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Atlantia, baricentro resterà in Italia

Un gruppo integrato, ma con il baricentro in Italia. Soprattutto un gruppo industriale e non finanziario. Questo sarà Atlantia dopo l’operazione Abertis, che rappresenta per la holding della famiglia Benetton l’avvio di una fase nuova. L’Ad del Gruppo Giovanni Castellucci, in occasione dell’assemblea degli azionisti, che ha approvato il bilancio 2017 chiuso con un utile di 1,17 miliardi, rassicura i soci promettendo anche dividendi in crescita. “Da oggi inizia un’altra fase della vita della nostra società che dovremo affrontare con l’adeguata attenzione e con la consapevolezza che per un’azienda italiana lavorare all’estero è difficile”, spiega Castellucci, ricordando che spesso le aziende italiane “non hanno reti di protezione”. Ma Atlantia, che solo recentemente ha messo a segno l’intesa con Acs-Hochtief per Abertis e l’ingresso in Eurotunnel come primo azionista, è abituata “a difendesi nel mondo al meglio” assicura il manager, sottolineando come la “forza” di Atlantia sia nell’essere, diversamente da altri operatori a caccia di asset, “non una società finanziaria ma un gruppo industriale”.

Ora con Abertis l’obiettivo è un “gruppo integrato italo-spagnolo – e perché no anche francese e sudamericano”, per il quale la sfida sarà in particolare sull’integrazione manageriale. Il tutto, però, senza compromettere la centralità dell’Italia, che è e resterà per Atlantia il “baricentro”, assicura Castellucci, allontanando anche i timori che le nuove maggioranze della politica mettano a rischio gli investimenti del gruppo (tuteliamo “un interesse di lunghissimo termine”, sapendo di doverci confrontare con partiti ed istituzioni che cambiano). Per il futuro, inoltre, continueranno a crescere i dividendi (nel 2017 l’aumento è stato del 26%): la policy del +10% è “sostenibile” e con Abertis si prevede un ulteriore +30%.

Intanto nei primi tre mesi del 2018 il traffico sulla rete di Autostrade per l’Italia segna un +1% e per Aeroporti di Roma la crescita dei passeggeri è dell’1,8%. Negli scali romani, in particolare, in questo inizio d’anno è stata “meno visibile” la riduzione di capacità di Alitalia e si è avuta una forte crescita dell’intercontinentale (+17,9% nel trimestre). Ma soprattutto, Fiumicino, che nel 2013 quando Adr è entrata nella galassia Atlantia, era “un po’ lo zimbello del mondo”, oggi è “di gran lunga il migliore scalo europeo con oltre 40 milioni di passeggeri”: merito del ‘metodo Atlantia’, cioè dedicarsi ai problemi e metterci passione, spiega Castellucci.

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