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Moscovici: manovra rinnega impegno. Salvini: scrivano fino a Natale

tria ue

Il ministro dell’economia Giovanni Tria “non ha cambiato i numeri”, “non ha risposto alle nostre tre domande” e “d’altra parte assume chiaramente che la manovra si muove fuori dalle regole”. Per questa ragione, ha detto a Repubblica il Commissario agli affari economici della Ue, Pierre Moscovici, dopo la bocciatura europea della manovra, “consideriamo il Documento programmatico di bilancio una chiara e pianificata deviazione significativa rispetto agli obiettivi concordati e sottoscritti dallo stesso governo Conte a giugno. Il che spiega il perché chiediamo un nuovo bilancio entro il 13 novembre e seguiamo le procedure per convincere il governo a farlo”.

La prima risposta italiana di giornata arriva dal Vicepremier Matteo Salvini: “La Ue può mandare 12 letterine, da qui fino a Natale, ma la manovra non cambia, noi tiriamo dritto. Se insistono a tirare schiaffoni a caso mi verrebbe voglia di dare più soldi agli italiani”, ha detto. Il leader leghista giudica la mossa della Commissione come “un attacco pregiudiziale, la contestazione principale è che non bisogna toccare la legge Fornero che è nel programma del 90% dei partiti tranne che del Pd: è un attacco all’ economia italiana perchè qualcuno vuole comprare le nostre aziende sottocosto”. Tutte le manovre approvate negli anni scorsi a Bruxelles, secondo il Vicepremier, “hanno fatto crescere il debito di 300 miliardi di euro”.

Nonostante la decisione europea, da Moscovici definita forte e senza precedenti, “siamo ancora in un processo di dialogo costruttivo”. La “porta” del Commissario, come già dichiarato ieri in giornata, “è sempre aperta e spero che il governo italiano ascolti questo messaggio”. “Abbiamo fino all’ultimo giorno per trovare un’intesa e ci proverò. Dopodiché il 21 novembre faremo le nostre valutazioni”. Il governo, prosegue Moscovici, “ha detto chiaramente che il posto dell’Italia è in Europa e nell’eurozona, ora dovrebbe muoversi in modo coerente”. Nel merito del provvedimento, “sento dire che sarebbe la manovra del popolo contro la burocrazia, ma non è così. Quando il debito sale aumenta la spesa per gli interessi, che già oggi vale 1000 euro per ogni italiano e in totale 65 miliardi, quanto il Paese spende per l’istruzione”, osserva Moscovici. “Rimborsare il debito è la peggior spesa pubblica immaginabile, toglie risorse alla lotta contro la povertà, agli investimenti e alle infrastrutture. Il debito è nemico del popolo”.

Sulla manovra italiana interviene anche il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in un’intervista ad Avvenire: “le nostre richieste sono nell’interesse stesso dell’Italia e del popolo italiano. Non si può curare il problema del debito con più debito. Questa manovra frena la crescita. Chiediamo almeno un minimo aggiustamento strutturale”. Le imprese italiane “devono potersi finanziare a costi ragionevoli per crescere e creare posti di lavoro, e i consumatori italiani devono poter accedere a prestiti e mutui sostenibili. Invece con la strategia perseguita dal governo vediamo già ora che l’Italia per il debito paga in interessi l’1-1,5% in più rispetto a un anno fa”, rileva Dombrovskis. “Questo si riflette nei costi finanziari per l’economia reale, con un impatto negativo su crescita e occupazione e sulla fiducia, il che a sua volta impatta su investimenti e consumi”. “A maggio abbiamo già preso una decisione di non aprire una procedura relativa al debito basata sul fatto che l’Italia era globalmente ottemperante con il Patto di Stabilità. Ma il piano attuale mostra che non è più così, e dunque dobbiamo riconsiderare la questione”, dice Dombrovskis ribadendo l’apertura al dialogo. “Le raccomandazioni di luglio sono chiare e chiedono all’Italia per il 2019 uno sforzo strutturale dello 0,6% del Pil. Invece il governo prevede un peggioramento dello 0,8%-0,9%, dunque una deviazione di circa l’1,5% rispetto alle raccomandazioni. Per essere ampiamente in osservanza il governo non può deviare più dello 0,5%”.

 

 

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