NF24
Cerca
Close this search box.

Paolo Federico: Siamo noi i veri ultimi del Paese

L’ Italia è un Paese per vecchi. Il rapporto “Noi Italia” dell’Istat conferma quello che il dibattito pubblico afferma da anni: in Italia non c’è spazio per i giovani. Il 19% dei giovani tra i 19 e i 24 anni è neet, non studia e non lavora. Ci sono 187,6 anziani ogni 100 giovani, perciò noi giovani siamo circa la metà di tutte le persone anziane. Numeri preoccupanti che dimostrano definitivamente quanto negli ultimi decenni la classe dirigente italiana non abbia fatto nulla per le nuove generazioni.

Secondo i dati Istat, nel 2021 in Italia sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita, e in media si stima che ogni anno circa 500 giovani tra i 15 e i 34 anni decidano di uccidersi. Numeri che fanno paura, che dovrebbero farci riflettere, ma che non attirano l’attenzione di nessuno. Anzi, sono ignorati dalla maggior parte dell’opinione pubblica.

Essere un giovane in Italia significa essere l’ultimo della fila. L’unica cosa che oggi sembrerebbe poter fare un giovane è aspettare il momento giusto: il problema è che attualmente non sembra esserci un ‘prossimo turno’.

Chi pagherà l’ingente debito pubblico, chi sconterà le conseguenze di scelte politiche sballate o chi subirà gli effetti della crisi climatica e di anni di inquinamento fuori controllo? Tutti i giovani, qualsiasi sia il ceto sociale di appartenenza, sono in qualche modo accomunati dallo stesso destino: pagare gli errori degli adulti.

Questo non significa – sia chiaro – che non ci siano giovani più avvantaggiati di altri. Ma tutti, nessuno escluso, condividiamo un’estrema incertezza per il nostro futuro.

D’altra parte, la sola risposta che sembriamo ottenere è un invito indiretto a fuggire all’estero. E dopo questa desolante panoramica, è necessario specificare che chi sta scrivendo è un giovane al primo anno di università. Ho 19 anni, e l’unica risposta che so dare a questo problematico oceano di incertezze sembra molto semplice: non mi voglio arrendere.

Siamo fragili, siamo pochi, siamo una minoranza del Paese, ma è giunto il momento di ribadire con forza che il futuro è anche nostro e dobbiamo fare di tutto per non perderlo.

Siamo i veri ultimi, i veri outsider della nostra società, ed è questo che dovrebbe unirci come generazione. Oggi più che mai siamo una classe sociale. Ed è giusto provare ad esercitare la nostra presenza per ottenere il diritto ad un futuro dignitoso. Da dove iniziare? Forse auto-educandoci alla cittadinanza attiva, al voto consapevole, all’impegno civico. Non possiamo più procrastinare nelle scelte o saremo costretti a vivere un futuro ingiusto che non ci meritiamo.

 

*19 anni, romano, studia Giurisprudenza. È tra i fondatori dell’associazione “La Giovane Roma”. È stato consigliere degli studenti all’Università Roma Tre.

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.