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Istat, cala la fiducia di consumatori e imprese. Male le costruzioni

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Dopo due mesi consecutivi di crescita, il clima di fiducia delle imprese diminuisce: la flessione dell’indice con cui l’Istat misura l’ottimismo (o il pessimismo) delle aziende italiane esprime un generale peggioramento della fiducia in tutti i comparti, più accentuato nelle costruzioni. Cala anche la fiducia dei consumatori, riportandosi sul livello dello scorso marzo. “Anche in questo caso l’indice sintetizza un diffuso deterioramento delle opinioni”, dice l’Istat.

A maggio 2023 si stima una flessione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 105,5 a 105,1), sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 110,4 a 108,7.

L’indice sulla fiducia delle imprese si basa su domande che variano in base a ogni settore industriale (dai giudizi sul livello degli ordini a quelli sulle scorte di magazzino), mentre quello sulla fiducia dei consumatori viene costruito sulla base di nove domande: situazione economica del Paese e della famiglia, disoccupazione, opportunità attuale e possibilità future del risparmio, opportunità all’acquisto di beni durevoli, giudizi sul bilancio familiare.

L’indice totale dei consumatori viene anche disaggregato: il clima economico aumenta da 119,0 a 119,8 mentre quello personale, corrente e futuro diminuiscono (rispettivamente, da 100,9 a 100,1, da 100,2 a 100,0 e da 113,3 a 112,6).

Cala la fiducia nel settore costruzioni

Per le imprese il clima di fiducia peggiora in tutti i comparti.

I dati peggiori si registrano nella manifattura e nelle costruzioni, dove l’indice scende, rispettivamente, da 102,8 a 101,4 e da 164,2 a 159,4. “In relazione alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nelle costruzioni tutte le variabili registrano un andamento negativo”, dice l’istituto di statistica. A livello settoriale, nella manifattura si segnala un aumento della fiducia solo nei beni di consumo mentre nelle costruzioni tutti i settori coperti dall’indagine evidenziano un peggioramento dell’indice.

Il datto sulla fiducia nel settore delle costruzioni arriva dopo la stima dello stesso Istat sugli indicatori economici, che al contrario per i primi mesi del 2023 è positiva: “gli ultimi dati congiunturali, relativi ai primi mesi del 2023, mostrano nel complesso segnali moderatamente positivi”, ha detto il direttore della Direzione Centrale per la Contabilità Nazionale, Giovanni Savio, in audizione il 25 maggio alla commissione Bilancio della Camera sugli incentivi fiscali in edilizia: la stima dell’Istat sugli investimenti addizionali in costruzioni indotti dagli incentivi edilizi sarebbe di quasi 51,4 mld.

Nello specifico,  “risulterebbe pari a 758 milioni di euro per il 2020, 18,6 miliardi per il 2021 e 32,0 miliardi per il 2022”.

Superbonus, la danza dei numeri non certificati

Intanto nei servizi di mercato l’indice cala da 105,5 a 104,1 e nel commercio diminuisce da 112,9 a 111,6. “Nei servizi di mercato le opinioni sul livello degli ordini in miglioramento si uniscono a giudizi sull’andamento degli affari e ad aspettative sugli ordini in peggioramento”, dice l’Istat. Nel commercio al dettaglio tutte le componenti si deteriorano.

“Per quanto riguarda il comparto dei servizi di mercato, il trasporto e magazzinaggio e l’informazione e comunicazione registrano un aumento dell’indice; nel commercio al dettaglio il peggioramento della fiducia emerge solo nella grande distribuzione mentre in quella tradizionale l’indice è in risalita”, dice l’Istat.

 

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