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Cop28 agli sgoccioli, i tanti paradossi della conferenza di Dubai

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La Cop28 è piena di paradossi. Innanzitutto, non è ancora arrivato un accordo, come auspicato dalla sua presidenza. I negoziati della 28esima Conferenza delle parti sul Clima delle Nazioni Unite infatti continuano, alla ricerca di un testo finale che accontenti i Paesi più legati ai combustibili fossili, come l’Arabia Saudita e gli altri Paesi dell’Opec, e quelli che ne chiedono l’eliminazione.

Ironico che, in ritardo nella lotta al riscaldamento climatico, il mondo non riesca ad essere puntuale neanche nelle annuali conferenze che servono a discuterne. Non è infatti una novità che una Cop arrivi in ritardo a un accordo. Quella egiziana dello scorso anno è finita due giorni dopo il previsto, ad esempio. Nel caso dell’edizione di Dubai, l’obiettivo era arrivare ad una versione definitiva di Global Stocktake (forse il documento più importante prodotto da una Cop negli ultimi anni) già alle 11 del 12 dicembre. Non è stato così, nonostante la strategia del discusso presidente della Cop di Dubai Sultan Al Jaber: far pubblicare la seconda bozza di accordo (l’11 dicembre, ma ancora una volta in ritardo di qualche ora) per stringere sui punti più importanti.

Le parole del suo braccio destro, il Dg della Cop Majid Al-Suwaidi (nella foto in evidenza), hanno confermato che quella della presidenza era anche una strategia per “accendere la discussione” sui temi fondamentali della conferenza. Una strategia che ha mostrato come tra i 197 Paesi della conferenza più l’Ue ci siano opinioni molto diverse, in particolare riguardo alla necessità di eliminare i combustibili fossili.

Cop28, lo scontro sul phase out

Il famoso ‘phase out’ dai combustibili più inquinanti è sparito dalla bozza pubblicata ieri, provocando le ire di molti Paesi. L’Unione europea ha definito irricevibile il testo, visto che abbandonare il fossile è considerato da molti necessario per l’obiettivo sempre più proibitivo di rimanere sotto il grado e mezzo di riscaldamento globale. E secondo il commento dell’Unfcc al Global Stocktake stesso stiamo andando in una direzione sicuramente sbagliata. Ci avviamo verso 2,6 gradi di riscaldamento globale, e bisogna tagliare le emissioni del 43% entro il 2030. Antonio Guterres, Segretario Generale Onu, ha parlato di uno scenario catastrofico.

La soglia degli 1,5 gradi e il metodo per non superarla

Forse è qui che si nasconde il paradosso più grande. Chi guida la Conferenza dell’Onu sul clima, per ora, ricorda la necessità di non superare la soglia degli 1,5 gradi ma non la strategia che serve a rispettare quel limite, come vorrebbe l’Onu stessa. Per questo lo stesso Guterres ha chiesto un compromesso, sottolineando che ‘phase out’ “non vuol dire uscita allo stesso tempo di tutti” dai combustibili fossili. L’importante è che la strategia scelta sia compatibile con il limite del grado e mezzo di aumento della temperatura media globale entro fine secolo. Ha risposto così a chi gli ha chiesto se una mancata uscita dai combustibili fossili sarebbe un fallimento.

È d’altronde attorno al petrolio che girano i paradossi della Cop presieduta dal massimo dirigente della compagnia petrolifera emiratina e partecipata da un numero record di rappresentanti dell’industria petrolifera: quasi 2.500 su 80mila partecipanti, secondo la ong Global Witness. Intanto, la Cop ha superato gli 83 mld di dollari di investimenti promessi, tra fondo Loss and Damage, impegni per la finanza, l’agricoltura e l’energia. Su quest’ultimo punto non sembrano esserci dubbi: l’obiettivo di triplicare la capacità delle rinnovabili chiesto dall’Onu, dall’Agenzia internazionale per l’energia e da quella per le rinnovabili, non sembra possa essere messo in discussione. D’altronde, le tecnologie di energia pulita stanno diventando strategiche per moltissimi Paesi. Compresi quelli del Medio Oriente.

Cop 28, cosa sta succedendo

È probabile che un accordo definitivo non arrivi fino a tarda notte, mentre continuano gli incontri bilaterali tra Paesi e mentre la presidenza lavora allo stesso tempo a un nuovo testo da sottoporre nuovamente ai negoziatori. Jennifer Morgan, inviato speciale per il clima della Germania, ha raccontato su X che la maggior parte dei Paesi continua a lavorare per non abbandonare l’obiettivo del grado e mezzo di riscaldamento globale, e che una nuova bozza da parte della presidenza della Cop28 è prevista in serata.

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