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The Conversation

Armida Filippelli

La formazione professionale? Momento di sviluppo della libertà responsabile e creativa del lavoratore. La Regione Campania, dopo anni di uso e abuso di risorse della formazione professionale impiegate come ammortizzatori sociali per schiere di disperati senza lavoro, ha spazzato via le scelte politiche sbagliate. Si è intestata una battaglia di civiltà in un Paese che affronta momenti difficili: usare la formazione continua come strumento indispensabile per contrastare l’espulsione dal mercato del lavoro.
A dedicarsi anima e corpo alla costruzione di un sistema di formazione professionale con risorse pubbliche che metta al centro il lavoratore è Armida Filippelli, una vita spesa come preside e dirigente scolastico pubblico, oggi assessore regionale alla Formazione nella giunta del presidente Vincenzo De Luca.

INTERVISTA DI PAOLO CHIARIELLO

Qual è il suo principale obiettivo?

Umanizzare la formazione al lavoro, favorire l’inserimento attivo in questo mondo del lavoro e promuovere una cultura di solidarietà. La Regione (1) sta anche predisponendo bandi per la formazione dei giovani e per lo sviluppo delle competenze, in collaborazione con le aziende e il settore educativo. L’obiettivo è ridurre il divario tra domanda e offerta di competenze e promuovere l’uguaglianza di genere.

Magari questo è quello che lei sogna di fare, poi però c’è la realtà…

No no, guardi che la formazione deve essere fatta così. Deve essere collegata ai percorsi professionali e sviluppare soft skill come il problem solving, l’autonomia. È necessario promuovere la transizione tecnologica e semplificare la burocrazia nel settore. L’obiettivo finale è garantire che nessun cittadino campano resti ai margini della società a causa della mancanza di strumenti e opportunità di formazione. Non giudico chi mi ha preceduto, ma col presidente De Luca abbiamo cambiato radicalmente metodo.

Il capitale umano, (2) i lavoratori, non viene considerato ‘merce’ omogenea?

Ogni individuo ha talenti, competenze e esperienze uniche che possono contribuire in modi diversi alla società. Ignorare questa diversità può limitare il potenziale delle persone e ostacolare lo sviluppo sociale ed economico.

Quali sono le difficoltà che si incontrano nella formazione del capitale umano in una società sempre più complessa?

La modernità, la rivoluzione tecnologica e la globalizzazione offrono molte opportunità, come l’accesso a nuove conoscenze e mercati. Tuttavia, comportano anche l’immissione di molte nuove difficoltà a cui non eravamo abituati a rispondere. Il capitale umano è sottoposto a pressioni continue di cambiamento, e dare soluzioni basate sul modello del passato potrebbe non funzionare. Pertanto, è necessario adattarsi e sviluppare nuove competenze per affrontare le sfide dell’era moderna. I cambiamenti del mercato del lavoro richiedono un pensiero flessibile, un apprendimento rapido e continuo, nonché mobilità. Invece di cercare una standardizzazione di massa, dobbiamo abbracciare l’unicità di massa e dare centralità all’aspetto umano. Questo implica adattarsi al cambiamento, imparare in modo rapido e continuo e sviluppare un pensiero flessibile per affrontare le sfide in evoluzione del mercato del lavoro.

Qual è il problema principale legato alla carenza di lavoratori preparati sul mercato del lavoro?

Le imprese stanno incontrando difficoltà crescenti nel trovare i profili giusti per le loro esigenze. Ci sono molte ricerche e studi di settore che indicano come la carenza di candidati adeguati è diventata un’emergenza nazionale. Ciò limita la capacità delle imprese di operare a pieno regime e può rallentare lo sviluppo economico del Paese.

Un altro importante vulnus che incontriamo in Italia nel preparare un mercato del lavoro adeguato alle sfide della modernità e della complessità è certamente la difficoltà nel collegamento tra istruzione, formazione e impresa nel sistema scolastico.

Vengo dal mondo della scuola e non posso non convenire con lei che il sistema scolastico attuale presenta difficoltà importanti nel favorire un collegamento semplice tra istruzione, formazione e impresa. Questo rappresenta un grande problema quando la carenza di lavoratori sul mercato e la difficoltà delle imprese nel trovare i profili adeguati diventano sempre più evidenti. È necessario stabilire un collegamento reale ed efficace tra la formazione ricevuta a scuola e le competenze richieste dal mercato del lavoro per affrontare queste sfide.

Come si favorisce il collegamento tra formazione e imprese per soddisfare le esigenze del mercato?

Il segreto sta nella continua interazione tra formazione e imprese. Non solo le qualifiche si acquisiscono nei contesti formali, ma anche nei contesti informali come i luoghi di lavoro. È fondamentale sviluppare percorsi formativi in base alle richieste del mercato, fornendo competenze innovative (3). Ad esempio, se ci sono esigenze specifiche per operai nel settore della fibra ottica, è necessario indirizzare la formazione verso quelle competenze per colmare il divario tra la domanda e l’offerta di professionisti qualificati. La dialettica costante tra formazione e imprese è la chiave per raggiungere questo obiettivo.

