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La Sapienza ha costruito una casa che funziona col Sole

Il futuro arriva a piccoli passi. E di solito questi passi non fanno rumore. Il futuro del nostro modo di vivere, abitare e muoverci in contesti urbani talvolta è dettato da innovazioni che magari non fanno scalpore, ma che mettono un tassello in più nella costruzione di un futuro più sostenibile. E’ il caso della casa alimentata ad energia solare che un gruppo di studenti scelti da varie facoltà dell’Università Sapienza di Roma ha progettato lavorando per due anni: il team ha partecipato al concorso Solar Decathlon Middle East (Sdme), le olimpiadi dell’architettura green che si sono chiuse da poco a Dubai, dove gli studenti hanno vinto ben 6 medaglie.

L’Università Sapienza, infatti, è l’unica italiana che è rientrata nel gruppo di 21 atenei scelti a livello mondiale per competere al Sdme, il cui obiettivo è progettare e sviluppare il miglior prototipo di abitazione sostenibile ed energeticamente autosufficiente: una casa del futuro. Tutti gli atenei dovevano studiare e progettare per due anni il prototipo di casa da presentare al concorso che coinvolge le Università del mondo di architettura e design con l’obiettivo di stimolare la ricerca nel campo delle energie rinnovabili e dell’architettura sostenibile.

Il team del progetto “Restart4Smart” dell’Università Sapienza è formato da 50 studenti provenienti dalle facoltà di Ingegneria Civile, Architettura e Scienze politiche, coordinati dal prof. Marco Casini, docente di Tecnologia dell’architettura: un team multidisciplinare che da ottobre 2016 a novembre 2018 ha studiato e realizzato una abitazione sostenibile, intelligente e interamente alimentata dall’energia solare.

La sfida era quella di costruire una casa di circa 100 mq con il sole come unica fonte di energia, e di testarne l’efficienza per un periodo di un mese. Ogni team ha costruito il suo prototipo di “solar house” e lo ha aperto al pubblico e alla giuria di esperti che ha valutato le abitazioni sulla base di 10 diversi elementi: in pratica ogni casa doveva superare dei test, dall’architettura alla sostenibilità, dall’innovazione tecnologica a quella elettrica, proprio come si fa in un decathlon sportivo in cui vince chi riesce a fare meglio coniugando discipline diverse: “E’ una gara molto stimolante che prevede anche la necessità di realizzare un prototipo in tempi ristretti, montarlo e trasportarlo nel luogo della competizione, assemblarlo e lì esporlo alla giuria” ha detto Casini.

Il progetto italiano ReStart4Smart intendeva coniugare dei modelli della cosiddetta Architettura 4.0, che sfrutta le possibilità delle fonti energetiche rinnovabili e impiega tecnologie come la stampa 3D, la moderazione digitale, la mixed reality e sistemi di automazione per la casa come AI e app intelligenti. La casa è stata pre-assemblata a Pomezia e poi montata a Dubai. Il prototipo è totalmente in legno riciclato, ed è smart: ”Tutta la struttura è dotata di un innovativo impianto di domotica e la casa ha un impianto di trentadue pannelli fotovoltaici che producono più del doppio del fabbisogno energetico dell’abitazione” spiega il coordinatore del progetto. “Abbiamo avuto il supporto di diverse aziende leader in vari settori che hanno contribuito al progetto attraverso know how e fornendo al team le tecnologie e i materiali che compongono la casa”: Enea, Eni, Enel, Microsoft sono, infatti, solo alcuni degli sponsor che hanno aiutato gli studenti dell’ateneo romano a realizzare la casa del futuro.

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