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Maratona Spazio: la filiera italiana della Space economy eccellenza mondiale

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La space economy globale  varrà 393 mld nel 2023 e raggiungerà un volume d’affari di mille mld di dollari entro il 2040, grazie in particolare alla spinta degli investimenti privati, ma il suo potenziale è legato alla sostenibilità economica e alla sicurezza informatica. Nell’ambito della ‘Maratona Space: sfide e opportunità dalla quinta dimensione – organizzato su iniziativa dell’onorevole Giulio Centemero, e moderato da Sara Garino, giornalista di Libero – si traccia subito il quadro di un’economia che può trainare il Paese nella ripresa, e che di fatto ha impiegato e stanziato tutti i fondi del Pnrr Space, con contratti sottoscritti ed avviati dall’Agenzia Spaziale Italiana già ad aprile 2023.

“Lo Spazio, del resto, è un settore che sta cambiando pelle”, spiega nel suo intervento la  vicepresidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Elda Turco Bulgherini, già docente di diritto della navigazione  e trasporti all’Università Sapienza. “Fino a pochi anni fa il settore era contrassegnato dall’intervento quasi esclusivo dello Stato, mentre oggi ci sono ambiti nuovi, più aperti, che lo Spazio può offrire in relazione alle attività commerciali”. Secondo la Bulgherini, la Politica deve prevenire e assecondare questo mondo, attraverso il mezzo legislativo, in grado di accompagnare la transizione delle attività spaziali verso il business. “Va in questa direzione anche la creazione del Comint – comitato interministeriale per le politiche relative allo – istituito dalla legge n.7 dell’11 gennaio 2018 che prevede misure per coordinamento per politica spaziale e funzionamento di questo organismo, di cui fanno parte i ministri coinvolti nelle attività spaziale”, ovvero Esteri, Made in Italy, Università, Ricerca, Economia, Difesa. L’attività dell’aerospazio in Italia è radiata e articolata in distretti, questo rende il settore più organizzato e radicato sui territori.

La Filiera Space Italiana

La supply-chain space nel nostro Paese è costituita da grandi e strategici attori internazionali e da valide Pmi.
Leonardo e Thales Alenia Space sono i maggiori attori italiani, e Franco Ongaro, Chief space business officer di Leonardo commenta con ironia: “Non siamo francesi, diremo di essere fra i migliori al mondo, anche se le Mission più ambite di Nasa e Esa utilizzano i nostri satelliti”. Continua parlando del valore del Pnrr, che definisce “bellissima iniziativa del nostro Governo, volontà di essere ancora più protagonista nello Spazio, ma soprattutto apre la porta a una vera integrazione delle attività spaziali con regioni, problemi territoriali, infrastrutture, capacità e creazione della filiera nazionale“.

Gli fa eco Massimo Comparini, Ceo dell’altro gigante dell’economia space, Thale Alenia Space che sempre in tema di Pnrr spiega che questo sarà una delle fonti di finanziamento delle azioni del settore, che si aggiunge al  “ruolo dell’Asi e il suo piano triennale e la partecipazione alle attività Esa. Questo consente al Pnrr di essere acceleratore” di un settore già in pole position. “Questi tre pezzi ci consentano, con rispetto della nostra storia, di proiettarci ad essere leader in tutti i domini dell’ambito spaziale“. Comparini ricorda anche come  “l’Italia è stata la prima in Europa a concepire una costellazione, Cosmo SkyMed, ed ha concepito uno strumento iperspettrale fra i primi al mondo, ha consentito poi di immaginare un Pnrr che fosse disegnato su questo“.  In tema di esplorazione dello spazio, aggiunge che: “Tutti sentiamo parlare di ritorno sulla Luna, avverrà nel 2026, nel 2024 Artemis farà orbitare astronauti intorno alla luna. E parte di questo progetto è avere capsula in orbita cislunare, ma oggi la prima stazione spaziale lunare la sta costruendo l’italia, tre moduli pressurizzati, due attraverso contributo Esa e uno Nasa”. In questo, continua il Ceo di Thales, c’è l’innesto della filiera italiana, “perchè l’85% di questo è prodotto è  sviluppato e progettato in Italia dalla filiera delle imprese, scelte per tecnologie che hanno sviluppato e creato con noi negli scorsi vent’anni, attraverso la sinergia delle attività”.

un momento della Maratona Spazio

C’è grande attesa per il bilaterale Italia – Usa, che per gli esperti rappresenta la conferma la grande capacità che il Paese ha  di guidare progetti così importanti, e che nelle attese dei molti potrebbe sancire i termini per lo sviluppo, in Italia,  del  primo modulo spaziale lunare.

Tutto questo non è possibile per una sola impresa, ma avviene perché l’Italia ha conservato connessione fra imprese, centri di ricerca, aziende piccole e grandi, e tutto questo ha avuto una ricaduta importante, per la piccola impresa italiana, di circa 70 mln di euro che sono andate alle Pmi nel 2022.

