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Rapporto Asvis, Italia (in)sostenibile

Alla vigilia della Cop28 che ha visto i governi e gli esperti di tutto il mondo riunirsi a Dubai per discutere di lotta al cambiamento climatico e del fondo per le perdite e danni, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) ha reso pubblico il suo ultimo report nel quale analizza lo stato di avanzamento dell’Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un appuntamento annuale per fotografare lo stato dell’arte dei 17 goal nel nostro Paese, tra impegni politici e iniziative private, a metà esatta del percorso di impegni intrapreso per l’Agenda 2030.

Pandemia, crisi ucraina e balzo dei prezzi frenano gli SDG

Dopo anni di progressi importanti a livello mondiale, tra la riduzione del tasso di povertà estrema (dal 10,8% del 2015 all’8% del 2019) e della mortalità infantile (da 20 morti ogni 1.000 nati vivi a 18); l’aumento delle energie rinnovabili (dal 16,7% del 2015 al 19,1% del 2020) e la contrazione della disoccupazione, la pandemia prima e in seguito l’attacco della Federazione Russa all’Ucraina, hanno innescato un progressivo innalzamento dei prezzi delle materie prime energetiche e dei prodotti alimentari, scatenando un’inflazione generalizzata e incidendo negativamente sul perseguimento degli SDGs. Secondo l’Onu, ci ricorda Asvis, solo il 12% dei target dell’Agenda 2030 è sulla buona strada per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. E circa il 30% non ha fatto registrare alcun avanzamento.

L’Italia e l’Agenda 2030

Il report annuale Asvis evidenzia come gli obiettivi maggiormente legati alla dimensione sociale siano peggiorati rispetto al 2010. Di fatto, in Italia, quasi 2 milioni di famiglie e 1,4 milioni di minori vivono in condizioni di povertà assoluta, è aumentata la sperequazione sociale e la disoccupazione giovanile è ormai superiore al 20%. Crescono anche gli episodi di violenza sessuale (+12%) e si registra un caso di femminicidio ogni 3 giorni.

Anche i goal legati alla dimensione ambientale sono allarmanti. Si rileva, ad esempio, una perdita dei sistemi idrici nazionali del 42%, uno stato ecologico non buono per il 41,7% di fiumi e laghi e il degrado del suolo interessa il 17% del territorio nazionale. Lontano ancora l’impegno verso la decarbonizzazione, con le energie rinnovabili che rappresentano il 19,2% del totale.

Dal punto di vista economico, Asvis evidenzia come, nonostante la crescita dell’occupazione, persista ancora una forte componente di lavoro irregolare (3 milioni di persone senza tutele) e seppur si riscontri un aumento del tasso di innovazione, molte siano ancora le imprese scettiche nell’investire su trasformazione ecologica e sostenibilità (circa il 30% di quelle manifatturiere non ha assunto iniziative in questa direzione).

L’Europa verde

Tracciabilità, trasparenza e comunicazione agli stakeholder sono stati i valori cardine dell’approccio di sostenibilità della presidenza von der Leyen, che ha progressivamente consolidato l’Unione europea come il più grande “regolatore” in materia ambientale e sociale dell’ultimo decennio. “Delle 600 iniziative politiche annunciate dalla Commissione, più di due terzi sono state presentate e oltre la metà di queste sono state approvate dai colegislatori o dalla Commissione stessa. La stragrande maggioranza (71%) delle rimanenti sta procedendo o è prossima all’adozione (13%)” rimarca, il rapporto Asvis 2023. Cruciali saranno per l’Ue le prossime elezioni di giugno, dove la sensibilità o meno dei componenti della nuova legislatura in materia di sostenibilità influenzerà certamente, in positivo o in negativo, la corsa al perseguimento degli SDG in Italia e nel mondo.

Il futuro sostenibile che non può attendere

Tra qualche mese, l’Italia coglierà il testimone dal Giappone per guidare nel 2024 i leader G7. In un contesto globale ancora ricco di sfide, tra crisi umanitarie e conseguenze devastanti degli eventi climatici estremi, è fondamentale che il Paese metta al centro delle proprie priorità nazionali e internazionali l’impegno per la lotta al cambiamento climatico. Lo sviluppo di misure di adattamento e il sostegno diplomatico alla costituzione del fondo per perdite e danni, infatti, risulterà una strategia vana se non seguita da solidi investimenti nelle energie rinnovabili. Fondamentale inoltre, come gli SDG ricordano, integrare la dimensione sociale all’interno delle sfide per contrastare il cambiamento climatico, inserendo una prospettiva di genere intersezionale e un approccio che non dimentichi mai i diritti delle persone. Per accelerare la corsa al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 rimane cruciale lavorare sul cambiamento culturale per superare i residui di scetticismo e consolidare la convinzione che senza sostenibilità non ci sarà più neanche business.23

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