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AI e robotica: un futuro inclusivo e sostenibile

Quando si parla di robotica e intelligenza artificiale (AI) spesso si sottolinea l’elevato impatto sociale e soprattutto le preoccupazioni sulla necessità che transitare verso modelli economici e di produzione più innovativi non lasci nessuno indietro. Com’è stato per altre rivoluzioni (dalla ruota, all’avvento di internet) si necessita la creazione di nuove competenze che possano essere colte anche dalle persone con età più avanzata, e un vero riadattamento culturale volto ad accettare, fare propri e valorizzare nuovi modi di creare, produrre, fare impresa.

Il prezzo della tecnologia inoltre porta con sé numerose ombre, legate all’approvvigionamento di minerali. Di fatto alcuni dei prodotti strategici che muovono la nostra economia contemporanea vengono da zone di conflitto e come nel caso del cobalto, secondo Amnesty International prodotto per l’80% in Repubblica Democratica del Congo, vanno ad alimentare anche situazioni di sfruttamento locale e minorile e a finanziare gruppi armati locali che tengono sotto scacco il Paese. Come è stato inoltre evidenziato durante il Women7 Summit di Roma, le tecnologie hanno un impatto molto rilevante anche sulla diversity, in quanto se non programmate anche in un’ottica di genere e intersezionale possono involontariamente discriminare gli utenti o contribuire al consolidamento di culture stereotipate. Basti pensare ai primissimi sistemi di riconoscimento facciale nei device che inizialmente riconoscevano solo persone bianche. O il fatto che alcuni strumenti di intelligenza artificiale focalizzati nella creazione di contenuti non contemplino né il femminile singolare né plurale per mestieri e posizioni apicali.

Nonostante queste problematiche aperte, su cui non è possibile prescindere, robotica e AI stanno risolvendo, o hanno il potenziale di risolvere, diverse sfide ambientali e sociali. Seguono 3 progetti che hanno sicuramente tracciato una milestone importante rispetto alle tecnologie che stanno cambiano il mondo.

Sophia e l’educazione STEAM

Sophia è un robot antropomorfo sviluppato dall’azienda di robotica di Hong Kong, Hanson Robotics. Sophia (nell’immagine in evidenza) è in grado di comunicare in modo naturale con gli esseri umani, grazie alla sua capacità di riconoscere i volti e di esprimere emozioni. Questo progetto sta aprendo nuove prospettive nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica sociale, promuovendo una maggiore inclusione e interazione tra robot e persone. L’azienda ha creato inoltre Little Sophia, il mini robot umanoide alto 35 centimetri e progettato per insegnare le discipline Steam ai bambini. Queste innovazioni aprono numerose opportunità per supportare il mondo dell’educazione. Di fatto, in un futuro non molto lontano, Sophia potrebbe essere adottata nelle scuole per l’insegnamento pratico di alcune materie scientifiche. Robot come Sophia, inoltre, hanno un enorme potenziale di applicazione rispetto ai lavori di cura non retribuiti, in quanto potrebbero accompagnare e alleviare chi oggi, soprattutto le donne, concilia con difficoltà l’attività di cura con gli obiettivi di vita professionale.

Spot e la sicurezza sul lavoro

Spot invece è uno dei progetti di Boston Dynamics, azienda statunitense specializzata nello sviluppo di robot quadrupedi. Grazie alla sua agilità e alla sua capacità di adattarsi a vari ambienti, Spot sta contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle attività lavorative, promuovendo una maggiore efficienza e sostenibilità. È attualmente utilizzato in diversi settori, dall’agricoltura alla costruzione, resiste a polvere e pioggia e può operare tra i -20°C e i 45°. L’utilizzo di Spot riduce il carico di lavoro e i potenziali infortuni dei lavoratori, dovuti ad esempio al trasporto di pesi continuativi o alla pericolosità di muoversi su terreni e aree scoscese. In generale, tecnologie come Spot sono funzionali all’ottimizzazione dei processi, alla riduzione degli sprechi e alla riduzione dei costi di produzione.

Da Vinci e la tutela della salute

Un altro progetto innovativo è il robot chirurgico Da Vinci, sviluppato da Intuitive Surgical. Questo robot è impiegato in interventi chirurgici minimamente invasivi, consentendo ai chirurghi di eseguire operazioni complesse con maggiore precisione e controllo. Grazie a questa tecnologia, i pazienti possono beneficiare di minori traumi e tempi di recupero più rapidi, migliorando così la qualità della vita e riducendo l’impatto ambientale legato alle procedure chirurgiche tradizionali. Innovazioni come quelle di Da Vinci possono inoltre accompagnare la complessità di alcuni interventi e supportare i team medici a contrastare i ritmi di lavoro incessanti a cui spesso sono sottoposti, migliorando salute e sicurezza di operatori esperti e pazienti. Oggi Da Vinci ha  diverse applicazioni, dall’urologia alla ginecologia, dalla chirurgia toracica alla chirurgia generale.

 

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