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Sud, crescita economica record grazie al PNRR ma 460mila laureati sono scappati al Nord

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): un traino per il PIL del Sud, avvicinando le regioni meridionali al Nord

Il Mezzogiorno d’Italia ha finalmente agganciato la ripresa economica post-Covid e sta riuscendo a tenere il passo con il resto del Paese per il terzo anno consecutivo. Dopo un decennio caratterizzato dall’allargarsi dei divari tra le regioni, le nuove previsioni presentate dalla Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) mostrano un aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL) del 0,9% nel Sud Italia nel 2023.

Questo dato si avvicina all’1,2% del PIL del Centro-Nord e all’1,1% dell’intero Paese. Le previsioni indicano che il Piano di Ripresa e Resilienza potrebbe rappresentare un aiuto significativo per il rilancio delle filiere strategiche, dalle energie rinnovabili all’agroalimentare e all’aerospazio, contrastando i rischi di un possibile aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, che avrebbe effetti recessivi più intensi nell’area meridionale, e contrastando anche la diffusione del lavoro precario e povero.

Tuttavia, nonostante l’ottimismo, ci sono ancora sfide da affrontare. Attualmente, un dipendente privato su quattro nel Mezzogiorno guadagna meno di 9 euro all’ora. Qui l’inflazione colpisce più duramente, con una perdita del 12% delle retribuzioni in termini reali dal 2008, rispetto al 3% del Centro-Nord. Inoltre, molti laureati continuano a emigrare verso altre parti del Paese, come dimostrano i 460.000 casi di migrazione registrati tra il 2001 e il 2021.

Con il Piano di Ripresa e Resilienza a pieno regime, il PIL del Sud potrebbe segnare già nel 2023 una crescita dell’1,4%, mentre quello del Centro-Nord potrebbe aumentare dell’1,6%. Successivamente, il contributo aggiuntivo del PNRR dovrebbe essere più significativo per il Sud, consentendo di ridurre il divario di crescita con il Nord entro il 2025.

Tuttavia, al momento attuale, questo non sta accadendo. Il PNRR, nella sua forma attuale, non sarà sufficiente a colmare i divari territoriali, in particolare nei servizi per l’infanzia e nel settore dell’istruzione. Secondo la Svimez, ciò è dovuto a una sostanziale mancanza di correlazione tra i livelli di spesa e le reali esigenze del territorio. Ad esempio, Sicilia, Campania e Puglia hanno avuto accesso a risorse per studente inferiori alla media per quanto riguarda le infrastrutture scolastiche, nonostante le gravi carenze che caratterizzano queste regioni.

Durante la conferenza stampa di presentazione delle anticipazioni del rapporto 2023, il presidente della Svimez, Adriano Giannola, ha affermato che “l’Italia non può essere resiliente, nel senso di riprendere le forme del passato, ma deve rinascere con il PNRR”. Giannola ha auspicato una riprogrammazione “seria” del PNRR, sottolineando la mancanza di una visione programmatica chiara, e ha definito “interessante” l’idea di creare una zona economica speciale (ZES) nell’intero Mezzogiorno, a condizione che sia interpretata in modo articolato e ben governata.

Il Ministro degli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha dichiarato che l’intervento legislativo per istituire la ZES sarà realizzato rapidamente, e che attualmente è in corso un confronto con Bruxelles per rendere strutturale la decontribuzione. Fitto ha inoltre annunciato una collaborazione con la Svimez per lavorare sui fondi europei, al fine di adottare provvedimenti organici già a partire da settembre, nell’ambito di una strategia per il futuro con pochi obiettivi strategici e interventi in grado di “cambiare strutturalmente l’impostazione del Mezzogiorno e le condizioni di crescita”.

Il Piano di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità importante per il Mezzogiorno d’Italia, ma è fondamentale garantire una corretta implementazione e un’allocazione delle risorse adeguata alle reali esigenze del territorio. Solo attraverso un’azione concertata e una strategia ben definita, sarà possibile promuovere una crescita economica sostenibile e duratura nel Sud Italia, contribuendo così a ridurre i divari territoriali e offrendo prospettive migliori per le generazioni future.

Analisi delle previsioni di crescita del PIL delle regioni italiane (2022-2025)

Il rapporto della Svimez fornisce una prospettiva sulla crescita economica del Mezzogiorno d’Italia in relazione al resto del Paese. Secondo le anticipazioni presentate, nel 2023 il Mezzogiorno terrà il passo con il resto del Paese, mentre nel 2024 e nel 2025 si prevede che la crescita italiana si attesti rispettivamente al +1,4% e al +1,2%, con uno scarto contenuto tra Mezzogiorno e Centro-Nord rispetto alle passate fasi di ripresa ciclica. Questo è dovuto principalmente all’impatto espansivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), anche se attualmente considerato solo parzialmente nelle previsioni.

Per comprendere meglio la situazione, analizziamo la tabella delle previsioni di crescita del PIL delle regioni italiane per il periodo 2022-2025:

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| Previsioni di crescita del PIL (2022-2025) |
+———————–+—————-+—————-+——————-+
| Regioni | 2022 | 2023 | 2024 |
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| Piemonte | 2,0 | 1,0 | 1,3 |
| Valle d’Aosta | 5,8 | 1,4 | 1,2 |
| Lombardia | 3,0 | 1,3 | 1,6 |
| Trentino A.A | 6,1 | 0,9 | 1,7 |
| Veneto | 4,6 | 1,2 | 1,4 |
| Friuli V.G. | 2,7 | 1,0 | 1,1 |
| Liguria | 4,9 | 1,1 | 1,2 |
| Emilia-Romagna | 3,7 | 1,0 | 1,8 |
| Toscana | 6,3 | 1,6 | 1,9 |
| Umbria | 1,2 | 0,7 | 0,9 |
| Marche | 3,3 | 1,1 | 1,3 |
| Lazio | 3,9 | 1,4 | 1,5 |
| Abruzzo | 1,0 | 0,9 | 1,1 |
| Molise | 3,9 | 0,6 | 0,8 |
| Campania | 4,1 | 1,1 | 1,1 |
| Puglia | 4,5 | 0,7 | 1,0 |
| Basilicata | 3,1 | 0,6 | 0,8 |
| Calabria | 3,5 | 1,0 | 0,9 |
| Sicilia | 3,1 | 0,9 | 1,0 |
| Sardegna | 2,7 | 0,8 | 1,2 |
+———————–+—————-+—————-+——————-+
| Mezzogiorno | 3,5 | 0,9 | 1,0 |
| Centro-Nord | 3,7 | 1,2 | 1,5 |
| Italia | 3,7 | 1,1 | 1,4 |
+———————–+—————-+—————-+——————-+

(Nella foto in evidenza il presidente Svimez Adriano Giannola con il direttore Svimez Luca Bianchi durante la presentazione di un Rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno presso l’aula dei Gruppi Parlamentari. ANSA/ANGELO CARCONI)

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