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Ilva: l’appello di Taranto a Di Maio

Occorre ripartire in fretta. Chiediamo al Ministro Di Maio di confrontarsi seriamente e senza pregiudizi con i cittadini tarantini e le loro Istituzioni, non solo con raggruppamenti di comodo, gli chiediamo il coraggio di visitare Taranto”. E’ l’istanza che arriva, in una lettera aperta “al Governo Conte e al Ministro Di Maio” sulla vicenda Ilva, dal primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci, dai sindaci dell’area ‘di crisi’ (Comuni di Massafra, Statte e Montemesola), dal presidente della Provincia ionica, Martino Tamburrano, dal presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo (che disertarono il tavolo istituzionale sull’Ilva del 30 luglio scorso), dalla Uil e dalla Uilm di Taranto.

Nella lettera si avanzano alcune richieste al governo e a Di Maio, che, precisano i firmatari, sarebbe “per noi tutti assai positivo se il Ministro desse segno di voler assecondare entro la ricorrenza del Ferragosto”, poiché “la vita e la salute dei tarantini non possono attendere“. “In considerazione – spiegano – dello scarso tempo ormai disponibile per la tenuta dell’azienda e soprattutto per la sicurezza degli impianti, noi chiediamo di ricevere al più presto una voce univoca, inequivocabile, definitiva sul rilancio e l’ambientalizzazione del polo siderurgico tarantino. Ne va della credibilità dell’intero Paese”. “Nel contempo – aggiungono – chiediamo al Governo di riattivare con urgenza i lavori del tavolo del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo, ndr) e dare ogni più concreto impulso al ciclo delle programmate bonifiche del nostro territorio”. I firmatari del documento ritengono inoltre “che occorre ripartire in fretta o ogni ulteriore slittamento delle misure e tecnologie in tema ambientale penalizzerà soltanto i tarantini, soprattutto le categorie già ampiamente esposte e il grande indotto”.

I sindaci si sono espressi anche sulle proposte contenute nell’addendum presentato da ArcelorMittal nell’ultimo tavolo sull’Ilva. I sindaci dell’area di crisi avevano disertato l’incontro contestandone le modalità di convocazione. “Al netto di eventuali rapidi e pertinenti approfondimenti del Ministero dell’Ambiente e degli altri organismi deputati, riteniamo che le proposte del gruppo Mittal sintetizzino un duro lavoro svolto con tutti i portatori di interesse rilevanti e rappresentino quanto meno un buon punto di partenza, uno scenario economicamente e tecnicamente praticabile, un equilibrio con le esigenze della comunità che non si era mai visto nella storia più che cinquantennale di Ilva a Taranto”.

I firmatari della lettera hanno precisato che “ove il Ministro ritenesse insormontabili taluni assetti formali della procedura, come già fatto nelle ultime settimane, torniamo a proporgli di recuperare la bozza di intesa tra le parti, che attraverso opportune implementazioni può tendere a rafforzare i poteri di controllo ed intervento di Amministratori o Prefetto, al fine di bilanciare gli effetti della immunità penale”. A Di Maio i sindaci chiedono di riconvocare il tavolo con i sindacati: “solo i lavoratori ed i loro rappresentanti possono fornire le migliori interpretazioni delle problematiche di Ilva e, liberi da ogni influenza politica, possono valutare adeguatamente l’approccio e gli sforzi dell’investitore”. “Noi abbiamo sempre massima stima e fiducia nella magistratura, ma chiediamo a tutti di non abusare e strumentalizzare l’intervento di altri organi dello Stato, rispetto ad una vicenda già molto complessa, declinata all’infinito, che rischia di diventare una condanna per un intero territorio”, hanno detto i firmatari. “C’è un interesse pubblico molto alto che va tutelato. Non si può differire ancora la scelta, trincerandosi dietro procedure burocratiche e polemiche politiche”.

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