Il volo 302 della Ethiopian Airlines, precipitato domenica, in un incidente che ha provocato 157 vittime – tutte le persone a bordo, compresi otto italiani – ha provocato un’ormai straripante messa al bando del Boeing 737 Max-8, il modello di velivolo che si è schiantato in Etiopia – e in Indonesia a ottobre, uccidendo 189 passeggeri. Ora, ai Paesi che ne proibiscono il volo, si aggiunge anche l’Italia: l’Enac, secondo quanto si apprende, ha disposto lo stop operativo dei B737 dalle 21 di stasera.
“Dalle 21:00 di oggi”, visto il “perdurare della mancanza di informazioni certe in merito alla dinamica dell’incidente”, si legge in una nota, “l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, per motivi precauzionali, ha disposto la chiusura dello spazio aereo italiano a tutti i voli commerciali operati con aeromobili di questo tipo”.
“In accordo con quanto in corso in Europa, gli aeromobili di questo modello non possono più operare da e per gli aeroporti nazionali fino a nuove comunicazioni”, precisa l’Enac, ricordando che tutti i velivoli Boeing, e quindi anche i Boeing 737 Max 8, sono certificati dalla FAA – Federal Aviation Administration, Ente americano per l’aviazione civile. Le certificazioni degli aeromobili che operano nelle flotte europee sono convalidate dall’EASA. L’Enac continuerà a seguire l’evolversi della situazione in contatto con l’Agenzia europea per la sicurezza aerea. L’Ente, inoltre, prosegue la nota, invita le compagnie aeree operative da e per gli aeroporti nazionali e che utilizzano tali velivoli, a riprogrammare i voli cercando di ridurre al minimo i disservizi per i passeggeri, fornendo tutte le informazioni necessarie nel rispetto dei regolamenti comunitari di riferimento.
Già mezza Europa ha preso gli stessi provvedimenti dell’Italia: Olanda, Belgio, Austria, Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito hanno chiuso lo spazio aereo al Boeing, mentre Bloomberg ha anticipato che lo potrebbe fare l’intera Unione Europea. Si attende al riguardo la decisione dell’Easa. Le stesse decisioni sono arrivate da Paesi e compagnie aeree di tutto il mondo; non gli Stati Uniti, che hanno comunque chiesto a Boeing di apportare modifiche al software dell’aereo. Ma proprio il Presidente Usa non ha taciuto sull’argomento: Donald Trump denuncia su Twitter che “gli aeroplani stanno diventando fin troppo complessi da far volare”, una “complessità che crea pericolo”. “Non sono più necessari i piloti ma piuttosto gli informatici del Mit”. “Non voglio che Albert Einstein sia il mio pilota. Io voglio che a grandi professionisti del volo sia consentito di prendere il controllo dell’aereo facilmente e rapidamente!”, aggiunge invocando “le cose vecchie e semplici”.
Airplanes are becoming far too complex to fly. Pilots are no longer needed, but rather computer scientists from MIT. I see it all the time in many products. Always seeking to go one unnecessary step further, when often old and simpler is far better. Split second decisions are….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 marzo 2019
Intanto Boeing, si legge in una nota, ha “piena fiducia nella sicurezza del Max”: la Federal Aviation Administration al momento ”non richiede alcune azione”. Boeing sottolinea che la sicurezza è la ”nostra priorità”. Però affonda in Borsa: a Wall Street cede il 5,05%.
….needed, and the complexity creates danger. All of this for great cost yet very little gain. I don’t know about you, but I don’t want Albert Einstein to be my pilot. I want great flying professionals that are allowed to easily and quickly take control of a plane!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 marzo 2019