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Ocse, inflazione in calo: in Italia all’1,8%

Le recenti prospettive economiche dell’Ocse presentate a Parigi indicano una prevista diminuzione dell’inflazione in Italia nel 2024, nonostante siano presenti rischi e incertezze legati alla crisi geopolitica, in particolare nel Medio Oriente e nel Mar Rosso. Secondo i dati, l’inflazione italiana dovrebbe scendere dal 5,9% nel 2023 all’1,8% nel 2024, con un successivo aumento al 2,2% nel 2025. Riguardo al PIL, si prevede che rimarrà invariato al +0,7% nel 2024, per poi aumentare dell’1,2% nel 2025, confermando le stime precedenti di novembre.

Clare Lombardelli, capoeconomista dell’Ocse, ha sottolineato l’importanza per l’Italia di concentrarsi sulla crescita economica a medio e lungo termine. In un contesto di “alto debito,” Lombardelli ha sottolineato la necessità per l’Italia di continuare il processo di consolidamento dei conti pubblici e di attuare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Le prospettive economiche globali delineate dall’Economic Outlook mostrano una leggera frenata nell’economia mondiale nel corso di quest’anno, con una crescita stimata al +2,9%, rispetto al +3,1% dell’anno precedente. Mathias Cormann, segretario generale dell’Ocse, ha dichiarato che nonostante la crescita abbia resistito, è necessario un ritorno dell’inflazione ai livelli stabiliti dalle banche centrali entro la fine del 2025 nella maggior parte delle economie del G20.

Cormann ha invitato le banche centrali a condurre una politica monetaria prudente e ha suggerito la possibilità di ridurre i tassi nel corso dell’anno, a condizione che l’inflazione continui a diminuire. Ha anche esortato gli Stati a raddoppiare gli sforzi per contenere l’aumento della spesa e a collaborare per rilanciare gli scambi commerciali, migliorare la resilienza delle catene di approvvigionamento e affrontare sfide comuni, in particolare i cambiamenti climatici.

Tuttavia, l’Ocse ha evidenziato che le attuali tensioni geopolitiche, in particolare nel Medio Oriente e nel Mar Rosso, rappresentano una fonte di grande incertezza. Le minacce al trasporto marittimo in quest’area potrebbero comportare costi più elevati e ritardi nelle consegne, con potenziali ripercussioni sul prezzo dei beni e sulla ripresa economica.

Infine, l’Ocse monitora da vicino gli sviluppi nel Medio Oriente, compresi gli eventi scaturiti dall’attacco di Hamas contro Israele lo scorso ottobre. Lombardelli ha avvertito che il conflitto potrebbe minacciare l’approvvigionamento energetico, sottolineando la delicatezza della situazione.

In conclusione, le prospettive economiche dell’Ocse offrono un quadro dettagliato della situazione attuale e delle sfide future, mettendo in evidenza la necessità di una gestione attenta e collaborativa per affrontare le complessità del panorama economico globale.

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