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Libra, la moneta ‘democratica’ di Facebook. A cosa serve?

libra facebook

L’obiettivo dichiarato è “rendere facile per tutti inviare e ricevere soldi”, facile quanto usare le app che servono a condividere “messaggi e foto”, come Whatsapp, Messenger e Instagram. Tutte app in mano a un unico padrone, che ora cerca di aggiungere un ultimo tassello al suo impero. Nel 2020 Facebook lancerà Libra, la sua criptovaluta basata su blockchain, come il Bitcoin, che a differenza di quest’ultimo promette di essere usata da miliardi persone. In realta non è esattamente sua, ma dell’associazione no profit creata ad hoc per sostenerla, soprattutto economicamente. Ne fanno parte, oltre a Zuckerberg, circa 30 colossi dei settori più disparati, da Visa a Iliad, da Mastercard a Vodafone a Ebay e Paypal. Secondo i desideri di Menlo Park i membri dovrebbero arrivare a 100 l’anno prossimo.

A cosa serve questa associazione? A quanto sembra, a fornire abbastanza fondi da rendere stabile la nuova moneta, che sarà usata dagli utenti nei negozi virtuali, per inviare denaro e in futuro anche per altri servizi finanziari. A differenza del bitcoin e delle altre criptovalute tradizionali, la moneta virtuale di Facebook sarà una stablecoin, cioè vincolata 1:1 a monete a corso legale, permettendo così di evitare i problemi legati alla volatilità. Libra, osserva Valeria Portale, direttrice degli Osservatori innnovative payments e blockchain del Politecnico di Milano, non sarà vincolata solo al dollaro ma a più valute, per offrire all’utente un’esperienza fluida indipendentemente dalla nazione di riferimento. Secondo Portale “Libra rappresenta la più audace incursione di Facebook nel mondo dei servizi finanziari e dei pagamenti”, ma “non si pone come antagonista ai moderni player del settore finanziario. Ha invece manifestato il proprio interesse a collaborare con loro, come testimonia la presenza di Mastercard, PayPal, Stripe e Visa tra i sostenitori”.

Eppure, ha già destato preoccupazioni. La criptovaluta di Facebook “si somma a tutte le altre esistenti e senza regolazione. I governi cosa pensano? E le Banche centrali? E la Commissione europea? Tutti in silenzio. E chi tra noi, da anni, pone il problema passa per matto…”, ha scritto su Twitter Francesco Boccia, deputato e economista Pd. “Com’era facilmente prevedibile aumentano criptovalute di ogni genere e mezzi di pagamento alternativi – aggiunge Boccia – con un utilizzo sempre più disinvolto. Non c’è alcuna regolazione e il rischio caos è dietro l’angolo. La politica, a tutti i livelli, nazionali e comunitari, non può restare a guardare”.

È sicuro che autorità di regolamentazione, banche e istituzioni monetarie stavolta avranno qualcosa da dire. Si parla di una rivoluzione potenzialmente troppo grande per restare a guardare. In attese delle loro osservazioni, si può ipotizzare qualcosa sugli obiettivi non dichiarati di Zuckerberg, che ha presentato l’iniziativa in un post sul suo social in cui l’unico scopo sembra essere la semplificazione della vita delle persone, anche di quelle che non hanno un conto in banca. Si può partire proprio da questo: raggiungere gli 1,7 miliardi di adulti che, come ricordato da Veleria Portale, non hanno un conto bancario. Lo stesso Zuckerberg evidenzia una porzione particolare di questi adulti, quelli che non hanno un conto corrente, ma hanno uno smartphone. Sono un miliardo, secondo Zuck.

La nuova moneta in teoria sarà democratica, in mano a tutti i membri dell’associazione, che si spartiranno (e di conseguenza valideranno) i nodi della blockchain alla base di Libra. Anche Iliad è tra i fondatori dell’Associazione Libra che “è un’organizzazione indipendente senza fini di lucro, composta da società fidate, geograficamente diverse, Ong multilaterali e istituzioni accademiche” spiega la stessa Iliad in una nota. La rete Libra “si baserà su una blockchain open source sicura, scalabile e affidabile. Questo contribuirà a far emergere un nuovo ecosistema finanziario con nuovi usi progettati per incoraggiare l’inclusione finanziaria e l’innovazione”. Libra “sarà sostenuta da una riserva di beni reali che forniscono stabilità e preservazione dalla speculazione”. Lo scopo dell’Associazione “è quello di fornire un quadro di governance per la rete Libra, facilitare il funzionamento della blockchain, gestire la riserva e aiutare l’ecosistema ad evolversi. Avrà il coordinamento della roadmap tecnica della Rete Libra, preparandosi per il passaggio a una piena blockchain senza autorizzazione assicurando che i membri fondatori mantengano lo stesso ruolo.

Ma al di là della democraticità dell’associazione, il ruolo di Facebook sarà comunque preponderante, attraverso la sua nuova filiale (“indipendente”, sottolinea Zuckerberg) Calibra, “che costruisce servizi che ti permettono di inviare, spendere e risparmiare Libra – a partire da un portafoglio digitale che sarà disponibile in whatsapp e messenger e come app standalone l’anno prossimo”, ha scritto il leader di Facebook. Calibra sarà regolamentata come altri fornitori di servizi di pagamento. Insomma se la moneta sarà di tutti, lo strumento principale per usarla sta a Menlo park.

Il che apre un altro interrogativo. Facebook non ha nulla da invidiare agli altri colossi tech, quando si tratta di commercio di dati. Ha miliardi di utenti che condividono gran parte della loro vita sui suoi social. Ma, rispetto a competitor come Amazon e Apple, gli manca un particolare tipo di dati: quello relativo agli acquisti online. Ora Libra (e Calibra) potrebbero consentire a Zuckerberg di colmare questa lacuna, anche se, come ha spiegato, “tutte le informazioni che condividi con Calibra saranno tenute separate dalle informazioni che condividi su Facebook”.

Calibra, scrive il fondatore di Facebook, “ti permetterà di inviare Libra a chiunque con uno smartphone, con un costo che sarà o basso o nullo”. Su questo punto si può ipotizzare quale sia la redditività dell’iniziativa. Forse a Facebook basterà che la moneta venga utilizzata, allargando il suo business, perché la cosa abbia un senso. Ma si può anche pensare che un costo ci sia. Non per gli utenti magari, ma almeno per i commercianti, che potrebbero pagare una commissione ogni volta che incassano con Calibra. Come succede con Paypal, guidata da David Marcus fino al 2014. Quando si è unito a Facebook, a capo della sezione Messaging. E del progetto Libra.

In ogni caso, a scanso di critiche (che quando si parla di Facebook e privacy ci sono sempre) Zuckerberg assicura che “la privacy e la sicurezza saranno costruite in ogni passo. Ad esempio, Calibra avrà un team dedicato di esperti nella gestione dei rischi, incentrato sulla prevenzione delle persone che utilizzano Calibra per scopi fraudolenti. Abbiamo la protezione delle frodi, quindi se perdi le monete Libra, ti offriamo i rimborsi”. “C’è ancora molto di più da imparare e fare prima che Libra sia lanciata ufficialmente” conclude il fondatore di Facebook definendo il progetto “l’inizio di un viaggio emozionante”.

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