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Tassa sugli extraprofitti bancari per combattere il caro-mutui, ecco come funzionerà

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L’Italia sta adottando una misura straordinaria per affrontare l’aumento dei tassi di interesse e mitigare l’impatto sociale derivante dalle rate dei mutui in costante crescita. Il governo ha varato una nuova tassa sugli extraprofitti delle banche, seguendo un modello già sperimentato con successo nel settore energetico. L’obiettivo è reperire risorse per sostenere famiglie e imprese, alleggerire la pressione fiscale e fornire un rifinanziamento al fondo mutui prima casa per i giovani sotto i 36 anni.

Definizione di extraprofitti

Gli extraprofitti delle banche sono calcolati sulla base del margine di interesse, ovvero la differenza tra gli interessi attivi e passivi. Gli interessi attivi rappresentano le entrate che la banca guadagna attraverso i prestiti e i mutui concessi, allineati ai tassi di interesse stabiliti dalla Banca Centrale Europea. Gli interessi passivi, invece, sono le somme che le banche devono pagare ai propri clienti, come sui conti correnti o sui conti deposito. Gli extraprofitti si generano con l’aumento dei tassi di interesse, che amplificano la differenza tra queste due componenti.

Implementazione della tassa sugli extraprofitti

L’imposta straordinaria viene applicata con un’aliquota del 40% sul maggior valore del margine di interesse registrato nell’esercizio finanziario 2022, superiore di almeno il 5% rispetto a quello del 2021, e tra il margine di interesse del 2023 che eccede del 10% quello del 2021. Questo approccio mira a colpire le banche che hanno registrato profitti eccezionali grazie all’aumento dei tassi di interesse.

Chi è coinvolto

L’imposta straordinaria colpirà gli intermediari finanziari, ma escluderà le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare. Questo atteggiamento mira a limitare l’impatto negativo sulla gestione dei fondi e sul settore dell’intermediazione mobiliare.

Limiti e tetto dell’imposta

L’ammontare massimo dell’imposta straordinaria non può superare il 25% del valore del patrimonio netto della banca alla chiusura dell’esercizio finanziario 2022. Questo tetto è stato stabilito per garantire che l’imposta rimanga proporzionata e non diventi eccessivamente gravosa per le banche.

Scadenze e non deducibilità

Le banche dovranno versare l’imposta straordinaria entro il sesto mese successivo alla chiusura dell’esercizio finanziario 2023, ovvero entro giugno 2024 per la maggior parte di esse. È importante notare che l’imposta straordinaria non sarà deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive. Inoltre, le disposizioni in materia di imposte sui redditi verranno applicate per quanto riguarda l’accertamento, le sanzioni e la riscossione dell’imposta straordinaria.

Destinazione delle risorse

Le entrate generate da questa imposta straordinaria avranno una destinazione specifica: serviranno a rifinanziare il fondo mutui prima casa per i giovani sotto i 36 anni e a sostenere interventi volti alla riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese. Queste misure potrebbero essere parte della manovra finanziaria per il prossimo anno.

L’introduzione di questa tassa sugli extraprofitti bancari rappresenta un passo significativo nell’affrontare l’incremento dei tassi di interesse e nel fornire supporto alle famiglie e alle imprese. La misura si basa su un modello già sperimentato con successo nel settore energetico e mira a mitigare l’impatto del caro-mutui. Mentre le prime stime indicano entrate significative, resta da vedere come questa tassa contribuirà effettivamente a sostenere i bisogni finanziari del paese e a promuovere una riduzione della pressione fiscale per il bene di tutti.

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