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Una delibera sui pedaggi sulla strada del rilancio di Alitalia

In questi giorni non se ne parla molto, tra i politici come tra i tecnici e sui giornali. Non pubblicamente. Proprio per questo, potrebbe essere uno dei dossier caldi dietro le quinte, una delle monete di scambio del governo per vincere la ritrosia di Atlantia a partecipare al salvataggio di Alitalia. Parliamo della delibera dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) del 18 febbraio scorso sul sistema tariffario delle concessioni autostradali, basato sul meccanismo del price-cap, sistema che si applicherà non solo alle nuove gare per i contratti scaduti o in scadenza, ma anche alle convenzioni vigenti.

La delibera ha suscitato un’immediata e generale levata di scudi da parte delle società che gestiscono le tratte autostradali e della loro associazione, l’Aiscat: la quasi totalità degli interessati ha deciso di impugnarla davanti al Tar, con la pesante accusa di “vizi di incompatibilità costituzionale e comunitaria”.

A disporre l’estensione delle nuove modalità di calcolo dei pedaggi anche agli attuali concessionari e ai contratti in essere è stato l’articolo 16, comma 1, lettere b) e c) del decreto-legge 109/2018, il cosiddetto decreto Genova, che ha modificato l’articolo 37 del decreto-legge 201/2011, ovvero l’articolo correlato alla manovra finanziaria del 2012 che ha istituto l’Autorità dei Trasporti. E’ bastato inserire un “nonché” al comma 2) g dopo le parole “nuove concessioni” per far rientrate anche i contratti vigenti e rendere retroattive le norme.

Sulla base della novità introdotta dal decreto Genova, voluta dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli per eliminare quelli che giudica come “extraprofitti e privilegi dei gestori privati”, l’Autorità ha proceduto a stilare la delibera, posta in pubblica consultazione fino al 29 marzo, che disegna un modello tariffario uniforme per tutti i concessionari (price cap e determinazione dell’indicatore di produttività X a cadenza quinquennale) rispetto ai sei sistemi attuali.

Basta scorrere le osservazioni inviate dai concessionari autostradali e dall’Aiscat, pubblicate sul sito dell’Autorità, per trovare conferma alla pioggia di ricorsi che si è abbattuta sull’ART. Autostrade per l’Italia “contesta radicalmente la legittimità del perimetro di applicazione del nuovo sistema tariffario individuato da codesta Autorità ed in tal senso ha già impugnato la delibera n. 16/2019 dinanzi al Giudice competente con atto in corso di notifica”. Secondo Aspi l’Autorità non avrebbe il potere “di definire un nuovo sistema tariffario per le concessioni già in essere”. Il decreto Genova “viola, anzitutto, il principio pacta sunt servanda, perché interviene autoritativamente su un rapporto convenzionale in corso, modificandolo unilateralmente e in maniera peggiorativa per una sola delle parti e violando così anche l’art. 1372 del codice civile, secondo cui “il contratto ha forza di legge fra le parti”. Sotto il profilo europeo, le disposizioni in esame alterano in modo unilaterale ed ex post la disciplina di rapporti concessori in essere. Esse si pongono pertanto in contrasto con principi essenziali dell’ordinamento economico dell’Unione, quali il principio pacta sunt servanda ed i principi di certezza e prevedibilità del quadro regolatorio delle attività economiche”.

L’Aiscat ha fatto proprie le osservazioni dei suoi associati e ha, a sua volta, presentato altrettanti ricorsi “ad adiuvandum”, per supportare le tesi sostenute. L’obiettivo finale è indurre il giudice amministrativo a sollevare la questione di illegittimità davanti alla Corte Costituzionale e anche alla Corte di Giustizia UE.

L’Autorità, che intende concludere il procedimento entro giugno, spiega invece che le nuove regole renderanno più efficienti le gestioni autostradali, cancellando extra-profitti ingiustificati e, in ultima istanza, riducendo i pedaggi al casello a favorire dei consumatori.

La proroga al 15 giugno delle offerte per Alitalia scavalla l’appuntamento elettorale delle europee e guadagna tempo per completare la marcia di avvicinamento tra i 5 Stelle e Atlantia. La Lega ha già fatto sapere per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che “Atlantia in quanto concessionario autostradale non dovrebbe entrare in Alitalia ma Atlantia come proprietaria di Aeroporti di Roma ha un interesse concreto di tipo industriale”. E anche per disinnescare, magari lasciandola dormiente, la delibera dell’ART: tocca al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti recepirla e rivedere le concessioni sulla base dei nuovi criteri. Contenzioso giuridico permettendo.

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