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Il fenomeno Tik Tok, la youtube dei ragazzini

Se avete più di 30 anni è probabile che non ne avete nemmeno mai sentito parlare: eppure Tik Tok è stata l’app più scaricata del 2018 e Bytedance, cioè la startup cinese che la produce, è la più valutata sul mercato. Tik Tok – inizialmente conosciuta come Musical.ly, nel novembre 2017 Bytedance l’ha acquistata per un miliardo di dollari – è un social network in cui gli utenti possono produrre brevi video musicali in cui cantano e ballano seguendo il testo delle canzoni con il labiale (in gergo, lipsync). Il sistema di fruizione dei video ricorda le stories di Instagram, ma la piattaforma è molto più simile a YouTube, dal momento che cresce grazie ai contenuti prodotti dagli utenti e che questi giovanissimi ‘muser’ stanno anche iniziando a diventare delle star. I video – della durata massima di 15 secondi – si scorrono dal basso verso l’alto, e procedono in loop finché non si passa a quello successivo. Gli utenti possono mettere un ‘cuoricino’ al video, salvarlo o scambiarsi messaggi privati.

Chi usa Tik Tok? La platea di chi crea contenuti è composta da ragazzini, quelli nati col cellulare in mano: i rappresentanti della cosiddetta generazione Z. Anche se ufficialmente per iscriversi al social occorre aver compiuto 14 anni, in realtà la maggior parte degli utenti di Tik Tok ha un’età ben più bassa. Basta farsi un giro nell’app per scoprirlo, e d’altronde aggirare il paletto dell’età è abbastanza semplice. Il restante 40% di utenti non supera i 24 anni: una fascia d’età a cui appartiene chi considera social come Facebook e Twitter la preistoria, e che è invece molto più interessato alle nuove app come Tik Tok, nata dalla fusione con Musical.ly nell’agosto 2018. Nonostante Musical.ly fosse già molto popolare, la fusione ha fatto incrementare il numero di download negli Usa superando quelli delle altre app social più popolari, da Facebook a Youtube.

L’app è stata scaricata un miliardo di volte nei 150 paesi in cui è disponibile, e secondo l’azienda sono 500 milioni gli utenti attivi ogni mese in tutto il mondo. Solo in Italia l’app ha 2,4 milioni di utenti. Oltre ai video in cui i muser cantano seguendo con il labiale il testo della musica, su Tik Tok si trovano anche attori, ballerini, disegnatori, e ciò che catalogheremmo in generale sotto la professione “youtuber”. Anche se i video su Tik Tok sono molto più brevi, la piattaforma a cui sembra fare più concorrenza è proprio Youtube, soprattutto per una caratteristica ben precisa: la potenzialità di sfornare star del web. Chi ha più follower e più visualizzazioni (parliamo di milioni di seguaci) “esce” dalla piattaforma per conquistare altri settori, come quello musicale oppure quello dell’editoria o del cinema. Per “esplodere” queste web star partono dalle cosiddette “challenge”, cioè le sfide in cui si balla su un determinato pezzo che poi diventa virale.

A “scavalcare” il muro del web e pubblicare un pezzo con tanto di contratto con la Columbia Records è stato all’estero Lil Nas X, un trapper americano che ha usato la popolarità conquistata su Tik Tok per farsi conoscere e per diventare una star. In Italia, invece, abbiamo Elisa Maino, 16 anni, che vola sui 4 milioni di follower, e che dal social è passata all’editoria, con il suo libro “#Ops” pubblicato con Rizzoli e arrivato alla dodicesima ristampa. Poi c’è Samantha Frison, che ha pubblicato “Basta un click” e Iris Ferrari, 2,6 milioni di follower, e due libri all’attivo. Su Tik Tok la maggior parte degli utenti sono ragazze o bambine (coprono il 65% degli utenti), ma l’italiano più seguito sulla piattaforma è un ragazzo: si chiama Luciano Spinelli, 6,9 milioni di seguaci su Tik Tok, 1,4 milioni su Instagram.

Tuttavia recentemente l’app ha dovuto affrontare non pochi problemi in tema di privacy, dovendo rispondere alle accuse di aver rubato i dati sensibili dei piccoli utenti. Nel mese di febbraio, la Federal Trade Commission statunitense ha multato Tik Tok per l’uso scorretto dei dati dei muser più giovani, cioè quelli under 13, con un accordo del valore di 5,7 milioni di dollari. La Ftc statunitense ha dichiarato che Tik Tok non si è mai occupata di tutelare i dati dei più piccoli, pur sapendo che molti dei suoi utenti hanno un’età inferiore a quella legalmente permessa, continuando a raccogliere nomi, indirizzi email e altre informazioni personali. L’accordo, oltre alla multa milionaria, ha comportato la creazione di profili diversificati per bambini e ragazzi più grandi. Il governo Indiano ha tentato persino di bloccare l’app nel Paese: Tik Tok, infatti, ha subito recentemente un ban di tre settimane, prima di tornare disponibile su Apple Store e Google Play in seguito alla decisione del Tribunale di renderla nuovamente attiva. L’accusa era quella di favorire lo scambio di contenuti pornografici e la pedofilia.

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