Roberto Colaninno, figura centrale degli ultimi cinque decenni, ci ha lasciato all’età di 80 anni. La sua eredità è intrecciata con le pietre miliari dell’economia nazionale, dall’inizio della sua carriera nel 1969 presso la Fiaam, un’azienda mantovana specializzata nella produzione di componenti auto, fino agli incarichi di spicco alla guida di colossi come Olivetti, Telecom Italia e Piaggio.
Colaninno ha lasciato un segno indelebile nel tessuto industriale dell’Italia. Il suo primo passo nell’arena imprenditoriale è stato nel 1969, quando ha assunto un ruolo chiave presso la Fiaam, dimostrando fin da subito una straordinaria abilità manageriale e una visione lungimirante.
Tuttavia, è stato con l’Olivetti che Colaninno ha raggiunto il culmine della sua influenza. Durante il suo mandato come amministratore delegato, l’azienda ha attraversato un periodo di profonda trasformazione, evolvendo da un’azienda orientata alle macchine per scrivere in una realtà leader nell’informatica e nella tecnologia. La sua visione e il suo impegno hanno contribuito a ridefinire l’Olivetti come un’azienda all’avanguardia nel settore.
Un altro capitolo significativo della sua carriera è stato il suo coinvolgimento in Telecom Italia. Nel contesto delle sfide e delle opportunità del settore delle telecomunicazioni, Colaninno è stato un protagonista chiave della famigerata epoca dei “capitani coraggiosi”.
Ha guidato la società attraverso un periodo di intensa competizione e cambiamenti, dimostrando ancora una volta la sua capacità di adattarsi alle circostanze mutevoli del mercato.
Ma l’eredità di Colaninno non si è fermata qui. Il suo coinvolgimento con la Piaggio, nota per la produzione di motocicli e veicoli leggeri, ha segnato un altro capitolo di successo. La sua leadership ha portato l’azienda a essere quotata in Borsa e a raggiungere livelli di valore mai visti prima.
Con il suo addio, l’Italia perde uno dei suoi più grandi talenti nell’ambito della finanza e dell’industria.
