazione di tutte le istituzioni veneziane insieme alla maggior parte delle principali imprese italiane. Questi risultati straordinari, ha detto, accadono “quando le istituzioni fanno squadra insieme, quando le gelosie personali vengono messe da parte e si fa gioco comune. Noi vogliamo essere i rappresentanti dell’Italia che ce la fa, che tiene duro e porta dei risultati concreti”.

Convegno Fortune Italia Il Paradosso dell' Acqua dalla crisi idrica all' esempio del m.o.s.e.

Il professor Brunetta ha poi ricordato come “il 70% della popolazione mondiale vive sulle coste e il resto nell’entroterra, ma dipendendo dalle coste. Questo vuol dire che il mare è la fonte della vita del Pianeta, il grande termoregolatore del sistema. È molto probabile che questo 70% di popolazione nei prossimi decenni avrà dei problemi a continuare a vivere sulle coste”. Ed è qui che si inserisce la città di Venezia, elemento simbolico straordinario in questo scenario globale. Non esiste nessuna città al mondo collocata dentro una laguna, “perché le lagune – ha detto Brunetta – sono ecosistemi effimeri che non durano nel tempo. Venezia è un esempio di resilienza da quando è nata, perché i suoi abitanti hanno spostato i fiumi e bloccato il mare, rendendola una laguna artificiale”. Una città che può essere un “modello per il resto del mondo, specializzata in produzioni e traffici tali da sostenere enormi investimenti necessari per mantenerne l’artificialità. Il miracolo di Venezia è stato quello della sostenibilità ambientale, dal controllo severissimo delle acque allo scavo dei canali, del commercio, della ricchezza, ma anche il welfare: Venezia aveva condizioni di welfare per indigenti, lavoratori, sanità, ospedali”.

L’architetto Elisabetta Spitz, Commissario straordinario del Mose, facendo il punto sullo stato di avanzamento dell’opera, che sarà definitivamente consegnata allo Stato alla fine del 2025, ha dichiarato con orgoglio che il sistema, pur essendo ancora un cantiere, funziona da 3 anni e funziona molto bene.L’ha definita “un’opera ‘calda’ perché grazie ad essa si stanno facendo risparmiare alla città e allo Stato tutti i soldi per gli interventi che devono essere fatti ogni volta che c’è alta marea. Dei 6 miliardi da utilizzare per il Mose, c’è ancora un 10% da spendere. Sono risorse necessarie per ultimare definitivamente l’opera e tutti i lavori complementari al suo sistema. E poi ci sono oltre 600 milioni per la manutenzione dei prossimi anni, risorse già previste dal bilancio dello Stato. L’opera sarà completata il 31 dicembre 2023. Si stanno completando ora due opere essenziali, le cosiddette conche, canali dove le navi potranno transitare anche quando il Mose è in funzione. Rimangono da fare interventi in laguna, le opere complementari per gli interventi sull’ecosistema lagunare”.

A Venezia “non vogliamo più solo preservare la cultura, ma produrla, perché solo attraverso la cultura a 360 gradi si produce il valore aggiunto che serve a rendere resiliente l’economia e l’intero ecosistema veneziano”. Una cultura – quella a cui si è riferito più volte Brunetta, tecnologica – energetica, ingegneristica, una “cultura della modernità. Compito della fondazione che io presiedo è quella di attrarre investimenti sostenibili a Venezia, chiedendo a tutte e grandi imprese italiane e internazionali di venire a Venezia a fare investimenti sostenibili per portare risorse finanziarie, capitale umano, produrre reddito e ricchezza”.

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