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Ricchezza e beneficenza, la mappa delle grandi donazioni

Ricchezza, profitti e lusso. Ma anche beneficenza, fatta non solo per vocazione (che c’è) ma anche per il ritorno di immagine che porta. Il record storico spetta all’americano Andrew Carnegie (1835-1919) – fondatore nel 1865 della compagnia siderurgica Carnegie Steel Company. Carnegie donò per lo sviluppo dell’educazione e della scienza il 99,7% del suo patrimonio. Ben 297,8 su 298,3 miliardi di dollari. Ecco una mappa dei maggiori contributi in beneficenza.

Bill e Melinda Gates. Con la loro fondazione creata nel 2000, combattono la povertà, l’Aids, la malaria in tutto il mondo mediante progetti di sviluppo con 43 miliardi di dollari. La fondazione è guidata da William H. Gates Sr., dal padre di Bill Gates (l’uomo più ricco del mondo con patrimonio di 79,2 miliardi di dollari) ed è la più grande organizzazione filantropica no profit al mondo.

La fondazione Wellcome è al secondo posto tra le organizzazioni filantropiche. Creata nel 1936, anno della morte del magnate farmaceutico Henry Wellcome. Si occupa con 23 miliardi di sterline di ricerca biomedica.

Warren Buffet, fondatore della holding BerkshireHathaway, ha donato in beneficenza 27 miliardi dei suoi 72,7 e detiene il record della singola donazione più alta nel 2014 (2,1 miliardi di dollari) alla Bill e Melinda Gates Foundation.

George Soros. Fondatore di Soros Fund Management. Con un patrimonio personale di 24,4 miliardi di dollari, Soros ha fondato nel 1979 la Open Society Foundation con 8 miliardi di dollari.

AzimPremji. Dall’India il fondatore di Wipro, azienda informatica. La sua fondazione AzimPremji Foundation si occupa dal 2000 di educazione nei Paesi poveri. La fondazione opera con 8 dei 15,9 miliardi di dollari del patrimonio di Premji.

Carlos Slim. Dal Messico un miliardario (ex uomo più ricco del mondo) che ha devoluto 8 dei suoi 77 miliardi di dollari in beneficenza. Patron di Telmex, ha 3 fondazioni tra cui la FundaciónTelmex che si occupa in Messico di educazione, salute, sollievo dai disastri naturali.

Charles Francis Feeney. È chiamato il James Bond della filantropia. La sua fondazione umanitaria Atlantic Philantrophies costa più di 4 volte del suo patrimonio di 1,5 miliardi di dollari, accumulati con il Duty Free Shoppers Group.

Gordon Moore. Un patrimonio di 6,9 miliardi dollari. Sapete quanti ne ha investiti in filantropia? 6,8. Ha tenuto per se solo 100 milioni. Cofondatore della Fairchild Semiconductor (oggi On Semiconductors) nel 1957 e dell’Intel nel 1968. La Gordon and Betty Moore foundation, di Palo Alto si occupa di preservare l’ambiente e la ricerca per la cura di gravi malattie.

Mark Zuckenberg. Il fondatore di Facebook dispone di un patrimonio di 76,2 miliardi di dollari. Ha istituito la Fondazione Chan Zuckerberg per l’educazione, l’alloggio, la scienza e il miglioramento del sistema di giustizia penale. Mark è membro della GivingPledge. Zuckenberg vuole vendere il 99% delle sue azioni Facebook.

E in Italia? Da noi vivono 1.970 persone che dispongono di un patrimonio superiore ai 30 milioni di euro. Però “non fanno la fila per donare”, afferma Giovanna Li Perni, che si occupa di grandi donazioni da privati per l’Unchr, agenzia Onu per i rifugiati che ha condotto nel 2015 una ricerca con Kairos. Il 90% dei milionari (non miliardari) italiani ha fatto una donazione, di cui il 60% sotto i 10.000 euro. Nessuno degli intervistati dichiara di donare oltre 100.000 euro all’anno, e solo il 3% dona tra 51 mila e 100 mila euro.
Tra i 19 miliardari italiani Giorgio Armani (9,4 miliardi di dollari), ha istituito nel 2016 la Fondazione Armani per “realizzare progetti di utilità pubblica e sociale e di assicurare nel tempo che gli assetti di governo del Gruppo Armani si mantengano stabili, rispettosi e coerenti con alcuni principi”.

 

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