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Toninelli: a breve decreto sblocca cantieri. Tav: Ue fa pressione

“Nelle prossime settimane faremo un decreto sblocca cantieri che semplifica le norme del codice degli appalti fatte dal precedente governo, un disastro che ha bloccato i cantieri. Anche semplificare le procedure degli appalti è una grande opera”. Così il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture Danilo Toninelli il quale ha sottolineato che “il decreto anticiperà la legge delega – ha spiegato Toninelli – che riformerà l’intero codice degli appalti perché vogliamo rilanciare l’economia. Questo è un governo che è a favore delle grandi opere necessarie e utili”.

Nel frattempo sulla Torino-Lione continuano le pressioni della Commissione Ue che chiede chiarimenti su “come l’Italia intenda rispettare l’accordo di finanziamento”, avverte il portavoce della commissaria ai trasporti Violeta Bulc, sottolineando che “non abbiamo commenti sul contenuto dell’analisi costi benefici”, ma che l’Italia deve parlare innanzitutto con la Francia se ha cambiato idea sulla Tav. E ricorda che è tangibile il rischio, in mancanza di una decisione a breve, che i fondi vengano ridestinati ad altri Paesi: “la Commissione non può escludere di dover chiedere all’Italia di restituire i fondi Cef già erogati” per la Tav “se questi non possono essere ragionevolmente spesi in linea con le scadenze dell’accordo di finanziamento”, afferma Bulc. Ma non solo, perché come per qualunque progetto finanziato dalla Cef, infatti, Bruxelles ricorda che “ritardi nella sua attuazione potrebbero portare a una riduzione dei fondi Ue forniti, in linea con il principio ‘o si usano o si perdono'”. Tuttavia, la Tav secondo la Commissione Ue “resta un progetto importante per l’Italia, la Francia e l’Ue” in quanto si tratta di un “progetto transeuropeo necessario per unire le regioni e rafforzare la coesione, è un progetto di solidarietà e unione” e che “aumenta i mezzi di trasporto sostenibili”.

Ma Toninelli sembrerebbe avere le idee abbastanza chiare sul tema: “oggi una commissione indipendente ha fatto un’analisi costi benefici che ci dice che il Tav costa tra i 7 e gli 8 miliardi in più rispetto ai benefici che produce, e da lì partiamo”, e si chiede se sia “meglio usare questi 8 miliardi per fare un buco in una montagna di cui vedremo probabilmente la fine tra 20 anni e i benefici tra 50, o metterli immediatamente per opere di manutenzione? Io li spenderei meglio in migliaia di piccole e capillari opere di manutenzione diffuse su tutto il territorio nazionale”. Tuttavia, la contestazione dei numeri dell’analisi-costi benefici lascia ogni possibile scenario aperto.

Per Confindustria i cantieri delle grandi opere italiane “sono strumenti anticiclici, in un periodo in cui l’economia ci sta preoccupando perché il commercio globale è chiaramente rallentato, siamo in una situazione di sostanziale recessione quindi abbiamo bisogno proprio di un’iniezione e di un ‘buster’ che ci possa consentire di avere una spinta ed una marcia in più”, afferma il vicepresidente degli industriali Antonella Mansi.

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