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Bce più severa della Fed: tassi fermi ma nessun taglio all’orizzonte

christine lagarde bce

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i suoi tre tassi di interesse di riferimento. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Al contrario della Fed americana, però, l’Ue non prevede nessun taglio ai tassi, che nel caso di Washington potrebbero arrivare a 75 punti base nel corso del 2024. I tassi europei, come comunica sempre Francoforte, rimarranno sugli stessi livelli finché sarà necessario

La Federal Reserve americana ieri ha deciso per la terza volta consecutiva di lasciare i tassi d’interesse fermi: sono comunque al livello più alto degli ultimi venti anni. Rispetto alla Bce, però, i rialzi dei tassi degli americani sono iniziati prima. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha detto che di tagli Francoforte non ha neanche discusso.

Annunciando la decisione sui tassi il Consiglio direttivo ha ricordato che pur essendo diminuita negli ultimi mesi l’inflazione “tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo”.

Secondo le ultime proiezioni per l’area dell’euro, l’inflazione dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno, per poi avvicinarsi all’obiettivo del 2% nel 2025. Nell’insieme gli esperti si attendono che l’inflazione complessiva si collochi in media al 2,7% nel 2024. Sono state riviste al ribasso le proiezioni per il 2023 e soprattutto per il 2024. “Per il momento le stime della BCE, secondo cui occorrerà aspettare il 2025 per veder scendere l’inflazione complessiva al 2,1%, prevedono un cammino più lungo e graduale rispetto a quanto si aspetta il mercato, che sta già prezzando significativi tagli dei tassi nel 2024”, dice Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.

Secondo la Bce nonostante l’inflazione di fondo abbia registrato un’ulteriore flessione le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente per effetto della forte crescita del costo del lavoro. Gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 5,0% nel 2023 e al 2,7% nel 2024.

Secondo Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, “la BCE rimane completamente dipendente dai dati, in modalità riunione per riunione. I dati chiave da tenere d’occhio continuano a essere il costo unitario del lavoro e i margini di profitto delle imprese”.

Le conseguenze degli aumenti dei tassi d’interesse

I passati incrementi dei tassi di interesse “continuano a trasmettersi con vigore all’economia”, dice la Bce, tra condizioni di finanziamento più restrittive e discesa della domanda. Con la conseguenza, voluta, del calo dell’inflazione. “Gli esperti dell’Eurosistema si attendono che la crescita economica resti contenuta nel breve periodo”, dice la Bce. “Oltre questo orizzonte, l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali – poiché le famiglie beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni – e del miglioramento della domanda esterna. Pertanto, le proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un aumento della crescita da una media dello 0,6% nel 2023 allo 0,8% nel 2024 e all’1,5% sia nel 2025 sia nel 2026”.

Come al solito, l’Eurotower avverte che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

Il Consiglio direttivo ha anche “deciso di avanzare nella normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema. Esso intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) nella prima parte del 2024”. Reinvestimenti immutati fino a giugno quindi, e poi in calo di 7,5 mld di euro al mese fino all’arresto a fine 2024.

A muovere i mercati, secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, “sono state le dichiarazioni del presidente della BCE, Christine Lagarde, in conferenza stampa. Non tanto la possibilità di un rialzo dell’inflazione nel breve periodo sulla scia della chiusura degli accordi salariali che era stato già annunciato nelle scorse settimane. Le parole che hanno provocato degli strappi rialzisti sul cambio eurodollaro, che si è rafforzato fino ad avvicinarsi al limite di 1,10, sono state quelle relative ai tagli dei tassi di interesse”.

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