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Occupazione record nel terzo trimestre 2023: oltre 23,6 milioni di lavoratori in Italia

lavoro istat crescita

L’occupazione in Italia continua a segnare record positivi, con un nuovo picco nel terzo trimestre del 2023 che sfiora quota 23,6 milioni di occupati. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, si registra un aumento di 65mila unità rispetto al trimestre precedente e di 481mila unità rispetto allo stesso periodo del 2022, portando il tasso di occupazione al 61,5%.

La crescita degli occupati è principalmente attribuibile a una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, con una diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni di 442mila unità su base tendenziale. Al contrario, i disoccupati si riducono di soli 80mila, mantenendo il tasso di disoccupazione stabile al 7,6% rispetto al trimestre precedente. Il numero complessivo di disoccupati rimane costantemente sotto quota due milioni (1 milione 948mila).

La Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha commentato i dati con soddisfazione, definendo l’andamento “positivo” e sottolineando la necessità di continuare in questa direzione, favorendo la connessione tra domanda e offerta di lavoro e investendo nella formazione e valorizzazione delle competenze.

Analizzando l’andamento dell’occupazione stabile, si osserva che gli occupati crescono complessivamente del 2,1% su base tendenziale, con un aumento significativo dei dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e degli indipendenti (+1,6%), mentre i dipendenti a termine diminuiscono (-2,3%).

Un aspetto significativo è l’invecchiamento continuo del mercato del lavoro, evidenziato dalla diminuzione degli occupati giovani e dall’aumento di quelli anziani, in linea con le dinamiche demografiche. Nel terzo trimestre del 2023, si registrano 458mila occupati in più rispetto al terzo trimestre del 2008. Questo aumento è il risultato di un calo di circa 1,6 milioni di occupati tra i 15 e i 34 anni e di circa 1,9 milioni tra i 35 e i 49 anni, compensato dall’aumento di quasi 4 milioni di occupati di 50 anni e più.

L’Istat sottolinea che tra gli over 50 si concentra la generazione dei baby boomers, ma l’ingresso nel mercato del lavoro si sposta in avanti grazie all’incremento degli anni di istruzione e formazione, mentre il pensionamento viene ritardato a causa delle regole più stringenti per l’accesso alla pensione.

Nonostante il notevole recupero degli ultimi due anni, il tasso di occupazione tra i giovani di 15-34 anni è diminuito di quasi sei punti, mentre quello dei 35-49enni è rimasto sostanzialmente invariato. Al contrario, per la fascia di età tra i 50 e i 64 anni, il tasso di occupazione è aumentato di 17 punti.

Infine, pur con un significativo aumento dell’occupazione, le retribuzioni sono rimaste invariate. Nel 2022, l’Osservatorio Inps sui lavoratori dipendenti e indipendenti ha rilevato un aumento medio delle retribuzioni del 4%, meno della metà dell’aumento dei prezzi (8,1% in media annua). La disparità di genere è evidente, con gli uomini che guadagnano in media il 33,74% in più delle donne, un divario attribuibile al minor numero di settimane lavorate, al lavoro part-time e alle diverse mansioni. La retribuzione media complessiva è di 24.252 euro.

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