NF24
Cerca
Close this search box.

Con l’intelligenza artificiale i consumatori vogliono più privacy: il sondaggio Cisco

privacy ai cisco

Giovani più attenti ai propri dati rispetto ai più anziani, e consumatori (anche italiani) ancora spaventati dall’intelligenza artificiale, proprio per i rischi legati alla privacy. È quanto emerge dalla Cisco Consumer Privacy Survey 2023, l’analisi che ogni anno viene presentata dal colosso tecnologico americano, effettuata anche tra gli italiani.

I risultati del sondaggio sono stati presentati nel Cybersecurity Co-Innovation Center di Cisco, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Presenti Giuseppe Massa, National Cybersecurity Officer di Cisco, Andrea Castellano, Country Leader Security per il nostro Paese, e Fabio Florio, Business Development Manager Smart City e CDA Leader.

Privacy, sicurezza e formazione

Parlare di privacy significa parlare anche di sicurezza informatica, ancora di più con l’avvento dell’intelligenza artificiale, che ci può anche aiutare a rispondere alle minacce, riducendo il tempo di reazione agli attacchi, hanno spiegato gli esperti di Cisco.

Mentre le AI ci aiutano, però, servono ancora persone, soprattutto nella cybersecurity. Oltre alle Cisco Networking Academy, di recente in Italia l’azienda ha lanciato una nuova piattaforma in collaborazione con Milano Smart City Alliance e il Comune di Milano per formare la cittadinanza.

L’unione del ‘cruscotto’ dell’intelligenza artificiale con l’umano riesce a portare alla decisione giusta, dice Giuseppe Massa.

“Stiamo lavorando a degli assistenti per il policy management”, spiega: uno strumento che utilizza AI generativa e che aiuta chi deve scrivere le policy aziendali sulla sicurezza. In aziende grandi ci sono centinaia di apparati da configurare, dice Massa. “Rilasceremo a breve questo strumento cloud per il policy management”.

AI vs privacy

“Il Cisco Consumer Privacy Survey di quest’anno evidenzia una grande attenzione per la protezione dei dati personali da parte delle generazioni più giovani, ma evidenzia anche le preoccupazioni degli utenti nei confronti dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale: per Cisco significa mantenere un’attenzione particolare al rispetto della privacy e dei diritti umani mentre incorporiamo questa tecnologia nelle nostre soluzioni. Cisco considera la privacy come un diritto fondamentale del consumatore e, mentre i governi approvano leggi e le aziende cercano di creare fiducia, i consumatori devono agire e utilizzare la tecnologia in modo responsabile al fine di proteggere la propria privacy”, ha dichiarato Fabio Florio.

Secondo il sondaggio il 42% dei consumatori che esercita il proprio diritto di accesso ai dati ha un’età compresa fra i 18 e i 24 anni, mentre gli over 75 si fermano ad appena il 6%. Il motivo? La perdita di fiducia nelle organizzazioni a causa dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, con un 50% degli intervistati che dice di rivolgersi al governo per stabilire le regole e far rispettare e proteggere la privacy dei dati. Eppure, il binomio AI-privacy è soggetto a qualche paradosso. La metà di chi utilizza chatgpt e gli altri strumenti di AI generativa, ad esempio, non fa attenzione ai dati personali che inserisce.

Il 42% degli intervistati italiani (48% a livello globale) concorda sul fatto che l’AI può essere utile per migliorare la loro vita. In Italia il 61% degli intervistati (54% a livello globale) è disposto a condividere i propri dati personali in forma anonima per contribuire a migliorare i prodotti e i processi decisionali dell’AI.

Il 53% dei consumatori italiani intervistati (il 62% a livello globale) ha espresso però preoccupazione per il modo in cui le organizzazioni utilizzano i dati personali per gli algoritmi, e il 54% (60% a livello globale) ha dichiarato di aver perso fiducia nelle organizzazioni a causa del loro utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Secondo Cisco servono misure per riconquistare la fiducia del cliente. Prodotti e soluzioni per il bias, e la maggiore trasparenza con la spiegazione del funzionamento dell’AI, coinvolgimento umano ed etica degli algoritmi.

“I consumatori stanno osservando il modo in cui le aziende utilizzano l’AI”, ha dichiarato Dev Stahlkopf, Vicepresidente esecutivo e Chief Legal Officer di Cisco. “Per Cisco, questo significa mantenere un’attenzione particolare al rispetto della privacy e dei diritti umani mentre incorporiamo la tecnologia AI nelle nostre soluzioni”.

AI generativa: la contraddizione

Il report di Cisco studia anche l’uso dell’AI generativa e le sfide per la privacy. E qui c’è il paradosso. Tra coloro che utilizzano regolarmente ChatGpt e simili (12%), soltanto la metà ha dichiarato di astenersi dall’inserire informazioni personali o riservate nelle applicazioni di AI generativa, con il restante 50% che potrebbe quindi farlo.

Privacy, Italia in ritardo

Il 22% degli intervistati italiani (33% a livello globale) si qualifica come “Privacy Active”, secondo le definizioni di Cisco: si preoccupano della privacy, sono disposti ad agire per proteggerla. Ad esempio cambiando azienda o fornitore.

I consumatori più giovani, come detto, sono i più attenti alla protezione della propria privacy. Il 42% dei consumatori, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, sono “Privacy Active”, una percentuale che diminuisce costantemente con l’età.

I dati del report sul confronto tra giovani e fasce di età più avanzate

La percentuale di consumatori che richiedono la cancellazione o la modifica dei dati è salita al 19%, rispetto al 14% dello scorso anno.

Anche in questo caso la percentuale è  correlata all’età. La consapevolezza in merito alle leggi sulla privacy continua ad essere relativamente bassa, con il 46% degli intervistati che si dichiara esserne a conoscenza, percentuale che in Italia arriva al 56%..

Privacy, il ruolo dei governi e la localizzazione dei dati

Molti consumatori si aspettano che sia il governo a stabilire degli standard e a far rispettare le protezioni della privacy. La metà (50%) degli intervistati ha dichiarato che il governo nazionale o locale dovrebbe avere il ruolo principale nella protezione dei dati, mentre il 21% ha affermato che le aziende private dovrebbero esserne le principali responsabili.

“Mentre i governi approvano leggi e le aziende cercano di creare fiducia, anche i consumatori devono agire e utilizzare la tecnologia in modo responsabile per proteggere la propria privacy”, ha affermato Harvey Jang, Vice Presidente, Deputy General Counsel e Chief Privacy Officer di Cisco.

I consumatori sono divisi sul valore della localizzazione dei dati. Se si considera che il costo di questo servizio aumenta i prezzi di prodotti e servizi più, solo il 44% (40% in Italia) si dichiara favorevole.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.