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Ghiaccio e acqua su Marte, la scoperta del radar italiano Marsis

Is there life on Mars? Resterà il dubbio che ci sia vita su Marte, ma è sempre più certa la presenza di ghiaccio sepolto all’equatore del Pianeta Rosso. Lo rivelano i nuovi dati emersi dalla missione Mars Express che indicano un nuovo vasto deposito di acqua. Lo studio si basa sui dati elaborati dal radar Marsis, strumento di bordo della missione fornito dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), che vede la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

I nuovi dati raccolti indicano la presenza di vasti strati di ghiaccio che si estendono per alcuni chilometri nel sottosuolo marziano. Ad oggi risulta il più grande deposito di acqua scoperto nei pressi dell’equatore di Marte, nella vasta regione geologica delle Medusae Fossae che si trova al confine tra le pianure e gli altopiani che caratterizzano la geologia di Marte.
La scoperta conferma la tesi già avanzata quindici anni fa, quando la sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) aveva identificato nella Medusae Fossae dei misteriosi depositi di materiale posti fino a 2,5 chilometri sotto la superficie, che il nuovo studio ipotizza possa estendersi ad una profondità ancora maggiore, fino a 3,7 chilometri nel sottosuolo del Pianeta Rosso.

Mappa topografica di Marte che mostra la posizione della regione Medusae Fossae. Le regioni di colore rosso corrispondono ad altitudini più elevate. Photocredits @Esa

L’area delle Medusae Fossae comprende alte formazioni scolpite dal vento, estese per centinaia di chilometri, di fatto uno dei depositi di polvere più vasti del pianeta. E questo aveva impedito, quindici anni fa, di confermare con certezza la presenza di ghiaccio: si temeva potesse trattarsi di grandi accumuli di polvere spinta dal vento, oppure di cenere vulcanica o sedimento.
La conferma viene oggi dai nuovi dati rilevati, che evidenziano come il segnale rilevato è consistente, ad indicare la presenza di ghiaccio stratificato, ed è simile a quello rilevato nei pressi delle calotte polari di Marte, che sono ricche di ghiaccio.

“È qui che entrano in gioco i nuovi dati del radar Marsis”, spiega Andrea Cicchetti, ricercatore Inaf e co-autore del nuovo studio. “Data la sua profondità, se la formazione di Medusae Fossae fosse semplicemente un gigantesco mucchio di polvere, ci aspetteremmo che si compattasse sotto il suo stesso peso. Ciò creerebbe qualcosa di molto più denso rispetto a quello che effettivamente vediamo con Marsis. Abbiamo provato a modellare il comportamento dei diversi materiali privi di ghiaccio, ma nessuno di essi riproduce le proprietà osservate: c’è bisogno del ghiaccio”.

La nuova scoperta indica il più grande deposito di acqua mai rilevato sul Pianeta. Se questo ghiaccio si sciogliesse Marte sarebbe completamente sommerso da uno strato d’acqua profondo da 1,5 a 2,7 metri. Sulla Terra, una simile massa di acqua sarebbe sufficiente a riempire il Mar Rosso.

Il progetto internazionale del radar Marsis è stato fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), progettato da Sapienza Università di Roma con la partecipazione del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e dell’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti, e gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I risultati della ricerca, guidata da Thomas Watters della Smithsonian Institution, sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters.

“Lo studio appena pubblicato sarà di cruciale importanza per pianificare le prossime missioni spaziali dirette verso Marte” commenta Eleonora Ammannito ricercatrice dell’Asi. “È sempre più evidente, infatti, la necessità di fare uno studio di dettaglio di tutta l’immediata sotto-superficie di Marte per verificare se il caso del deposito di ghiaccio sotto le Medusae Fossae sia isolato oppure se sia uno scenario che si verifica anche in altri punti del pianeta. Proprio per questo motivo l’ASI, insieme alla Csa, la Nasa e la Jaxa stanno studiano un concetto di missione ‘Ice Mapper’ che ha l’unico obiettivo di fare una mappatura del ghiaccio sotto-superficiale. Queste informazioni serviranno sia per una rivisitazione dei modelli evolutivi attualmente esistenti sia per supportare lo sviluppo delle missioni umane sulla superficie di Marte che dovranno necessariamente fare affidamento su depositi di ghiaccio in zona equatoriale”.

Secondo il nuovo studio, il deposito consiste di strati di polvere e ghiaccio sormontati da uno strato protettivo di polvere secca o cenere spesso diverse centinaia di metri.
Marte si presenta come un pianeta dall’aspetto arido, ma la sua superficie è ricca di segni dell’acqua che un tempo era abbondante. Notevoli sono infatti le riserve di ghiaccio d’acqua, presenti anche nelle calotte polari. Ma l’estensione del deposito di ghiaccio appena scoperto non avrebbe potuto formarsi nel clima attuale del pianeta, e secondo gli studiosi risale a un’epoca climatica precedente. Se i risultati di questo studio saranno confermati, bisognerà aggiornare la nostra comprensione della storia del clima di Marte.

Mappa dei depositi di materiale scolpiti dal vento della regione Medusae Fossae. Mostra lo spessore del ghiaccio, stimando uno spessore della polvere pari a 300 mt. Credit: Planetary Science Institute/Smithsonian Institution

L’estensione e la posizione dei depositi ghiacciati nell’area di Medusae Fosse li renderebbero molto interessanti per la futura esplorazione umana del Pianeta Rosso. Le missioni spaziali in programma dovrebbero atterrare nei pressi dell’equatore marziano, lontano quindi dalle calotte polari ricche di ghiaccio o dai ghiacciai ad alta latitudine, e avranno bisogno dell’acqua come risorsa, quindi trovare ghiaccio in questa regione è essenziale per eventuali future missioni umane su Marte. I depositi identificati in questo studio sono coperti da centinaia di metri di polvere, e resteranno quindi  inaccessibili almeno per i prossimi decenni.
Tuttavia conoscere la distribuzione del ghiaccio sulla superficie di Marte aiuta i ricercatori,  moderni rabdomanti, a scoprire nuovi giacimenti sulle tracce dei percorsi d’acqua del passato.

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