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Tav, Conte: a breve check costi. Toninelli: accordo con Francia per stop

Mentre si attende l’esito dell’analisi costi-benefici, che secondo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte “arriverà a breve”, continua la polemica sulla Tav Torino-Lione, per la quale ieri è arrivato il no del Consiglio comunale di Torino. A scaldare il dibattito il Ministro per le infrastrutture Danilo Toninelli: “Ci metteremo d‘accordo con la Francia per non fare la Tav. Mi risulta che Macron abbia escluso la Tav dalle priorità infrastrutturali proprio dopo aver valutato costi e benefici. E non ha stanziato risorse per finanziare il percorso dalla galleria a Lione”. Toninelli però, secondo il commissario governativo per la Tav, Paolo Foietta, “straparla”: in Francia infatti “l’opera è in corso e non c’è nulla da valutare. L’unica discussione riguarda il finanziamento delle tratte d’accesso, all’esame del Parlamento nella legge Mobilitès”.

Foietta ha commentato anche l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Torino “è solo un atto politico, non ha nessun effetto sul percorso autorizzativo che è già concluso”. Conte è cauto sull’argomento: “stiamo cercando di curare tutti i dettagli, tra un po’ ci sara’ una sintesi. E’ lo stesso metodo usato per la Tap”. Questo, per il premier, non vuol dire “necessariamente che la decisione sia la stessa del Tap”, ovvero un via libera che ha provocato un terremoto nel M5s. Per quanto la loro veridicità sia sta contestata, sulla vicenda del gasdotto sono state decisive le presunte penali in caso di mancata realizzazione, ‘scoperte’ dal Vicepremier Luigi Di Maio; la stessa eventualità, nel caso della Tav, non spaventa un altro pezzo grosso dei pentastellati come Toninelli.

Contestando proprio quanto dichiarato da Foiella, il Ministro sostiene che bloccare l’opera non costerebbe 2 miliardi di euro: “dalle prime avvisaglie direi che non è assolutamente una cifra che sta in piedi”, ha detto durante la presentazione del libro ‘Rivoluzione’ di Bruno Vespa. “Io sto aspettando le risposte dei tecnici, ma sulla Tav si dovevano fare soltanto gallerie esplorative per la ricerca geognostica in modo da valutare i materiali necessari all’opera”, ha aggiunto. “Invece hanno fatto un buco grande quanto il tunnel. In ogni caso la geognostica è costata all’Italia soltanto 617 milioni. Il rimborso di due miliardi? Lo vedremo”.

In realtà per Foietta la mancata realizzazione costerebbe 4 miliardi di euro, non 2. “La restituzione dei fondi ricevuti, compresi i 400 milioni da ridare alla Francia, le spese per contenziosi e per il ripristino delle aree interessate dai cantieri oscilla tra i 2 e 2,5 miliardi”, ha spiegato. A questi “vanno aggiunti i costi, 1,5-1,7 miliardi, per adeguare la linea storica del Frejus alle norme di sicurezza europee. In ogni caso si avrebbe una ‘vecchia carcassa’ rabberciata, una linea non competitiva: potrebbero transitare treni merci lunghi 500 metri che trasportano al massimo 650 tonnellate, contro i 750 metri e 2.000 tonnellate negli altri tunnel alpini”. Il 12 ottobre è convocata la prossima riunione dell’Osservatorio sulla Torino-Lione. “Dopo l’ultima riunione – aggiunge Foietta – abbiamo trasmesso al governo documenti utili per l’analisi costi/benefici con i contributi dei professori Lanfranco Senn della Bocconi e Andrea Boitani della Cattolica”.

Sul tema è intervenuto anche il presidente di Confindustra, Vincenzo Boccia: “spero che anche per la Tav, come per il Tap in Puglia, il presidente Conte si assuma la responsabilità di farla”. Il problema, secondo Boccia, “non sono le penali ma quanto ci costa e quanto perdiamo in futuro rispetto agli altri. La penale del presente è solo una dimensione del problema. Il tema é qual è la dimensione di futuro e quale l’impatto sull’economia reale”.

Intanto uno dei più convinti sostenitori della Torino Lione è pronto al referendum: il governatore piemontese Sergio Chiamparino, Governatore piemontese, propone “l’istituzione di un tavolo col governo per discutere della tratta nazionale. Se Governo risponde positivamente e accetta il tavolo di confronto, bene, altrimenti chiederò al Consiglio di trovare una modalità per chiedere al Piemonte una consultazione popolare”. Sulla Torino-Lione è ora di dire “basta all’ambiguità voluta di questo governo, condita da una pantomima insopportabile”. Il governo, secondo Chiamparino, deve avere “il coraggio di dire che non la vuole fare o, come mi auguro, che il tunnel di base si deve fare perché è quello che fanno tutti i Paesi moderni. Io dico sì Tav, senza se e senza ma, perché quel tunnel è ciò che ci lega all’Europa”.

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