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Tim, l’astensione di Vivendi dà il via libera a Labriola

Nell’assemblea del 23 aprile, Vivendi, principale azionista di Tim con il 23,7% del capitale, ha optato per un approccio conservativo, decidendo di astenersi dal votare su tutte le questioni ad eccezione della propria lista per il collegio sindacale. Questa scelta segna di fatto una vittoria per la lista del consiglio di amministrazione, garantendo a Pietro Labriola un nuovo mandato triennale per portare avanti il riassetto del gruppo, che include la vendita di Netco a Kkr.

Nonostante questa apparente neutralità, Vivendi ha chiarito che la lotta non è finita. Il gruppo francese ha espresso disappunto per la gestione attuale, criticando la perdita di valore del titolo sotto l’attuale Consiglio e la vendita della rete fissa di Tim a un prezzo che, a loro giudizio, non riflette il pieno valore dell’asset. Vivendi lamenta anche una mancanza di coinvolgimento dell’assemblea degli azionisti e una comunicazione inadeguata sulle implicazioni dell’operazione per la sostenibilità di Tim.

Il dissidio tra Vivendi e il consiglio di amministrazione di Tim si sposterà sul piano legale, con la prima udienza prevista per il 21 maggio al Tribunale di Milano. Vivendi ha annunciato di voler perseguire tutte le vie legali a sua disposizione per tutelare i suoi diritti, sottolineando la sua intenzione di contestare la decisione del Consiglio di vendere la rete fissa.

Nel frattempo, l’operazione di vendita di Netco a Kkr procede e si trova sotto l’esame dell’Antitrust europeo, con previsioni che indicano un possibile via libera entro fine maggio. Gli analisti di Equita suggeriscono che la seconda e ultima condizione sospensiva per il closing dell’operazione potrebbe essere soddisfatta entro giugno.

Il futuro della rete telecomunicazioni in Italia sembra indirizzarsi verso la creazione di una rete unica. Dario Scannapieco, amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), ha evidenziato l’importanza strategica della fusione tra Open Fiber e NetCo, esprimendo il desiderio di avviare presto un tavolo di lavoro per accelerare il processo. Equita ha commentato che la posizione di Scannapieco aumenta la probabilità di una combinazione, potenzialmente attivando gli earn-out negoziati da Tim con Kkr, che potrebbero raggiungere fino a 2,5 miliardi di euro.

Sebbene Vivendi abbia scelto di non opporsi direttamente alla rielezione del consiglio di Tim, il suo impegno a contestare legalmente le decisioni passate e la sua critica aperta alla gestione attuale indicano che le tensioni interne potrebbero ancora influenzare significativamente il futuro dell’azienda.

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