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Poste Italiane, il nuovo piano: un’unica app, 19mila assunzioni e consegne in 4 ore

Poste Del Fante postepay

Un’app unica per accedere a tutto l’ecosistema di Poste Italiane. L’evoluzione dell’ufficio postale in “luogo relazionale”, sul solco del piano Polis e con una maggiore importanza dei consulenti. L’innovazione tecnologica (e non solo) della logistica, sempre più importante per compensare la riduzione della corrispondenza, e 19.000 assunzioni in 5 anni. Sono alcuni dei pilastri del nuovo piano strategico di Poste Italiane per far crescere ricavi, utili e dividendi.

Piano che arriva durante una settimana già calda per Poste, dopo le polemiche sulla possibile cessione della piattaforma PagoPa dal Tesoro a Zecca di Stato e, appunto, Poste (per il 49%). Un progetto già passato dal Cdm che ha trovato la contrarietà delle banche, espressa dall’Abi, che ha avvertito sulla possibilità di uno ‘squilibrio competitivo’. Anche l’Antitrust ha bocciato il piano sulla piattaforma dei pagamenti alla PA per preoccupazioni relative al tema concorrenza. In precedenza lo stesso Ad di Poste, Matteo Del Fante (nella foto in evidenza), commentando l’eventuale operazione in un’audizione alla Camera, aveva rassicurato sul tema della riservatezza dei dati, ma anche sulla concorrenza e sulla mancanza di interesse, per qualsiasi azionista, a “minimizzare” il circuito di pagamento e i suoi fornitori di servizi.

Rischio di concentrazione: polemiche sulla cessione di PagoPa

Gil obiettivi finanziari di Poste Italiane

Il piano di Poste Italiane si chiama ‘The connecting platform’ e punta su un nuovo modello di servizio commerciale per massimizzare il valore della relazione con il cliente. Il risultato saranno, secondo le previsioni di Poste, ricavi a 13,5 mld di euro nel 2028, con una crescita del 3% all’anno.

Tra gli altri obiettivi:

  • Risultato operativo a 3,2 mld (4% di crescita annuale).
  • Utile netto a 2,3 mld (+4%).
  • Dividendi. Dai 0,80 euro ad azione proposti per il 2023, si salirà ad un euro ad azione dal 2026: una crescita del 7% all’anno che in tutto vale 6,5 mld durante il piano e un pay-out ratio (il rapporto con l’utile) del 65%. Sui dividendi Poste torna alla policy del 2017, quindi, passando alla logica del payout. Secondo Del Fante questa “rappresenta una politica migliore per premiare gli investitori, perché qualsiasi sovra-performance si traduce in dividendi più alti”. Nel piano non sono state inserite eventuali plusvalenze.
  • Assunzioni: previste 19.000 assunzioni cumulative in entrata, a fronte di 25.ooo uscite. I costi totali del personale arriveranno a 6 mld da 5,64, ma Poste punta sull’efficienza: per ogni Fte (Full time eployement) il valore aggiunto passerà da 81mila euro nel 2023 a 102mila nel 2028.
  • Investimenti: i Capex 2024-2028 autofinanziati sono pari a circa 5 miliardi, quasi uno all’anno se si esclude il progetto Polis. Il rapporto tra investimenti in conto capitale e ricavi passa al 7% dal 6% del 2023.
  • I settori: a contribuire maggiormente alla crescita dell’Ebit dei prossimi anni saranno i ricavi del settore Postepay, seguito da servizi finanziari e Pacchi e corrispondenza.
  • Le acquisizioni: la crescita dei ricavi a 13,5 mld è una crescita organica, senza fusioni e acquisizioni, ha sottolineato Del Fante. “Abbiamo ampio margine per tenere sott’occhio eventuali opportunità. Negli ultimi 7 anni ci sono state 15 acquisizioni, e il grosso è già stato fatto, quindi non prevediamo grosse acquisizioni in futuro”.

Poste Italiane e la “punta dell’iceberg”

“Il percorso di trasformazione di Poste Italiane è iniziato nel 2017 con il primo piano strategico e una semplice ambizione: massimizzare il valore per i nostri clienti e diventare la rete di distribuzione più efficace e affidabile d’Italia”, ha commentato Matteo Del Fante. Secondo l’Ad Poste Italiane è diventata “la più grande piattaforma phygital in Italia”.

Il business ora viene rimodellato su un “nuovo modello di servizio commerciale” per servizi finanziari (attraverso consulenti specializzati per segmentare le esigenze della clientela), assicurativi (crescendo negli investimenti e nel settore protezione), pagamenti digitali e servizi come fibra ed energia.

