NF24
Cerca
Close this search box.

L’erede Tajani e la suggestione Marina Berlusconi, caccia al successore politico del Cavaliere

Per l’ex premier la malattia è stata la sfida più difficile della vita. Una battaglia durissima. Una grave infezione polmonare nel contesto di una condizione ematologica complicata, con leucemia mielomonocitica cronica, è devastante per un uomo giovane e sano, figurarsi per un 86enne con problemi di salute. Eppure, nonostante i mali, gli acciacchi, le malattie, Berlusconi nelle settimane precedenti al primo ricovero, ad aprile, aveva guidato la rivoluzione interna degli assetti di Forza Italia. E l’aveva fatto a modo suo. Assumendosi la paternità di tutte le decisioni.

Le sue mosse politiche avevano come ultima ratio quella di lasciare un partito in mani sicure, a persone di stretta ortodossia berlusconiana. Per Berlusconi Forza Italia doveva avere una linea politica certa, non aggressiva nei confronti del governo. Da qui il ridimensionamento di ambizioni legittime di dirigenti giovani, rampanti e ambiziosi come Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli, considerati “falchi” e non esattamente teneri con la premier Giorgia Meloni. 

Da tempo la famiglia Berlusconi, però, ha separato i destini aziendali dalle ancora grandi ambizioni politiche dell’ex premier. Il partito Forza Italia non è più da tempo tra gli asset principali della famiglia Berlusconi. Forza Italia, nelle intenzioni di Berlusconi, che ne ha ridisegnato più volte l’assetto organizzativo negli ultimi mesi, non deve essere una costola di Fratelli d’Italia, ma deve comunque essere centrale nel centro destra a trazione meloniana.

Berlusconi, d’accordo con i figli Marina, Barbara, Luigi e Piersilvio, ha da tempo sganciato i destini della sua creatura politica da Mediaset, ora denominata MediaforEurope, Mondadori e tutti gli altri asset economici familiari che fanno registrare ricavi netti per quasi 3 mld annui, in crescita dell’11 per cento rispetto al 2020, con un utile netto di 374 milioni, in aumento del 169 per cento rispetto all’anno precedente e circa il doppio del 2019 pre-Covid.

L’eredita politica di Berlusconi è appetita quanto quella economica. Ma non c’è, almeno a sentire analisti politici di vaglia, nessuna rilevante figura politica tra gli azzurri capace di fare da collante per tutti come faceva il Cavaliere. Eppure occorre evitare incertezze, favorire il passaggio di consegne per evitare preoccupazioni anche fra i quasi 5 mila dipendenti del gruppo economico della famiglia Berlusconi. Un gruppo che ha spostato la sede legale in Olanda ed ha nelle sue fila un esercito di 400 eletti, a ogni livello, in Forza Italia. 

Forza Italia non sarà più quella di prima. Forse già non lo era. Ai vertici del partito tutti sono concordi nell’affermare che la presenza di Berlusconi nelle campagne elettorali valeva i due terzi dei consensi di FI. E i sondaggisti sono unanimi nell’asserire che alle ultime Politiche l’insperato 8 per cento di Fi sia frutto quasi esclusivo del ritorno in campo dell’ex premier.

A tutto vantaggio dei parlamentari eletti in liste bloccate: ci sono 63 fra senatori e deputati, per non parlare dei cinque ministri, che tutto devono a Berlusconi. Ora il futuro è davvero un’incognita. Il partito dovrebbe passare nelle mani di Antonio Tajani e di Marta Fascina, la compagna di Silvio Berlusconi che nell’ultima tornata di nomine hanno fatto il pieno di fedelissimi. Ma l’opposizione interna potrebbe far valere lo statuto del partito, che all’articolo 23 definisce la composizione del comitato di presidenza: e questo organismo non contempla il coordinatore, che oggi è appunto Tajani. 

L’opposizione interna è già pronta a fare battaglia contro una eventuale successione automatica del vicepremier e ministro degli Esteri a Silvio Berlusconi. Tajani, si fa notare, non ha neppure la rappresentanza legale del partito, dunque la disponibilità del simbolo, per anni affidata all’ex senatore Alfredo Messina. 

All’orizzonte, se venisse meno l’effetto Cavaliere, potrebbe profilarsi un esodo di massa. Verso il partito della Meloni, appunto, la Lega o formazioni centriste. E poi c’è la questione finanziaria, non irrilevante: Forza Italia ha un indebitamento di circa 90 milioni, coperto da due fideiussioni personali di Berlusconi. Gli eredi continuerebbero a garantirle? Uno dei tanti interrogativi che Berlusconi lascia sul campo. 

Ma chi potrebbe essere il prossimo leader di Fi che non vuole sciogliersi nel contenitore di FdI o della Lega? Chi può prendere il posto di Silvio Berlusconi, se Antonio Tajani non ci riesce? Il nome più rassicurante sarebbe quello di Marina Berlusconi. La figlia maggiore, la più capace dal punto di vista imprenditoriale, ma non molto comunicativa, almeno non per l’elettorato fedele a Fi (gran parte sono ormai pensionati) da sempre coccolato dall’istrionismo del Cavaliere. Da questo punto di vista l’erede perfetta sarebbe l’altra figlia, Barbara, che descrivono come “Silvio al femminile”, amante del calcio e della bella vita, simpatica, intelligente e accattivante. Ma certo se la scelta cadesse su di lei, il rischio di un cortocircuito familiare sarebbe elevato. E poi è ancora molto giovane (tra poco compirà 31 anni).

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.