Bordeaux, Borgogna, Barolo. Gli occhi di ogni amante del vino si illuminano quando leggono questi nomi. Con storie di vinificazione che risalgono a secoli fa, regioni vinicole importanti come il trio di cui sopra impongono al mercato prezzi elevati e battono i record nelle aste.
In che modo Bolgheri, un piccolo borgo in provincia di Livorno, è diventato nel giro di pochi decenni un punto di riferimento per i vini pregiati alla pari di queste storiche regioni? Per questa zona costiera toscana, che ha ottenuto la Denominazione di origine controllata per i suoi famosi vini rossi solo 25 anni fa, la risposta sta nella visione, nell’innovazione e nella volontà di ignorare gli scettici.
In un articolo scritto per Fortune, Shana Clarke racconta la storia, il clima, i volti e le imprese di una terra che, sulla base di uve francesi mai usate prima in quella parte del Paese (Cabernet Sauvignon e Franc) ha dato vita in prima battuta, nel 1968, alla Sassicaia. Quello che allora per gli scettici è stato un affronto alla tradizione italiana si è trasformato, grazie all’innovazione portata anche dagli imprenditori contattati da Fortune.com, in un successo che ha portato le bottiglie di Bolgheri nel mercato dei vini più costosi del mondo.