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Google, Agcm chiude istruttoria per presunto abuso posizione dominante

Fortune Italia - Google

Si è conclusa l’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per presunto abuso di posizione dominante nei confronti delle società Alphabet Inc., Google LLC, Google Ireland Limited e Google Italy S.r.l. L’Antitrust ha accettato gli impegni proposti dalla big tech, ritenendoli “idonei a garantire un’importante automatizzazione della procedura disponibile per l’esportazione dei dati (Takeout)”.

Le condotte potenzialmente abusive attuate da Google consistevano, infatti, in ostacoli all’interoperabilità nella condivisione dei dati con altre piattaforme, in particolare con l’APP Weople, sviluppata da Hoda per proporre agli utenti modalità alternative di valorizzazione dei dati. Era stata proprio la piccola startup milanese a denunciare Google per pratiche anticoncorrenziali all’Antitrust. Il gruppo Alphabet/Google, sempre secondo l’Autorità, detiene una posizione dominante in diversi mercati e riesce perciò ad acquisire grandi quantità di dati attraverso i servizi erogati (Gmail, Google Maps, Android). Nel 2022 ha realizzato un fatturato pari a 282,8 miliardi di dollari.

L’Antitrust aveva aperto l’istruttoria nel luglio 2022 ipotizzando la violazione del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea

Il gruppo ha presentato un pacchetto di tre impegni. Una scelta che l’Agcm ha ritenuto idonea a rimuovere le preoccupazioni concorrenziali. Due di questi impegni, in particolare, prospettano soluzioni integrative di Takeout, il servizio che Google rende disponibile agli utenti finali per il backup dei propri dati. Si tratta di un servizio utile a facilitare l’esportazione di dati verso operatori terzi.

Proprio questo era stato il problema principale che fece avviare l’istruttoria nel luglio 2022, ipotizzando un abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea. L’istituto della portabilità dei dati è disciplinato, inoltre, anche dall’articolo 20 del GDPR, facilitando la circolazione dei dati e offrendo agli operatori alternativi la possibilità di esercitare una pressione concorrenziale su operatori come Google, che gestiscono ecosistemi basati sulla disponibilità di quantità tendenzialmente illimitate di dati.

Non solo: il diritto alla portabilità, se accompagnato da effettivi meccanismi di interoperabilità, può offrire agli utenti la possibilità di ottenere il massimo potenziale economico dall’uso dei dati personali, anche attraverso modalità di sfruttamento alternative a quelle oggi praticate dall’operatore dominante.

Il terzo impegno di Google offre inoltre la possibilità di iniziare a testare, prima del rilascio ufficiale, una nuova soluzione che permetterà la portabilità diretta dei dati da servizio a servizio, per gli operatori terzi autorizzati da un utente finale che ne faccia richiesta, in relazione ai dati forniti dall’utente stesso o generati mediante la sua attività sul motore di ricerca online di Google e della piattaforma YouTube. Una soluzione attualmente in fase di sviluppo che, secondo quanto indicato dalla stessa Google, avverrà nel primo trimestre del 2024 e che – sempre per effetto degli impegni presi con l’Agcm – potrà essere utilizzata dagli operatori terzi interessati con almeno sei mesi di anticipo rispetto al rilascio effettivo.

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