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Enel, Starace: puntiamo alle medie aziende. Buyback? Perché no

Nessuna grande operazione di fusione o acquisizione all’orizzonte, ma una strategia chiara che – dopo l’ ‘estirpazione delle erbacce’ e la risoluzione di quelli che erano i punti interrogativi – prevede un ritiro minimo dei dividendi con lo scopo di re-investire in aziende medie, con una predilezione per le quote di minoranza, e non disdegna l’idea di un buyback. Così l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace, rispondendo agli analisti, chiarisce alcuni dei punti indicati nel piano strategico aziendale 2019-2021.

“Ci sentiamo molto forti sulla nostra perfomance nei prossimi tre anni”, afferma Starace. Dal punto di vista strategico, “non crediamo ci saranno grosse operazioni di fusione o acquisizione nel futuro e non certo nel 2019”, ma “acquisizioni di medie dimensioni potranno rappresentare un potenziale, nell’ordine di grandezza di Eletropaulo“, la società di distribuzione di San Paolo acquisita da pochi mesi, spiega l’Ad. “Abbiamo una preferenza – ha ricordato Starace – per l’acquisizione di ulteriori quote di minoranza, siamo già lanciati su queste”. Il 2019, ha detto ancora Starace, “sarà un anno di grande transizione a livello di Europa e del Paese. Sarebbe curioso vedere grande operazione, su questo non ci sono grandi cambiamenti di prospettiva”. Più in generale, “acquisteremo più di quanto non cederemo”.

L’implementazione del piano strategico porta avanti un obiettivo già consolidato da tempo: “Sapevamo sempre quale sarebbe stata la nostra traiettoria di crescita, ma questa volta intravediamo più chiaramente ciò che sarà la nostra perfomance futura, perché abbiamo ripulito gran parte delle aree rischiose, abbiamo fatto cessioni, risolto quelli che erano dei punti interrogativi”. Inoltre, ha aggiunto, “ci sono solo due paesi in trattativa sulla regolamentazione sulla distribuzione”. Insomma, prosegue, “ci sono molti più aspetti positivi che negativi”.

E sulla possibilità di un buyback? “Il potenziale è buono, è un’ottima idea, perché il titolo è relativamente depresso: quindi perché no, ci possiamo pensare”, conclude Starace.

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