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Lavoro, troppi ostacoli per le madri: il 19% lascia per curare i figli

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In Italia, le donne che sono madri e si trovano nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 54 anni rappresentano il 57,4%, rispetto all’88,2% dei padri. Purtroppo, secondo un’indagine recente, il tasso di abbandono del lavoro per le donne lavoratrici si attesta al 19%, principalmente a causa delle necessità di cura dei figli. Nonostante il basso tasso di occupazione femminile nel paese, non si registra un aumento significativo del tasso di natalità, e questi due fenomeni non sembrano avere una correlazione diretta. Al contrario, in paesi come Francia e Germania, dove i tassi di natalità rimangono stabili, l’occupazione femminile raggiunge il 70,8%, quasi 13 punti percentuali in più rispetto all’Italia. Ciò solleva la questione delle sfide che le madri lavoratrici devono affrontare nel mercato del lavoro italiano.

Le barriere per il lavoro delle madri

Le ragioni alla base di questo deficit occupazionale sono diverse e includono la scarsa disponibilità o distribuzione disomogenea dei servizi per le famiglie, ritardi culturali, efficacia parziale delle politiche attive, pay gender gap, asimmetria dei ruoli all’interno della coppia e pregiudizi culturali diffusi. Queste sono alcune delle conclusioni dell’indagine “Non sostenibilità del lavoro femminile in Italia”, patrocinata da Nodus, Centro Studi economia sociale e Lavoro, con la partecipazione di Paola Caccia Dominioni, Responsabile HR & Organization di One Works, e Bianca Pischetola, Social Studies della stessa multinazionale italiana specializzata in Design e progettazione integrata nel settore Infrastrutture, Aviation e Real Estate. I dati dell’indagine si basano su un campione di oltre mille donne intervistate in tutto il territorio nazionale, tra madri con figli minorenni, lavoratrici e non.

Disuguaglianze nel mercato del lavoro

Le donne risultano più spesso titolari di contratti precari, lavori part-time involontari o lavoro nero rispetto ai colleghi uomini. Il part-time involontario colpisce il 17% delle donne e il pay gender gap si attesta al 16%. Dopo due anni dalla maternità, una lavoratrice guadagna dal 10% al 35% in meno rispetto a quanto avrebbe guadagnato se non avesse avuto figli. Molte delle donne intervistate hanno dichiarato di voler lasciare il lavoro, e di queste, l’80,8% ha un impiego a tempo pieno e il 19,2% a tempo parziale. Oltre il 95% delle intervistate ha a carico più del 50% del lavoro di cura della famiglia, evidenziando una forte asimmetria dei ruoli all’interno delle coppie e sottolineando una questione di natura culturale.

Impatto della spesa pubblica e interesse per lo Smart Working

L’indagine ha evidenziato che l’occupazione femminile è più elevata nelle regioni in cui la spesa pubblica per la creazione di asili nido e lo sviluppo di servizi a sostegno delle famiglie è maggiore. Ad esempio, le regioni come Trentino-Alto Adige (63%), Valle d’Aosta (65%), Lombardia, Toscana, Friuli e Emilia (60%) superano di quasi la metà l’occupazione registrata nelle regioni del Mezzogiorno (30%), principalmente a causa di una differenza significativa nella spesa pubblica per i servizi di supporto alla genitorialità. Infine, l’indagine ha rivelato che le donne intervistate mostrano un particolare interesse per lo Smart Working, poiché offre maggiore flessibilità oraria, elimina i tempi di spostamento e consente di supervisionare il personale domestico e i familiari.

L’indagine mette in luce le sfide che le madri lavoratrici affrontano in Italia e indica una serie di ostacoli che impediscono una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. È necessario affrontare e superare le disuguaglianze di genere, investire nella creazione di servizi per le famiglie, promuovere politiche attive a favore dell’occupazione femminile e promuovere un cambiamento culturale che sostenga una distribuzione più equa dei ruoli all’interno delle coppie. Solo attraverso tali interventi sarà possibile favorire una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro e stimolare un aumento del tasso di natalità nel paese.

 

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