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Terna, nel 2018 crescono utili (+2,7%) e ricavi (+1,6%)

Per la presidente di Terna Catia Bastioli è stata “la capacità di essere all’altezza delle grandi sfide del sistema energetico”, in particolare elettrico, e di “giocare il proprio ruolo nella transizione in atto”, a portare ai risultati 2018 del gruppo: un utile di 706,6 milioni (+2,7%) e ricavi per 2.197 milioni (+1,6%).

Il bilancio è stato approvato dall’assemblea dei soci, ai quali va un dividendo di 23,32 centesimi di euro per azione (in crescita dai 22 centesimi del 2017), di cui 7,87 centesimi di acconto e 15,45 in pagamento a giugno. A Cdp Reti, che è il principale azionista con il 29,85%, va un dividendo di 139,9 milioni. I risultati del 2018 di Terna “descrivono la realtà di un gruppo che si conferma in crescita e pone le premesse per crescere ancora”, secondo la Bastioli. “Le grandi sfide che abbiamo davanti nascono dalla necessità di cambiare radicalmente il modo in cui le economie danno risposta alla domanda di beni e servizi da parte di una popolazione mondiale crescente”, ha aggiunto. “Terna ha dimostrato sul campo di essere in grado di giocare un ruolo centrale e terzo in questa rivoluzione culturale intorno al sistema elettrico nazionale ed europeo”.

Le armi del gruppo “sono gli investimenti ingenti già programmati e potenziati, come si evince dal Piano 2019-2023”, per Bastioli. Investimenti con i quali si può stimare, in 5 anni, di creare “lavoro direttamente e indirettamente per 15 mila persone: è un’azienda che dà un bel contributo alla creazione di ricchezza e di lavoro del Paese”, ha detto l’Ad di Terna Luigi Ferraris intervenendo in assemblea, precisando che i numeri sono frutto di una ricerca commissionata al Politecnico di Milano.

“Dall’inizio dell’anno ad oggi il titolo Terna ha registrato una performance positiva pari a +9,5%”, ha detto Ferraris evidenziando anche che “il 26 marzo il titolo ha segnato il nuovo massimo storico, pari a 5,66 euro per azione”. “Sulla base dei risultati conseguiti nel corso dell’anno, il titolo Terna ha chiuso il 2018 in positivo, registrando una performance annua pari a +2,25% (a 4,953 euro per azione), sovraperformando il mercato italiano (FTSE MIB -16,1%), l’indice europeo di riferimento settoriale (DJ Stoxx Utilities -2,1%), nonché i principali titoli comparabili (Snam -6,4%, Italgas -1,8%)”. Ferraris ha precisato che il titolo Terna ha garantito un ritorno totale per i propri azionisti (Total shareholder’s return) del 7,3%, anche in questo caso sovraperformando sia l’indice settoriale europeo che i principali titoli comparabili. Interpellato sull’interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia dopo l’accordo tra i due Paesi, l’Ad ha risposto che “l’accordo tra i due Governi era una precondizione perché si andasse avanti nelle discussioni sul finanziamento del progetto, che era già inserito dall’Ue tra i progetti di interconnessione comune. Adesso attendiamo gli sviluppi”.

L’assemblea degli azionisti di Terna ha anche approvato la nomina di Paolo Calcagnini e Marco Giorgino come nuovi componenti del consiglio di amministrazione, in sostituzione dei consiglieri Stefano Saglia e Luca Dal Fabbro. Più precisamente, l’assemblea ha confermato la nomina di Calcagnini, già cooptato come consigliere in sostituzione di Saglia il 15 febbraio scorso. La nomina di Giorgino è stata fatta in sostituzione di Dal Fabbro, dimessosi il 22 marzo scorso.

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