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Tav, Ue: l’Italia rischia di dover restituire fondi. Scontro aperto M5S-Lega

Mentre resta alta la tensione interna al Governo sulla Tav Torino Lione, arriva un avvertimento dall’Europa. “Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati” per la Tav, afferma il portavoce della Commissione Ue, in merito alle incertezze che gravano sulla realizzazione dell’opera. “L’attuale analisi costi-benefici” su cui lavora il governo italiano “non è stata richiesta dalla Commissione”, ha poi sottolineato il portavoce ricordando che l’analisi era già stata presentata nel 2015.

Chi se ne frega di andare a Lione. Così il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha liquidato il problema. La scelta, anche dal punto di vista lessicale, rispecchia la tensione che resta alta con la Lega su un tema centrale per l’economia del Paese. E non passa inosservata Oltreconfine, dove il Comitè Transalpine Lione-Torino già ironizza su Twitter scrivendo che quella di Toninelli è una ‘frase magica’ che ‘illustra in modo brillante la potenza delle argomentazioni del Movimento 5 Stelle nella sua opposizione alla Torino-Lione’. Un tweet corredato da applausi, emoticon e la faccina smiley in lacrime dal ridere.

Matteo Salvini, al contrario, ricorda che la Tav serve anche a “togliere tir dalle strade, inquinamento dall’aria, aiutando imprenditori e pendolari” e insiste: “non capisco perché bisogna fermarsi. Voglio risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà”.

Nel weekend era arrivato il no secco di Luigi Di Maio alla realizzazione dell’opera, ancora prima dell’arrivo dell’analisi costi-benefici. Il battibecco mediatico non si placa: “Di Maio dice che finché è al governo non si farà? Mi spieghi perché. Non ci sono tifosi del sì e del no. Mi spieghi perché, numeri alla mano, è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini”, afferma il leader della Lega al Gr1 Rai Radio1.

Ma Di Maio ormai combatte la sua battaglia su nuovi lidi. Il problema in discussione è la Tav, ma lui insiste ad ‘accantonarlo’ per dare priorità ad altri collegamenti ferroviari. Come se uno valesse l’altro. “Ci sono tante opere da fare – ha spiegato – come l’Asti-Cuneo, la Tav Roma-Pescara, ci sono opere da fare in provincia di Verona, Mantova, c’è da fare una Tav Catania-Palermo, la Roma-Matera che ci colleghi con la capitale della cultura 2019″, afferma. E ancora “secondo me in questo momento è intelligente andare avanti. Lavoriamo sulle cose su cui siamo d’accordo e mettiamo un attimo da parte quelle su cui non siamo d’accordo”.

Resta da capire quali siano le cose sulle quali le due fazioni al governo siano d’accordo, c’è addirittura chi aveva ipotizzato uno scambio Tav contro Diciotti, subito smentito da Salvini e Di Maio. Sicuramente si naviga nella confusione, come sottolinea lo stesso Di Maio che poi però la alimenta parlando di reindirizzare i 20 mld destinati alla Tav per ricostruire scuole: “sono due-tre giorni che si sono mischiate un po’ di cose – afferma il pentastellato – Prima le differenze di opinione sulla Tav, perché per me con 20 miliardi si costruiscono 2500 scuole nuove a regola d’arte e antisismiche. Poi si è mischiata la Tav con l’autorizzazione della giunta. Queste sono ricostruzioni che non mi appartengono. Io non ragiono con gli scambi politici”, sottolinea.

Però, almeno di una cosa Di Maio è certo: “il governo non è in discussione”, anche se proprio nel weekend Di Battista aveva dichiarato che in mancanza di un accordo sulla Tav, con la Lega sarebbero tornati “nemici come prima”. Mentre Toninelli è oramai certo che per la Torino-Lione “né le persone né le merci ci passeranno mai, perché chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire”. Il ministro ha infine assicurato che “a metà febbraio” andrà a Bruxelles “a consegnare tutto l’elaborato dopodiché nel giro 24 o 48 ore, tre giorni, comunque pochissimo, la renderemo pubblica, così gli italiani capiranno. Non li perdiamo i soldi se non la facciamo”. Nessuna risposta, invece, sulle eventuali penali: “Voglio che siano i tecnici esperti e imparziali a dire i numeri”.

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