Si tratta di uno studio condotto dalla società di sicurezza infomatica Yoroi – Tinexta Group, insieme alle Università di Bologna e Modena Reggio Emilia. Lo studio ha individuato la presenza online di oltre duemila “phishing kit” ad uso dei criminali per truffare le loro vittime. Che cosa sono questi “phishing kit”? Sono strumenti che consentono una rapida creazione di siti web per il phishing, che ricalcano portali reali, anche di istituti finanziari, con il fine di spingere i navigatori a inserire dati personali o a istallare, involontariamente, virus sui propri dispositivi. Comincia così la truffa. I kit della truffa vengono venduti sul dark web e, secondo Yoroi, rappresentano una grave minaccia per la sicurezza.
Permettono anche ai meno esperti di eseguire attività di furto dati. Per contrastare il fenomeno, Yoroi, Unibo e UniMoRe hanno creato una nuova classificazione dei kit di phishing, per profilare gli autori e riconoscere, tramite l’intelligenza artificiale, parti di codice riutilizzate online.