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Le banche riducono i costi sui conti correnti  

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Le banche provano a ridurre l’impatto dell’inflazione e del rialzo dei tassi d’interesse per aiutare i clienti. Molti istituti di credito italiani hanno varato  iniziative per garantire ai clienti una riduzione dei costi dei conti correnti e una remunerazione sui risparmi. Con il rialzo dei tassi d’interesse le banche hanno visto lievitare i loro ricavi, scatenando critiche spesso feroci sul profitto nel momento di difficoltà ed un dibattito acceso sull’opportunità di una tassa sui maggiori profitti.

A fronte di uno scenario che è passato da interessi negativi a tassi alle stelle, ci si pone ora il problema della remunerazione della liquidità che si trova sui conti. In realtà il tema dei conti correnti viene affrontato con un drastico taglio dei costi. La remunerazione dei conti bancari rimane vicina allo zero ma questi, fanno osservare alcuni operatori, sono considerati un servizio e non una forma di risparmio.

“Bisogna distinguere il conto corrente che è uno strumento di servizio, dal conto deposito”, spiega Antonio Patuelli (nella foto in evidenza), presidente dell’Abi. “Se si vogliono far rendere i quattrini – aggiunge – bisogna metterli in un conto di deposito”. I costi dei conti correnti erano lievitati con uno scenario di tassi negativi ma ora, dopo i rialzi fatti dalla Bce, le banche stanno correndo ai ripari. E così la strada della riduzione dei canoni è già stata imboccata da numerosi istituti tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit, Fineco e Bper.

La riduzione del canone deciso da Unicredit, ad esempio, riguarderà 4,5 milioni di clienti che beneficeranno di un risparmio annuo fino a 50 euro ciascuno. Intesa Sanpaolo non ha effettuato aumenti agganciati all’inflazione e a partire da fine luglio, azzererà completamente l’unico incremento applicato nel 2017 ripristinando così le condizioni economiche del conto corrente, che aveva riguardato solo una fascia contenuta di clientela.

Inoltre, per chiunque apra online un conto in Intesa Sanpaolo il canone è azzerato e per gli under 35 è previsto un conto dedicato completamente gratuito e senza oneri, con imposta di bollo a carico della banca. Discorso diverso, invece, è quello relativo ai conti deposito dove si vede già una crescita dei rendimenti. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè solo certificati di deposito e depositi vincolati) a marzo, secondo i dati dell’Abi, si attestava al 2,65%, rispetto allo 0,06% di marzo 2022.

Il conto deposito, però, rappresenta una fetta minoritaria, in considerazione anche del fatto che non sono uno strumento offerto dalle grandi banche. Sono diverse le formule offerte dalle banche che consentono una remunerazione della liquidità. Intesa Sanpaolo ad esempio non ha dei veri e propri conti di deposito, ma la sua offerta prevede forme di investimento analoghe ed ulteriori per remunerare i risparmi, anche nel breve periodo. Bper Banca, invece, prevede, attraverso due strumenti, formule vincolate che vanno da 1 a 36 mesi. Le banche, evidenzia ancora il presidente dell’Abi, si stanno facendo una “fortissima concorrenza nella raccolta del risparmio” e nei tassi applicati sui prodotti di risparmio.

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