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Manovra, Boeri: condono previdenziale un suicidio

“Un’operazione suicida” che “aumenta la spesa e diminuisce le entrate”. Così Tito Boeri definisce il condono previdenziale ipotizzato nella manovra. Secondo il presidente dell’Inps si rischierebbe “di vanificare i risultati raggiunti finora e diffusi oggi che sono invece incoraggianti, darebbe la possibilità a chi non ha versato i contributi di sanare la situazione in modo agevolato. Indebolirebbe la campagna di contrasto all’evasione e farebbe aumentare le prestazioni perchè si matura il diritto ad andare in pensione prima e con importi più elevati”.

Un condono avrebbe “un immediato effetto negativo sulla spesa. Non è un caso che finora, a parte un condono tombale dei primi anni Duemila non si sia mai fatto”. Boeri è contrario anche alla possibilità di prevedere il versamento di contributi per chi non ha evaso ma magari vuole riscattare il periodo della laurea o coprire dei buchi contributivi. “Creerebbe un’asimmetria di trattamento tra chi ha pagato a caro prezzo il riscatto della laurea e chi lo fa in seguito con lo sconto. Contrasta con la logica assicurativa. E’ un’ipotesi pericolosissima. Accentua il divario tra contributi versati e prestazioni erogate, soprattutto per coloro nel regime “misto” proprio nel momento in cui si dice di voler fare una operazione opposta sulle pensioni elevate e sui vitalizi”.

Inoltre, prosegue Boeri, “concedere la possibilità di effettuare versamenti volontari a posteriori è in contrasto con quei principi assicurativi cui si ispira un sistema previdenziale sostenibile. E’ come permettere ad una persona con la casa in fiamme di stipulare una assicurazione. Sono molto allarmato da queste voci. E’ un pericolo se queste cose si fanno ma anche le voci in sé sono pericolose”.

Boeri fa riferimento ai dati diffusi dall’Inps sui versamenti contributivi nei primi sette mesi del 2018, in aumento del 4,07% rispetto al 2017 ( dopo l’aumento dell’1,5% rispetto al 2016) per un totale di 119 milioni di euro. Nel dettaglio, sul totale Inps delle riscossioni spicca il dato del recupero dei crediti effettuato direttamente dall’Istituto, senza gli Agenti della riscossione: l’incremento del 7,36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia una spontanea convergenza dei contribuenti verso i crediti accertati dall’Inps. In forte aumento (+8,63%) anche l’incasso dei crediti tramite concessionari. A questo risultato ha contribuito la massiccia operazione di notifica via PEC degli avvisi di addebito inesitati condotta a partire dagli ultimi mesi del 2017 e che ha consentito la notifica di avvisi di addebito per un totale di oltre 147 milioni di euro.

L’Inps segnala come “particolarmente rilevante” la crescita delle entrate contributive delle aziende con dipendenti che arrivano a 67.044 milioni di euro con un aumento del 4,65%. All’incremento delle entrate contributive concorre oltre ad una riduzione delle agevolazioni e ad un aumento del monte salari (dovuto sia ad un aumento delle retribuzioni che ad un aumento dell’occupazione), “l’attività svolta dall’Istituto allo scopo di favorire il tempestivo e puntuale accertamento dei contributi dovuti, attraverso lo sviluppo di procedure automatizzate che favoriscono le iniziative di controllo condotte dalle sedi territoriali dell’Istituto. In questo quadro, l’utilizzo del Documento unico di regolarità contributiva (DURC) anche per il controllo delle aziende che beneficiano delle agevolazioni contributive di legge rappresenta uno dei fattori di crescita delle entrate contributive”. Da ultimo, conclude la nota Inps, quale frutto delle recenti campagne di accertamento sui datori di lavoro domestici cosiddetti “silenti”, si rileva al 31 luglio 2018 l’incremento delle riscossioni dei contributi dei lavoratori domestici, da 667 a 778 milioni di euro (+5,75%), rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

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