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Uber, il Ceo non sa quanto costa una corsa ed è sbalordito dalla risposta

È vero che i Ceo possono non essere aggiornati su ogni dettaglio della loro attività, in particolare nel caso di un’azienda che gestisce prenotazioni trimestrali per un valore di 30,7 mld di dollari. Ma il Ceo di Uber Dara Khosrowshahi (nella foto in evidenza) ha inavvertitamente rivelato una lacuna nella sua informazione: quanto costa una breve corsa in uno dei suoi taxi nella città più popolata d’America.

In un’intervista pubblicata questa settimana, Khosrowshahi non solo ha sbagliato la risposta sul costo di un tragitto di tre miglia in un veicolo Uber a New York, ma lo ha sottostimato di oltre la metà. Steven Levy, redattore di Wired, ha chiesto infatti a Khosrowshahi quanto credeva che costasse con Uber un percorso di 2,95 miglia. Khosrowshahi ha risposto di “venti dollari” ma la risposta giusta era  50. In effetti, il viaggio era costato a Levy 51,69 dollari, 20 dollari in più rispetto a quando aveva controllato la app cinque minuti prima della prenotazione.

“Oh, mio Dio!” è stata la risposta di Khosrowshahi, poi ha aggiunto che il costo era stato più basso fino all’aumento delle tariffe.  Aumentare i prezzi di beni e servizi è una pratica comune durante i momenti di picco della domanda. Eppure, in questo caso, ha sottolineato Levy, erano le 10 di una mattina di sole.

Uber al momento non ha risposto alla richiesta di commento di Fortune.

I prezzi aumentano

Certamente pagare 50 dollari per un tragitto breve è un costo più alto del normale, ma i dati indicano che i prezzi di Uber continuano a salire.

Bloomberg Second Measure ha rilevato che un percorso medio negli Stati Uniti è salito del 30% dall’inizio del 2018 al terzo trimestre del 2019. Gli analisti di YipitData hanno poi registrato un altro aumento del 41% tra il terzo trimestre del 2019 e il terzo trimestre del 2022, per un totale dell’83% nell’intero periodo di 45 mesi.

Khosrowshahi ha affrontato in modo diretto questo problema, dicendo: “Tutto è più costoso. L’inflazione è diventata parte della nostra vita quotidiana”. È un problema che ha dominato la scena sia per le imprese che per i politici statunitensi, dopo che l’inflazione è salita all’8,5% nel luglio dello scorso anno prima di scendere al 3% nel giugno 2023 a seguito di un aggressivo round di rialzi dei tassi.

E anche i competitor di Uber devono aumentare le tariffe: Lyft a ottobre ha annunciato un aumento delle commissioni di servizio, in media circa 60 centesimi, un aumento medio del 3% a corsa secondo YipitData. L’aumento è stato necessario per coprire i maggiori costi assicurativi, ha dichiarato Lyft.

Gli aumenti di Uber sono dovuti alla paga dei conducenti, ha detto Khosrowshahi: “Con Uber la stragrande maggioranza della tariffa va all’autista. I guadagni settimanali per i nostri autisti sono aumentati del 40, 50% negli ultimi quattro anni, perché questo è il costo del tempo e il costo del lavoro. Penso che sia positivo.”

Inoltre, ha aggiunto: “Stiamo assistendo a un aumento dei clienti: 130 milioni di persone accedono mensilmente alla nostra piattaforma. Quindi, anche se i prezzi sono più alti, le persone trovano i nostri servizi più convincenti. Certamente i rincari non hanno danneggiato il business”.

Ottenere una retribuzione più equa per i conducenti è stata una priorità per Khosrowshahi da quando ha preso il timone di Uber nel 2017. Quell’anno la società era stata costretta a pagare 20 mln di dollari per risolvere le accuse della Federal Trade Commission secondo cui aveva esagerato i guadagni al fine di reclutare più conducenti.

La crescita rallenta

L’intervista è stata rilasciata in concomitanza con l’annuncio dei risultati finanziari di Uber che sono stati accolti con reazioni contrastanti. Da un lato, gli azionisti sarebbero stati felici di vedere che l’app, finalmente, avesse realizzato un utile operativo stimato di 326 mln di dollari nel secondo trimestre del 2023. Ma Wall Street è stata intimidita dalle entrate, balzate del 14% a 9,2 mld per lo stesso periodo, la crescita più lenta dal primo trimestre del 2021, alimentando i timori che il boom pandemico possa fermarsi.

Il prezzo delle azioni della società di San Francisco ha subito un colpo. Alla chiusura dei mercati di martedì 1° agosto, il titolo era sceso del 5,7% a 46,65 dollari, il calo maggiore da ottobre.

Khosrowshahi non sembra turbato da tali timori. Infatti, nonostante Uber domini, con il 74%, il mercato del ridesharing, dichiara che vuole che il suo team continui ad avere un approccio competitivo. Ha dichiarato a Wired: “Saremo redditizi secondo il GAAP quest’anno. Ogni volta che abbiamo detto qualcosa, l’abbiamo realizzata. Ma una volta che saremo redditizi, troverò qualche altra ragione per cui facciamo schifo. Perché questo fa eccitare la squadra. Abbiamo una mentalità da svantaggiati che non voglio mai perdere”.

La versione originale di questo articolo è su Fortune.com.

 

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