Invocare l’intervento di Cdp è, da qualche anno, una sorta di rito propiziatorio. Non c’è stata una partita finanziaria delicata, o una crisi industriale, che non abbia visto il coinvolgimento, reale o presunto, del ‘braccio armato del Tesoro’. I detrattori hanno cercato di creare allarme per ‘il ritorno della vecchia Iri’; i governi che si sono succeduti hanno tentato di orientarne l’azione fino all’eccesso; le Fondazioni azioniste hanno sempre invocato il rispetto dello Statuto per evitare ‘avventure’ in aziende decotte.
Non sono mancati contrasti, anche duri, fra la politica e i diversi management. Ma questa è storia. La realtà di Cassa depositi e prestiti, oggi, è il nuovo piano industriale 2019-2021 che segnerà l’era dell’amministratore delegato Fabrizio Palermo e del presidente Massimo Tononi. Cdp ha messo le imprese al centro del piano, puntando su innovazione, crescita e internazionalizzazione. Dalle nuove sedi al ruolo di Sace e Simest, dal Fondo per l’innovazione ai ‘Basket bond’ e gli altri prodotti innovativi, sul numero di Fortune Italia di aprile un approfondimento sull’unico soggetto che, come ricorda l’amministratore delegato Fabrizio Palermo, e’ “in grado di combinare il patrimonio finanziario del risparmio postale e il patrimonio manifatturiero, due risorse di grande valore per il nostro Paese”.
La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile.