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Smart working e AI, per molti Ceo la tecnologia minaccia la produttività dei lavoratori

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Ci sono due tendenze che riguardano la produttività dei dipendenti, ultimamente all’attenzione degli amministratori delegati. In primo luogo, il lavoro a distanza ha reso più facile per un maggior numero di dipendenti svolgere di nascosto più di un lavoro a tempo pieno, ovvero essere sovraccarichi di lavoro. In secondo luogo, strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT e GPT-4 possono aumentare drasticamente la quantità di lavoro che i dipendenti possono svolgere in un giorno, alimentando ulteriormente il primo timore. I lavoratori da remoto potrebbero usare infatti questi strumenti per svolgere più di un lavoro o semplicemente per prendersi del tempo libero che l’azienda potrebbe mettere a frutto.

In un discorso video ai dipendenti trapelato online, James Clarke, amministratore delegato di Clearlink, un’azienda di marketing digitale con sede nello Utah, ha spiegato perché ritiene che i lavoratori debbano tornare in ufficio. “Alcuni dei nostri sviluppatori – ha detto Clarke – potrebbero lavorare per due aziende diverse. Non lo sappiamo. Speriamo che non sia così, ma non lo sappiamo. Molti autori di contenuti oggi utilizzano esclusivamente l’intelligenza artificiale per scrivere. Bastano 30 minuti di una giornata lavorativa di otto ore. Quindi cosa dobbiamo fare? Mettiamo in campo una produzione da 30 a 50 volte superiore a quella normale”.

E in effetti potrebbe avere ragione. Ethan Mollick, professore presso la Wharton Business School dell’Università della Pennsylvania, ha recentemente condotto un esperimento per verificare cosa riuscissero a fare gli strumenti dell’AI affidandogli un progetto aziendale e 30 minuti di tempo. Ha descritto i risultati come “sovrumani”, aggiungendo che avrebbe avuto bisogno di un team e “forse di giorni di lavoro” per realizzare la stessa cosa.

All’inizio del mese, Clarke ha inviato una nota in cui si afferma che i dipendenti che vivono entro 50 miglia dalla nuova sede centrale dell’azienda, vicino a Salt Lake City, avrebbero dovuto iniziare a lavorare in ufficio quattro giorni alla settimana, a partire dal 17 aprile. Nel video Clarke ha elogiato una dipendente che si è sbarazzata del suo animale domestico per rispettare la disposizione del ritorno in ufficio. Ha anche suggerito che molti dei lavoratori remoti dell’azienda non “lavorano affatto duramente”, sostenendo che alcuni hanno adottato il quite quitting ma prendono ugualmente lo stipendio”.

Clarke non è l’unico ad aver impartito un ordine di rientro in ufficio o ad aver adottato un tono più duro con i lavoratori. Questa settimana la Ceo di MillerKnoll, Andi Owen, ha subito una dura reazione dopo che il violento sfogo nel quale intimava ai dipendenti preoccupati per i bonus di lasciare il paese della cuccagna è stato registrato e condiviso online

Lo scorso luglio il Ceo di Tesla e Twitter Elon Musk ha detto ai dipendenti che “il lavoro a distanza non è più accettabile” e che i lavoratori a distanza “dovrebbero far finta di lavorare da qualche altra parte”. Nel corso di quest’anno, con la pandemia ormai alle spalle, molti amministratori delegati hanno chiesto ai lavoratori abituati a lavorare a distanza di trascorrere più tempo in ufficio, tra cui Bob Iger della Disney, Robert Thomson della News Corp e Howard Schultz di Starbucks.

Questi Ceo però, nelle loro comunicazioni ai lavoratori, non hanno espresso preoccupazioni per i dipendenti che svolgono più lavori, né hanno suggerito che l’intelligenza artificiale stesse creando tempo libero sottoutilizzato. Ecco perchè le dichiarazioni di Clarke sembrano particolarmente interessanti. Il tempo dirà se altri capi citeranno ragioni simili per convincere i lavoratori a tornare in ufficio.

La Clearlink, interpellata da Fortune in merito alla clip, ha risposto: “Per contribuire al raggiungimento dei nostri obiettivi collettivi, abbiamo recentemente annunciato il ritorno in ufficio per quattro giorni alla settimana per la maggior parte dei nostri dipendenti con sede nello Utah. Non vediamo l’ora che questi membri del team si uniscano a noi nella nostra nuova sede globale di livello mondiale a Draper, nello Utah, e apprezziamo gli sforzi di tutti i membri del nostro team impegnati – che includono coloro che lavorano in ufficio e coloro che continueranno a lavorare in remoto – mentre realizziamo il nostro miglior lavoro insieme”.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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