Se qualcuno sta sperando di far tornare sui propri passi il Governo sui numeri della manovra facendo leva sullo spread sappia che “noi non torneremo indietro di un millimetro“. Lo ha detto a radio Rtl il vice premier Luigi Di Maio, un po’ come se l’umore ballerino dei mercati non fosse una diretta conseguenza delle decisioni prese e delle dichiarazioni fatte dall’attuale governo. Ma chi sarebbe questo ‘qualcuno’ a cui si riferisce il vicepremier? Qualcuno in Italia? In Europa?
Quello che è sicuro, secondo Di Maio è che da Macron alla Merkel, da Renzi a Gentiloni è “assodato che sperano questo Governo cada“, ma “non c’è nessun complotto da parte della Commissione Ue”. La questione è che non “devono dare colpi bassi”, afferma mettendo in evidenza come a suo avviso, gli interventi di Juncker e altri commissari europei siano avvenuti “ieri quando lo spread si era abbassato”.
“Se necessario spiegheremo questa manovra nelle piazze”, aggiunge, per far conoscere le misure adottate per la crescita dell’economia. Il governo su questo “è compatto”. E a chi chiedeva se ritenesse possibile un aumento del Pil del 2% il prossimo anno grazie alle misure adottate a sostegno della crescita, ha risposto: “Spero di sì”. Se l’Italia ci crede, ha avvertito il leader del M5S, “possiamo fare molto di più”.
E sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S, che sarà erogato attraverso una tessera elettronica, magari la tessera sanitaria (“stiamo facendo il massimo”) deve “restare in Italia”, con spese fatte nei negozi italiani. Di Maio ha ricordato che la misura riguarda “i cittadini italiani residenti da almeno dieci anni che accettano percorsi di formazione e riqualificazione prendendo impegni con il Governo”. Se si ha la casa di proprietà verrà stornato nel caso “l’affitto imputato”.
