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Inflazione, frenata dei prezzi a ottobre grazie agli energetici

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Il mese di ottobre ha portato una decisa frenata dei prezzi in Italia, segnando un -0,2% rispetto a settembre e un +1,7% rispetto a ottobre 2022, quando si era registrata un’impennata dei prezzi del 5,3% su base tendenziale a settembre. L’Istat ha rivisto al ribasso le stime provvisorie, ora indicando un -0,1% congiunturale e un +1,8% tendenziale, rispetto alle precedenti previsioni.

La sostanziale decelerazione dell’inflazione è principalmente attribuita al notevole rallentamento dei prezzi degli energetici, sia regolamentati che non regolamentati, e in misura minore dei prezzi degli alimentari non lavorati. Questo andamento è fortemente influenzato dal confronto con ottobre 2022, quando si era verificata un’impennata dei prezzi, in particolare quelli energetici, con un aumento del 11,8% su base tendenziale.

Guardando al carrello della spesa, i prezzi registrano un aumento del +6,1% su base tendenziale, mostrando un rallentamento rispetto al +8,1% di settembre. Gli acquisti ad alta frequenza, invece, passano da un +6,6% a un +5,6%. L’inflazione acquisita per il 2023 si attesta al 5,7% per l’indice generale e al 5,1% per la componente di fondo, escludendo gli energetici e gli alimentari freschi.

Interessante è l’analisi settoriale, dove i prodotti dei beni alimentari, della ristorazione e dei trasporti mostrano aumenti superiori alla media, rispettivamente del +6,5%, +6,2% e +5,2%. La comunicazione, invece, registra una diminuzione dello 0,8%.

A livello territoriale, l’inflazione si presenta più elevata della media nel Nord Ovest (2%), nel Centro (2%) e al Sud (1,8%), mentre è inferiore nella media nel Nord Est (1,5%) e nelle Isole (1,1%). Le città con l’inflazione più alta sono Venezia e Napoli, entrambe al 2,6% su base tendenziale, mentre la città con l’inflazione più bassa è Reggio Emilia, con un modesto 0,3%. Milano si attesta al 2,5% e Roma all’1,7%.

Mentre i consumatori potrebbero percepire la frenata dell’inflazione come un’illusione ottica, la Confcommercio sottolinea che questo è un segnale confortante del buon funzionamento del sistema produzione-ingrosso-distribuzione. Tuttavia, rimane da vedere se questa tendenza sarà sostenuta nel tempo o rappresenti solo una pausa temporanea. La situazione economica globale e le dinamiche interne continueranno ad influenzare l’andamento dell’inflazione nel prossimo futuro, e la vigilanza rimane essenziale per affrontare eventuali sfide economiche in arrivo.

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