Fra le imprese piccole e medie della filiera, erano presenti all’evento alcuni rappresentanti di pregio, come Media Lario, che realizza   ottiche e strumentazioni come telescopi a raggi x; D-Orbit , che ha sviluppato una piattaforma spaziale multi-funzione Inorbit, uno space lab, un laboratorio che potrà sviluppare i dati  direttamente in orbita, grazie alla  piattaforma Ion, al sistema di intelligenza artificiale e al  ground segment, la stazione Asi a Matera. Poi ancora Argotec, che ha firmato, fra l’altro, il micro satellite a bordo della missione Artemis, che ha realizzato le prime immagini del dark space.

La Space Economy nasce nel 2012

“La definizione di Space economy è recentissima, fu coniata dai vertici dell’Ocse e risale al 2012”. Prende la parola Simonetta Di Pippo, direttore dello Space Economy Evolution Lab della SDA Bocconi, SeeLab. Parlando di Space Economy “si intende l’insieme del settore spaziale propriamente detto e di tutta la filiera, lanciatori, satelliti, sonde, utilizzo dati ma anche dell’indotto, il valore creato grazie all’utilizzo di infrastrutture spaziali”. La Di Pippo, che  è stata anche a capo dell’ufficio degli Affari dello Spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite (Unoosa), spiega che “Quando si dà un valore alla space economy oggi, 470mld euro (globale) è una sottostima, perchè mentre il settore spaziale propriamente detto, la comunità spaziale nel suo insieme, ma l’indotto è più difficile da stimare, categorizzazione condivisa”. La Di Pippo si dice “lieta che ci sia questa discussione oggi, perché mettere lo spazio al centro di una politica e di una spinta del paese verso la posizione che ha e merita, non solo nel settore spaziale, lo spazio è fondamentale e lo è il fatto che il. numero delle imprese sta crescendo, anche importantissime imprese in Italia che hanno fatto la storia dello spazio mondiale, in Italia c’è impresa che ha sviluppato il 50% dei moduli pressurizzati della parte non russa. “Sviluppo e accompagnamento della forza lavoro del futuro, se parliamo dei 7,2mld che son l’investimento, e se escludiamo il contributo dell’Europa,  capiamo che abbiamo bisogno di una forza lavoro preparata ma più ampia, e ci sarà bisogno

Spazio patrimonio dell’Umanità?

L’Asi, che ha un budget di 2,2 mld di euro per il 2023, è impegnata nella diffusione della cultura spaziale, un’attività fondamentale se si considera che tutto il nostro quotidiano è contrassegnato dalle ricadute scientifiche spaziali, e compito della politica è quello di sostenere questo processo. Dal canto suo, l’Agenzia dovrà invece aiutare la politica per la nuova legge per lo Spazio. Soprattutto in vista della nuova dimensione assunta dall’economia dello spazio, l’apertura a queste nuove declinazioni commerciali presenta problematiche sconosciute ad oggi, ma che già sono realtà affermate in America, dove i capitali privati stanno investendo notevolmente nel settore, basti guardare a Besos e Mask. Questo ci dà la dimensione di quelle che sono le proporzioni di utilizzo dello Spazio, materia che non è ancora affatto regolamentata.

Fino ad ora lo Spazio era ritenuto patrimonio dell’Umanità, e l’idea comune era che si potesse utilizzare a beneficio di tutti, oggi invece vediamo come le operazioni condotte siano finalizzate al profitto, e occorre quindi una normativa che regolamenti queste attività, anche nei rapporti fra operatori e con le istituzioni.

Bisogna quindi, tornando all’Italia, definire una politica industriale spaziale, e inserirla nel contesto più ampio del piano industriale nazionale.

Iride e i fondi del Pnrr Space

Il Pnrr ha stanziato un totale 570 mln di euro all’Agenzia Spaziale Italiana, nell’ambito del finanziamento della Space economy e tech, a cui si sono aggiunti i fondi del Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc), pari a 310 mln, per un totale di 880 sempre a valere dal 2021 al 2026. Ci sono poi 1,8 mld di euro assegnati dal Pnrr ad Esa per la realizzazione della costellazione Iride costituita da 22 satelliti che saranno realizzati tutti da aziende italiane. I primi 10 satelliti saranno consegnati a novembre 2024.

“Si tratta di una sfida unica e di una grande opportunità per il Paese” commenta Guido levrini Esa, Iride programme manager, che sottolinea come questa nuova costellazione servirà al Paese “per sviluppare ulteriori competenze, anche se l’Italia è già una delle poche potenze mondiali, nello Space, che hanno le competenze e la filiera completa, capace di sviluppare un sistema hand to hand, in tutti i settori tecnologici”.

L’Italia è stata l’unico paese ad avere avuto visione e coraggio di intraprendere questa sfida, secondo l’esperto Esa, che parla di “ambizione che è quella di riuscire a mettere a sistema questa complessità in un tempo record. L’Italia può fare un salto, uno step function impressionante. È anche un’opportunità per far crescere competenze industriali in tutto l’ecosistema italia, le piccole imprese, i centri di ricerca, le grandi imprese che sanno fare integrazione. Riflettiamo sul fatto che la ricetta per il successo è fatta di ingredienti che insieme funzionano”. Per implementare il programma nei tempi assegnati, il primo collo di bottiglia sono i giovani: dobbiamo investire in competenze, formare i giovani, e stabilire un collegamento virtuoso fra preparazione delle università e inserimento nel mondo del lavoro.

 

 

 

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