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Dal campo alla boardroom: le lezioni che nove Ceo di successo hanno imparato dallo sport

È un vecchio luogo comune che gli atleti raggiungano l’apice al liceo. Forse è la percezione che siano più concentrati sullo sport che sugli studi, o forse un pizzico di gelosia.

Ma si scopre che dedicarsi a uno sport aiuta a farsi strada nella vita: fino a 220.000 dollari in più nel corso della carriera, secondo un ampio studio svolto tra gli ex alunni della Ivy League degli Stati Uniti.

Questo perché le stesse abilità che vengono apprezzate in campo sono molto utili anche nella stanza dei bottoni. Praticare sport negli anni della crescita insegna ai potenziali leader la disciplina, la responsabilità e il lavoro di squadra. Almeno, così è secondo i top manager con cui Fortune ha parlato.

Basta dare un’occhiata ad alcuni dei migliori Ceo americani per accorgersi di quanti tra loro hanno praticato una qualche forma di sport da ragazzi. Nel 2011, Fortune ha messo insieme i Ceo di Fortune 500 che hanno avuto più successo sul campo di gioco: Samuel J. Palmisano, ex Ceo di IBM; Walter E. Robb, ex Ceo di Whole Foods; e l’ex capo della Boeing, James McNerney, fanno tutti parte dell’impressionante lista.

Intanto, l’imprenditore miliardario e star della serie televisiva Shark Tank, Mark Cuban, che secondo quanto riferito sta vendendo la sua quota di maggioranza nei Dallas Mavericks, dice di aver ricevuto alcuni dei migliori consigli di business dai suoi giocatori NBA.

“Lasciatemelo dire, ho imparato di più da Dennis Rodman sulle Pr e sul marketing di quanto abbia imparato in qualsiasi corso Mba”, ha ammesso nel podcast All The Smoke.

Ecco le testimonianze di come altri nove leader di alto profilo siano stati plasmati dallo sport che hanno praticato da ragazzi.

Stephanie Linnartz, Ceo di Under Armour (corsa):Concentrati su ciò che c’è davanti, piuttosto che dietro”

“Lo sport può consentire a tutti noi di raggiungere l’eccellenza in ogni aspetto della nostra vita. Siamo tutti atleti, perseguiamo la nostra grandezza in tutto ciò che facciamo. Personalmente, sono sempre stata un’appassionata di corsa poiché è lo sport che mi ha tenuto con i piedi per terra per tutta la vita e mi ha concentrato su ciò che c’è davanti, piuttosto che dietro. Ho adattato questa semplice lezione di concentrarmi sul presente non solo nella mia vita professionale, ma alla mentalità stessa con cui insieme al mio partner in Under Armour cerchiamo costantemente di concentrarci su come possiamo avere successo a lungo termine piuttosto che focalizzare la nostra attenzione sul breve termine. Abbiamo capito che è una maratona, non uno sprint”.

Job van der Voort, Ceo di HR Unicorn (ciclismo): “Impegnati nella tua crescita personale”

“È più di un semplice esercizio fisico. Il ciclismo ha forgiato la mia indipendenza, autonomia e fiducia in me stesso. Ero la mia squadra, l’unica su cui potevo contare per salire in sella, per continuare a pedalare, con la pioggia o con il sole. Questo impegno quotidiano verso me stesso e la mia crescita personale mi ha trasformato nel Ceo che sono oggi. Proprio come negli sport in solitaria, nella sala riunioni mi fido del mio istinto, prendo decisioni rapide e mi ritengo responsabile dei risultati. La lezione più profonda che ho imparato: se cerchi il consenso in tutte le tue decisioni, atterrerai molto lentamente nella mediocrità”.

Lara Abrash, Presidente Deloitte US (softball): “Non devi essere il migliore” 

“Una lezione che porto ancora con me (dentro e fuori dal campo) è che non devi essere la persona migliore, più veloce o più intelligente per diventare leader o per raggiungere il successo. I buoni leader spesso hanno successo nell’assemblare il team giusto, nello sviluppare una visione e una strategia, nell’allineare e responsabilizzare i membri del team e nel lavorare insieme per raggiungere un obiettivo condiviso. Lo sport è stato inestimabile nel plasmare la mia filosofia aziendale e sono una fiera sostenitrice di coloro che giocano per vincere in qualsiasi arena”.

