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Diego Galli (INWIT), più investimenti per contrastare il digital divide

Nel terzo trimestre del 2023 continua la crescita di INWIT, grazie anche a un piano di investimenti di oltre 250 mln di euro all’anno. L’industria delle Tlc rappresenta un contesto sfidante in cui il modello di business di Inwit, basato su infrastrutture digitali e condivise, crea efficienza industriale e si dimostra resiliente e sostenibile.

INWIT è il principale operatore di infrastrutture wireless in Italia grazie alla più estesa rete di torri, quasi 24 mila, e ad oltre 7.800 remote unit di sistemi DAS (Distributed Antenna System). Macro grid e micro grid che garantiscono la copertura capillare del territorio, outdoor e indoor, a supporto della connettività condivisa di tutti gli operatori mobili, 5G, FWA e IoT.

Con ricavi a 242 mln di euro, +12,6% rispetto al 2022, Infrastrutture Wireless Italiane Spa (INWIT) conferma la crescita anche nel resoconto intermedio di gestione del terzo trimestre 2023. Dei risultati economici e finanziari dell’azienda abbiamo parlato con Diego Galli, direttore generale di Inwit, che ha approfondito anche l’aspetto dei progetti di sviluppo e dell’impegno nell’ambito della sostenibilità.

Il Cda ha approvato il resoconto intermedio del terzo trimestre 2023. Viene confermato il trend di crescita degli investimenti, dei Kpi industriali e dei ricavi?

È stato un altro buon trimestre, di solida crescita, in cui abbiamo realizzato più di duecento nuovi siti, oltre cinquecento transazioni real estate e più di mille ospitalità. Anche i Kpi finanziari sono in continua crescita, come i ricavi a +12% e le EBTDAaL a +18%.

‘Investimenti’ è la parola chiave per INWIT. Quali le prospettive per il futuro?

Investiamo in infrastrutture per il mobile, condivise da più operatori. Siamo in piena trasformazione tecnologica: il 5G sarà sempre più rilevante e le nostre infrastrutture sono a supporto dello sviluppo del digitale e del 5G. Si tratta di torri per le coperture outdoor e di micro-coperture per l’indoor. Nel futuro i nostri investimenti continueranno a essere focalizzati nella realizzazione di infrastrutture condivise per i vari operatori Tlc.

Come si è evoluto il modello di business di INWIT nel corso del tempo, quali le principali tappe e strategie che hanno guidato il percorso di crescita dell’azienda?

In anni recenti è nata un’industria completamente diversa, quella delle torri di telecomunicazioni, spinoff degli operatori di Tlc come parte di infrastrutture passive, con la nascita di società nuove. Fenomeno che dagli Stati Uniti si è poi diffuso in Europa, dove l’Italia ha guidato il processo, prima con la nascita di INWIT – spinoff delle torri di Telecom Italia – e poi nel 2020 con la fusione fra le torri di INWIT e quelle di Vodafone, ed è nato un colosso infrastrutturale. Siamo market leader in Italia e una delle principali società in Europa. Il nostro è un modello che si basa sugli sharing economics, le economie e le efficienze dalla condivisione delle infrastrutture a supporto di più operatori.

‘Tower as a service’ è uno dei concetti chiave per INWIT.

INWIT è proprietaria di circa 24mila torri diffuse su tutto il territorio: l’elemento della rete più distribuito e più vicino agli utilizzatori finali, sono collegate in fibra e rappresentano un nodo su cui fanno leva varie tecnologie. Nate per ospitare gli apparati mobili, ora accolgono anche gli apparati della tecnologia ibrida Fixed wireless access, che porta connettività ad alta velocità anche in aree a bassa densità di popolazione. Noi facciamo l’investimento, gestiamo la struttura e la mettiamo a disposizione di tutti gli operatori. Vent’anni fa ogni operatore gestiva una torre, il nostro è un modello che rende più convenienti gli investimenti nella catena del valore, ed è più efficiente dal punto di vista ambientale.

Le tower INWIT che si prestano anche ad applicazioni correlate, smart metering e monitoraggio ambientale.

Vorrei citare due collaborazioni interessanti: una con il WWF. Sulle nostre torri sono installate videocamere smart che consentono l’identificazione di potenziali incendi e attivano la gestione immediata del problema. Abbiamo anche una collaborazione con Legambiente per il monitoraggio dell’inquinamento nei parchi nazionali. Anche qui è la torre a servizio delle comunità locali per uno sviluppo ambientale più sostenibile.

Parliamo di PNRR e digital divide e del progetto congiunto con Tim e Vodafone, per portare il 5G in aree a fallimento di mercato.

Sono zone in cui il mercato non avrebbe funzionato e grazie al PNRR arriveremo a coprire quasi 1.400 aree bianche. INWIT, Tim e Vodafone hanno costituito una RTI per realizzare il 5G entro il 2026 e portare le infrastrutture e la connettività in tutte queste aree. L’Italia conta tantissimi comuni di piccole dimensioni ed è una grande opportunità quella di garantire la copertura del 5G. Contiamo molto sulla collaborazione con gli enti locali per poter sviluppare il progetto velocemente e in modo efficace per tutte le parti coinvolte.

Altro strumento di copertura dedicata multi operatore sono i sistemi DAS – Distributed antenna system, quali sono le caratteristiche di questo tipo di servizio?

Diciamo che la copertura 5G e la connettività è importante nel mondo outdoor. Ma nell’indoor si scambiano circa l’80% dei dati. Spesso portare la connettività negli edifici è difficile, con il 5G sarà ancora più sfidante perché fa più fatica a penetrare le mura. E la tecnologia e l’infrastruttura di INWIT è appunto il DAS: si tratta di apparati multi operatore indoor connessi con la rete che garantiscono una connettività sicura, performante, facile da usare, perché ci si collega automaticamente alla rete mobile del proprio operatore senza bisogno di password. Una tecnologia utile che sta guadagnando molta penetrazione: negli ultimi mesi abbiamo coperto più di 50 ospedali, musei. Abbiamo realizzato la connettività 5G della nuova metropolitana di Milano dall’aeroporto al centro, e fornito connettività nei tunnel autostradali per più di 1.000 km.

 

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