Secondo alcuni studi, l’85% dei lavori attuali non esisterà più nel 2030. Qual è la priorità della scuola in questo contesto?

La priorità della scuola deve essere quella di educare al pensiero critico, di dare a tutti gli strumenti, le soft skill, per capire e governare la complessità, fornendo conoscenza, istruzione e un metodo di ricerca costante per la soluzione dei problemi. La formazione professionale è un’occasione per tutti coloro, anche giovanissimi, che si sentono pronti, per inclinazione o per necessità, ad affrontare il mondo del lavoro. In particolare il nostro obiettivo è ridurre il fenomeno dei Neet, che in determinati contesti a rischio possono diventare manovalanza criminale. La Regione Campania vuole intervenire sulla dispersione e sull’evasione scolastica con una formazione di qualità, in cui gli studenti e le studentesse siano avviati alla cultura del lavoro, seguendo il sistema duale (il nostro è meglio di quello tedesco perché c’è un maggior equilibrio tra la preparazione di base e l’apprendimento in azienda) e studiando tutte le materie attinenti al corso intrapreso.La formazione professionale regionale diventa un fondamentale strumento per aggiornare e fornire competenze, per aiutare i lavoratori a ricollocarsi nel mondo del lavoro, aumentando la competitività del sistema economico e produttivo.

Come si può colmare il divario tra Nord e Sud in termini di opportunità formative?

Dobbiamo iniziare con l’istruzione (4). È importante riconoscere che le differenze sociali spesso hanno origine da situazioni di svantaggio culturale e sociale. Ad esempio, se mancano asili nido nelle zone svantaggiate, i bambini cresceranno con delle mancanze rispetto ai loro coetanei di altre regioni. È quindi fondamentale garantire pari opportunità educative a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro provenienza geografica.

Secondo il rapporto di Unioncamere Excelsior, la domanda di lavoratori nei prossimi quattro anni sarà di circa 4,3 milioni, ma si prevede una carenza di candidati (5). Quali sono le strategie da seguire?

Per affrontare la carenza di candidati sul mercato del lavoro, abbiamo attivato il Programma GOL, che prevede percorsi di upskilling e reskilling. Finora abbiamo preso in carico 105.731 persone, superando il target previsto di 81.420. Inoltre, abbiamo introdotto il Sistema Informativo Istruzione Lavoro e Formazione (SILF), una piattaforma tecnologicamente avanzata per tracciare le attività formative nella Regione. Attraverso questi programmi, puntiamo a connettere, creare percorsi innovativi e colmare i gap esistenti nel sistema educativo e lavorativo.

Come viene valorizzato il talento e quali sono le iniziative per sviluppare competenze specifiche?

Valorizzare il talento è fondamentale e richiede un investimento sulle competenze. Abbiamo attivato 230 percorsi di formazione Garanzia Giovani dedicati ai Neet (16-25 anni), offrendo loro una dote procapite di 4.000 euro per ottenere una qualifica professionale. Inoltre, abbiamo istituito un centro sperimentale di sviluppo delle competenze che copre diversi settori, come l’aerospazio, il settore marittimo, l’edilizia, l’agroalimentare, l’innovazione sociale, la cyber security e i beni culturali. Questo centro funge da ‘incubatore’ per costruire modelli di orientamento, formazione e certificazione delle competenze, creando un collegamento tra istruzione, formazione e mondo del lavoro.

TRA LE RIGHE

NOTE

(1) La collaborazione: la Regione Campania sta lavorando per ridurre il divario tra domanda e offerta di competenze e promuovere l’uguaglianza di genere attraverso bandi per la formazione dei giovani e lo sviluppo delle competenze in collaborazione con le aziende e il settore educativo.

(2)  Nuovi problemi: la formazione del capitale umano in una società complessa include l’immissione di nuove difficoltà a cui non eravamo abituati a rispondere, richiedendo un adattamento e lo sviluppo di nuove competenze.

(3) Più tecnologia, meno burocrazia:
la formazione deve essere collegata ai percorsi professionali e sviluppare soft skills come il problem solving e l’autonomia.
È necessario promuovere la transizione tecnologica e semplificare la burocrazia nel settore.

(4) Il gap delle opportunità: per colmare il divario tra Nord e Sud, è fondamentale garantire pari opportunità educative a tutti i bambini, indipendentemente dalla loro provenienza geografica.

(5) Le iniziative: per affrontare la carenza di candidati sul mercato del lavoro, sono stati attivati programmi di upskilling e reskilling come il Programma GOL e il Sistema Informativo Istruzione Lavoro e Formazione (SILF) per connettere, creare percorsi innovativi e colmare i gap esistenti nel sistema educativo e lavorativo.

 

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