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Made in Italy, in dieci anni spariti 325mila artigiani

L’Italia, da sempre famosa per la sua tradizione artigianale di alta qualità, sta assistendo a un cambiamento significativo nel suo paesaggio artigianale. Un rapporto recente dell’ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) ha rivelato un declino costante nel numero degli artigiani nel paese, evidenziando un calo di quasi 325.000 unità (-17,4%) dall’anno 2012. Questi numeri dipingono un quadro di trasformazione e adattamento in risposta a molteplici fattori socioeconomici.

Secondo i dati dell’Inps, nel corso del 2022, il numero totale di artigiani in Italia si attestava a 1.542.299. Questo segna un lieve aumento rispetto all’anno precedente, un segnale di possibili inversioni di tendenza. Tuttavia, l’analisi rivela uno spaccato interessante: mentre il numero totale è aumentato, alcune province hanno subito riduzioni significative nel loro contingente di artigiani. Vercelli e Teramo, con entrambe una flessione del -27,2%, spiccano come le province con la diminuzione più accentuata, seguite da altre come Lucca, Rovigo e Massa-Carrara.

Una serie di fattori ha contribuito a questo scenario di cambiamento. L’invecchiamento della popolazione artigianale è un elemento centrale. La mancanza di un adeguato ricambio generazionale ha portato a un aumento dell’età media degli artigiani, con conseguenze significative sulla continuità delle attività artigianali tradizionali. Inoltre, la crescente competizione da parte della grande distribuzione e del commercio elettronico ha messo sotto pressione le attività artigianali.

L’aumento dei costi operativi, inclusi gli affitti e le tasse, ha creato ulteriori sfide per gli artigiani. Molti si sono trovati a dover affrontare decisioni difficili, tra cui la possibilità di chiudere la propria attività. I cambiamenti nelle abitudini dei consumatori sono stati altrettanto determinanti. Il passaggio verso una cultura dell’uso temporaneo e il desiderio di prodotti di massa hanno influenzato la domanda di prodotti artigianali su misura. La preferenza per gli acquisti online e l’acquisto da grandi magazzini hanno ulteriormente eroso il mercato tradizionale delle botteghe artigiane.

Tuttavia, non tutto è perduto nell’ambiente artigianale italiano. Mentre le tradizioni artigianali classiche possono essere in declino, settori come il benessere e l’informatica stanno sperimentando un aumento. Acconciatori, estetisti, tatuatori, esperti di marketing online e social media stanno vivendo una fase di espansione. Questo segnala una transizione verso settori più moderni e orientati alla tecnologia, che possono offrire nuove opportunità per l’occupazione e l’imprenditorialità.

Insomma, l’Italia sta attraversando una fase di trasformazione nel suo panorama artigianale. Mentre le botteghe tradizionali possono essere in diminuzione, nuovi settori stanno emergendo e adattandosi alle esigenze e alle preferenze mutevoli dei consumatori. Il sostegno alle tradizioni artigianali e all’innovazione in settori in crescita potrebbe essere fondamentale per garantire una transizione fluida e prospera nell’ambiente economico in continua evoluzione.

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