Poste Italiane insomma insiste sul modello ‘omnicanale’, e lo fa con una SuperApp che al centro avrà il nuovo wallet per i pagamenti digitali. “La nuova SuperApp è la punta dell’iceberg di questa evoluzione tecnologica, che consente l’integrazione del business e conferma il ruolo di Poste Italiane come Platform Company”. L’app, grazie all’AI, sarà super personalizzata sulle esigenze di ogni cliente, spiega Poste durante

Il ruolo della logistica e le consegne in 4 ore

Secondo le previsioni, sarà la logistica a compensare, durante il piano, i minori ricavi dalla corrispondenza, grazie a e-commerce, espansione internazionale e Contract Logistics, cioè la logistica conto terzi. A fine piano i ricavi dei pacchi saranno cresciuti del 7%, quelli della corrispondenza diminuiranno del 5%. I ricavi da nuovi business arriveranno a 700 mln di euro, la capacità dei magazzini nel settore del conto terzi aumenterà da 230.000 metri quadrati nel 2023 a 400.000 metri quadrati nel 2028, e i servizi che Poste chiama di ‘micro-fulfillment’ consentiranno di consegnare pacchi entro 4 ore.

Poste sottolinea la joint venture firmata con Dhl, che permetterà di espandere locker e punti di consegna, che viene misurata con un indice di copertura della popolazione che arriverà al 98% nel 2028. Un’altra joint venture verrà fatta con un operatore immobiliare per aumentare gli spazi dedicati alla logistica, mentre proprio alla vigilia del piano è arrivata l’autorizzazione UE alla partnership con l’olandese Dpi per l’espansione della rete locker.

Secondo Poste la strategia sulla logistica avrà un ruolo importante sulla sostenibilità del Gruppo, che continua il percorso verso la carbon neutrality prevista entro il 2030, con una nuova società benefit “Poste Mobility” e l’introduzione di un Indice Green, ad ulteriore
supporto della decarbonizzazione della logistica. L’obiettivo è poi di aumentare la produzione di energia rinnovabile di +40GWh nel periodo 2020-2026, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici per una superficie totale di 150.000 mq. Tra i target anche la decarbonizzazione del portafoglio investimenti, con l’obiettivo Net Zero entro il 2050.

L’ufficio postale al posto delle filiali bancarie

I servizi finanziari porteranno a ricavi da 7 mld nel 2028, con una crescita del 3% grazie a Risparmio e Investimento che beneficiano del nuovo modello di servizio commerciale di cui parla Del Fante.

I finanziamenti arriveranno a 4,3 mld (da 3,3 mld nel 2023).

Secondo Poste i numeri aumenteranno grazie all’esperienza digitale “rinnovata, e ad un migliore tasso di approvazione da parte della rete dei partner bancari – e i volumi relativi alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione che raggiungono € 0,9 miliardi rispetto a € 0,7 miliardi nel 2023 – trainati dall’evoluzione dell’offerta dei prodotti e da una leadership di mercato consolidata”. Ma non esiste solo il digitale: secondo Poste Italiane, mentre le filiali bancarie nei piccoli Comuni vengono chiuse, i clienti saranno attirati dagli Uffici postali.

Per le pmi si punta a 400.000 conti correnti e a 400 nuovi “Sportelli Business Punto Poste” nei principali uffici postali.

Sulle assicurazioni Poste punta a 1,9 mld di euro di ricavi con una crescita annua del 4% nel periodo 2023-28, un risultato operativo da 1,6 mld (€ 1,4 miliardi nel 2023) e un utile netto da 1,1 miliardi (+2% l’anno).

La SuperApp e i target energia, telefonia e pagamenti

I target per i servizi Postepay prevedono ricavi da 2,2 mld (1,45 mld nel 2023). Aumentano i ricavi da pagamenti, soprattutto (arriveranno a 1,5 mld) ma anche servizi per telefono e fibra (Poste punta a mezzo miliardo di ricavi) ed energia (che arriverà a 200 mln di euro). Tra carte, telefonia, Internet ed energia il nuovo piano prevede 15 milioni di nuovi contratti. Saranno 5,5 milioni i contratti di telefonia e fibra e 2,5 milioni quelli energia.

La “SuperApp sarà il principale punto di accesso e il wallet pagamenti digitali che costituisce il motore e lo strumento di pagamento”, dice Poste.

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