NF24
Cerca
Close this search box.

Bce, tassi fermi per la quarta volta consecutiva. Giù l’inflazione, ma anche la crescita

bce

Per la quarta volta consecutiva, dopi i dieci rialzi precedenti, la Bce ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati.

Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Intanto, però, Francoforte taglia le stime sull’inflazione. E stima al 0,6% la crescita (dallo 0,8% precedente).

Possibile taglio a giugno

Quando arriverà un taglio? Già dalla scorsa seduta i mercati scommettono su un periodo che va da aprile a giugno. Intanto, da Francoforte arriva la solita formula. Per decidere variazioni (o assenza delle stesse) sui tassi i seguirà un approccio basato “sui dati” fino a che l’inflazione scenderà alla quota obiettivo del 2%.

Secondo Sylvain Broyer, Chief economist eMEA di S&P Global Ratings, “da quando la BCE si occupa di definire i tassi d’interesse per l’Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l’inflazione core era al di sopra del 2,2%. Oggi l’inflazione core è al 3,1% e non scenderà sotto il 2,2% prima dell’estate. A meno che non si verifichi un imprevisto che influisca sulla crescita o sulla stabilità finanziaria, un taglio dei tassi della BCE a giugno è quindi lo scenario più probabile”.

Secondo gli analisti di State Street Global Advisors la pausa da falco era praticamente “scontata, in quanto era estremamente improbabile che la BCE si muovesse prima della Fed. Ora che le possibilità che la Fed tagli i tassi a maggio sono quasi del tutto escluse, vediamo che anche le probabilità di una riduzione dei tassi ad aprile da parte della BCE si sono ridotte quasi a zero, da cui la nostra ipotesi di un inizio dell’allentamento a giugno”, dice Altaf Kassam, Head of investment strategy & research per l’area Emea della società di analisi.

Inflazione in discesa (ma anche la crescita)

“Dalla sua ultima riunione di gennaio l’inflazione è diminuita ulteriormente”, comunica il board. “Nelle ultime proiezioni degli esperti della Bce l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, principalmente per effetto del minore contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano ora che si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari è stata corretta al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026”.

Gli esperti della Bce hanno rivisto al ribasso la proiezione della crescita per il 2024 allo 0,6%; l’attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e in seguito anche dagli investimenti.

La Bce e il fattore stipendi

Secondo la Bce le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. Che dall’altra parte rassicura la presidente Christine Lagarde sulla futura ripresa economica del continente. Intanto “le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

Intanto la Bce afferma che il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, “dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza”.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP (pandemic emergency purchase programme) nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.