Artie Minson, Ceo di LeafLink ed ex Presidente di WeWork (corsa campestre e basket): “Gioca per vincere” 

“Sono stato il co-capitano della squadra di corsa campestre del mio liceo, dove ho imparato l’importanza di correre come una squadra e che la quantità di impegno e di fatica che metti nelle corse di allenamento quando nessuno sta guardando è ciò che determina il risultato della gara. Ho anche giocato a basket al liceo e ho imparato l’importanza di giocare per vincere. Se giochi solo in attacco o solo in difesa perderai, sono le squadre che giocano bene sia in attacco che in difesa che vincono.

Sian Beilock, presidente dell’Ivy League college, Dartmouth (calcio e lacrosse): “L’importanza di risollevarsi da una sconfitta”

“La più grande lezione che ho ricevuto dai miei giorni da atleta è venuta dalla mia più grande delusione. Da adolescente ero un promettente portiere che giocava nel programma di sviluppo olimpico, con il grande sogno di entrare a far parte della squadra nazionale. Quando l’allenatore della nazionale è venuto a guardarmi, ho giocato la peggior partita della mia carriera. Ho capito quanto può essere facile ottenere risultati peggiori del previsto o bloccarsi nel momento che più conta, dalle presentazioni importanti alle riunioni cruciali del team, e ho imparato che la chiave è sapere come riprendersi”.

Bill Meury, presidente e CEO di Karuna Therapeutics* (baseball): “Sii il motivatore del tuo team”

“La leadership consiste nel motivare e ispirare le persone, proprio come in una squadra sportiva. Quando i dipendenti sono stanchi, l’amministratore delegato deve essere energico. Quando i dipendenti sono negativi, l’amministratore delegato deve essere positivo. Quando i dipendenti sono pessimisti, l’amministratore delegato deve essere ottimista.”E infine, quando i dipendenti sono stressati, l’amministratore delegato deve essere calmo. Non è diverso dal guidare una squadra sportiva come allenatore o giocatore”.

*una delle aziende biotecnologiche in più rapida crescita negli Stati Uniti 

Jon Cook, Ceo globale VML* (calcio, basket e baseball): “L’importanza di unire una squadra non invecchierà mai”

“Da bambino, ho gravitato intorno agli sport di squadra e ancora oggi ci sono tantissime cose che attingo da quelle esperienze. L’euforia che si prova quando si vince insieme agli altri, che siano i tuoi compagni di squadra o i tuoi colleghi, è davvero spaziale. Per come la vedo io, l’importanza di unire una squadra ed essere un unificatore non invecchierà mai. Essere un leader efficace significa lavorare insieme per raggiungere i propri obiettivi. Vincere sarà sempre divertente, ovviamente, ma si tratta di assicurarsi che tutti abbiano successo collettivamente, giocando sui propri punti di forza individuali motivando e fidandosi l’uno dell’altro implicitamente”.

*la più grande agenzia pubblicitaria del mondo

Wayne Berson, Ceo di BDO USA (rugby): “Noi prima di me”

“A differenza del football americano, un elemento chiave del rugby è che non ci sono passaggi in avanti. Per avanzare, la squadra deve passarsi la palla l’un l’altro molte volte. Nessun singolo giocatore di spicco può portare a segno l’intera squadra, ognuno deve fare la propria parte. Impari rapidamente l’importanza del “noi prima di me” e la necessità di un elenco che includa ogni abilità essenziale. Affronto gli affari allo stesso modo. Cerco un gruppo di colleghi con competenze diverse che si completino a vicenda e, soprattutto, persone che comprendano il valore dell’unità”.

*una delle più grandi società di contabilità e servizi professionali al mondo

Mark Anderson, Ceo di Alteryx* (hockey): “Avere la sicurezza in sè che permetta di fare un passo indietro” 

“Giocare a hockey ha contribuito a plasmare la mia vita e il mio volto: il mio naso si è rotto sette volte. Oltre a insegnarmi a tenere la testa alta, mi ha insegnato che la fiducia nei giocatori che ti circondano e la convinzione che ognuno di loro giocherà un ruolo fondamentale nel portare a termine il gioco è determinante. Questo è particolarmente importante quando si gioca al di fuori della propria zona di comfort. Che si tratti di delega o automazione, bisogna avere la sicurezza in se stessi che permetta di fare un passo indietro e lasciare agli altri lo spazio che consenta loro di partecipare e gestire le situazioni in modo che l’azienda possa raggiungere l’obiettivo”.

*società tecnologica quotata al NYSE

La versione originale di questo articolo è su Fortune.com

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