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Alimentazione sbagliata, un costo da 13 mld l’anno in Italia

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Tredici miliardi di euro all’anno. A tanto ammontano i costi sanitari determinati dall’alimentazione sbagliata in Italia secondo Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale. Stiamo parlando di un impatto del 10% sulla spesa sanitaria. Dati sicuramente importanti che mostrano come l’alimentazione sana sia determinante non solo per la salute, ma anche per le casse pubbliche.

E poi c’è anche il lato più ‘estetico’. Tema questo che viene fuori soprattutto nel periodo primaverile quando, dopo i ponti di aprile e maggio e con il rialzo delle temperature che fa presagire l’estate, si corre ai ripari dopo le abbuffate invernali. Il mercato del ‘dimagrimento’ in Italia supera i 14 miliardi di euro all’anno.

Cibo sano, diete ipocaloriche, visite dal nutrizionista, il dato è la sommatoria del mercato nel suo complesso. Secondo le stime della Sima saranno circa 16 milioni (il 27,2% dei residenti) gli italiani che adesso si metteranno a dieta per migliorare il proprio aspetto fisico ed arrivare pronti al periodo estivo. Il tema però è (ancora) socio-economico: i prezzi dei prodotti ‘sani’ sono sempre più alti rispetto a quelli dei cibi considerati ‘spazzatura’.

Per Alessandro Miani, presidente del Sima, la soluzione è sotto i nostri occhi: “I mercati comunali, per le grandi città, ed i mercati contadini nelle località minori sono già una prima risposta al problema – dice a Fortune Italia – Dobbiamo riscoprire l’autenticità del cibo Made in Italy e della nostra dieta mediterranea, che purtroppo in Italia il 40% della popolazione ha abbandonato. Prodotti stagionali e coltivati in prossimità dei nostri luoghi di vita hanno costi più contenuti e fanno bene alla nostra salute oltre che all’economia nazionale. Questa è la migliore ricetta per far convivere il nostro portafogli con un’alimentazione sana, equilibrata e ricca di elementi nutraceutici e funzionali. Le azioni intraprese  dal Governo Meloni e in particolare dal Ministro Lollobrigida stanno andando in questa direzione”.

verdure mercato

Secondo l’Italian Barometer Obesity Report, nel nostro Paese le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni, e circa 6 milioni di individui, pari al 12% della popolazione, sono a tutti gli effetti obesi, con una incidenza maggiore al Sud (14%) rispetto al 10,5% del Nord-Ovest e del Centro. Spesso si ricorre agli integratori alimentari, cui spesa nel nostro Paese ha raggiunto i 4 miliardi di euro, secondo Sima. Al tempo stesso si impenna la vendita dei farmaci per la perdita del peso che, a livello globale e secondo i numeri ufficiali, registrano un aumento del +25% solo nel primo trimestre del 2023.

Bisogna fare attenzione però alle diete drastiche e al ‘fai da te’: “Il 75% di coloro che inizieranno una dieta alimentare reperirà informazioni sul web  – dice Miani – modificando le proprie abitudini a tavola senza rivolgersi ad un professionista del settore. Un rischio sul fronte della salute, considerato che una dieta sbagliata e sbilanciata può avere sul nostro organismo ripercussioni serie, che vanno dal semplice affaticamento e mal di testa ai disturbi del sonno, crampi o perdita di massa muscolare, fino a poter causare problemi renali (nel caso delle diete iper-proteiche sbilanciate) e malnutrizione. E non è certo un caso se, in base ai numeri ufficiali, solo in Europa 950mila persone perdono ogni anno la vita a causa di diete alimentari sbagliate e malsane”.

obesità

Per il presidente del Sima serve tutelare il nostro patrimonio enogastronomico e agroalimentare e “valorizzare l’identità dei territori italiani, le tipicità, la nostra storia, il sapere dei nostri agricoltori e la qualità di ciò che possiamo acquistare per alimentarci in modo sano senza dover ricorrere sempre e solo alla grande distribuzione organizzata. Gli integratori alimentari, ad esempio, sopperiscono alla carenza dei micronutrienti essenziali alla salute che sempre meno troviamo disponibili in prodotti che per arrivare maturi sulle nostre tavole vengono raccolti ancora acerbi e vengono fatti maturare durante i lunghi viaggi in nave, da ogni parte del mondo. E le conseguenze sono anche per l’inquinamento ambientale. Prendiamoci un po’ di tempo per conoscere la nostra terra, la nostra comunità, il nostro territorio e certo potremo tornare a riscoprire i sapori autentici della cucina italiana. Cucina povera, ma sana”, conclude.

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